Nell’ottica del superamento della gestione emergenziale, è necessario definire, nei futuri contratti collettivi nazionali, nuove discipline che garantiscano condizioni di lavoro trasparenti e favoriscano la produttività e l’orientamento ai risultati, al fine di conciliare le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle organizzative delle Pubbliche Amministrazioni.

Diventa rilevante l’intervento dello Stato attraverso politiche sociali di Welfare, capaci di porre in essere istituti tali da garantire una maggiore conciliabilità tra la vita lavorativa e quella privata. Riteniamo che, considerando solo apparentemente strutturali le modifiche lavorative apportate dalla crisi pandemica da COVID-19, ci sia bisogno di novellare ed integrare nuovi istituti di Welfare contrattuale, privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori, nonché degli aspetti organizzativi a questi direttamente pertinenti, a partire dall’estensione del congedo parentale fino a giungere a forme di flessibilità lavorative tali da poter permettere l’espletamento delle  funzioni lavorative senza compromettere il ruolo genitoriale.

 

 

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