Nel volgere di poche ore ai tanti docenti a tempo indeterminato, che legittimamente aspirano ad una cattedra nella scuola pubblica, prima è stato detto via FAQ che potevano far valere ogni anno scolastico; poi però si è detto loro che si è trattato di un errore. Con i servizi svolti che non dovrebbero valere nulla. Per Anief non è possibile che a pochi giorni dalla scadenza del bando di concorso, vi siano ancora indecisioni nella gestione delle procedure e nella considerazione dei servizi svolti dai partecipanti al concorso. Questa politica all’insegna dell’incertezza conferma che è un’ambizione lecita impugnare certe decisioni, dichiarando i titoli attraverso apposita domanda integrativa al fine di poter aderire al ricorso entro il 30 marzo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): i servizi a tempo determinato, se svolti con il titolo di studio previsto, vanno considerati tutti alla stessa stregua. Negare questo principio, discernendo ad esempio tra supplenze brevi e annuali oppure dal tipo di ruolo ricoperto dal partecipante al concorso, significa attuare una disparità di trattamento e violare le norme in materia riconosciute a livello europeo.
La gestione da parte del Miur del concorso a cattedra sta sempre più prendendo le sembianze della “caricatura”. Stavolta, le incertezze e gli errori riguardano il servizio svolto nelle scuole paritarie. Dove i tanti docenti a tempo indeterminato, che legittimamente aspirano ad una cattedra nella scuola pubblica, prima sono stati “accontentati” nella loro richiesta di far valere, con 0,70 punti per ogni anno scolastico, il servizio svolto con almeno 180 giorni. Salvo poi dire loro che si è trattato di un errore.
Meno di ventiquattr’ore dopo, con un avviso di errata corrige del 24 marzo, il Miur ha infatti segnalato “che nella faq n. 14, per mero errore materiale, è stata riportata la parola “tempo indeterminato” anziché “tempo determinato”.Infatti, l’art. 1, comma 114, della Legge n. 107/2015, prevede, alla lettera b), che sia valutato il servizio prestato a tempo determinato e non a tempo indeterminato. Pertanto, la faq n. 14 corretta è: “D. E’ considerato valido il servizio prestato a tempo determinato nelle scuole paritarie? R. Sì è considerato valido, se prestato sullo specifico posto o classe di concorso, per cui se ne richiede la valutazione”.
Anief non può che disapprovare la decisione del Miur di tornare sui suoi passi. Prima di tutto, perché non è possibile che a pochi giorni dalla scadenza del bando di concorso vi siano ancora indecisioni nella gestione delle procedure e nella considerazione dei servizi svolti dai partecipanti al concorso. In questo modo, con il Ministero che prima prende le distanze e poi si aggrappa di nuovo alla più che discutibile tabella di valutazione dei titoli contenuta nel D.M 94, non si fa altro che avvalorare quanto espresso da tempo dal giovane sindacato.
“I servizi a tempo determinato – rammenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, se svolti con il titolo di studio previsto, vanno considerati tutti alla stessa stregua. Negare questo principio, discernendo ad esempio tra supplenze brevi e annuali oppure dal tipo di ruolo ricoperto dal partecipante al concorso, significa attuare una disparità di trattamento e violare le norme in materia riconosciute a livello europeo”.
“A questo proposito – continua il sindacalista Anief – ricordiamo che è discriminante impedire ad un docente già assunto a tempo indeterminato di partecipare alla procedura concorsuale. A questi insegnanti non può essere impedito di coronare la loro aspirazione professionale, coltivata negli anni attraverso studi universitari per conseguire un titolo di studio aggiuntivo: vorremmo sapere in base a quale criterio, il Miur blocca ora il loro accesso al concorso pubblico emanato a fine febbraio. Il servizio svolto da un docente di ruolo, anche della scuola pubblica, va considerato tutto utile per essere valutato ed il punteggio derivante inserito in graduatoria”.
Per questi motivi, il sindacato ha predisposto ricorsi d’urgenza al giudice del lavoro, al fine di veder riconosciuti i diritti lesi e rispettare i criteri meritocratici. Anief ha organizzato, pertanto, un apposito ricorso, rivolto a coloro che hanno lavorato in scuola pubblica o paritaria con servizio/contratto (o più contratti) non continuativo di almeno 180 giorni o con servizio svolto dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.
Anief ricorda che la valutazione dei servizi, da impugnare comunque entro il 30 marzo, verrà ufficialmente rivendicata dal sindacato subito dopo lo svolgimento delle prove scritte. Si invitano i docenti, pertanto, a dichiarare i titoli di servizio svolti utili a raggiungere la soglia dei 180 giorni, anche non continuativi, attraverso un’apposita domanda integrativa al fine di poter aderire al ricorso entro il 30 marzo.
Il sindacato ribadisce che, analogamente per quanto avviene con le GaE, deve essere rispettata, anche per il concorso a cattedra, la stessa valutazione del servizio prestato su posti comuni per 180 giorni, su posti di sostegno o su altra classe di concorso. E pure in scuole paritarie riconosciute dallo Stato. Anche per il personale assunto a tempo indeterminato. Chi è interessato a presentare ricorso può cliccare a questo link.
Si rammenta, infine, che è possibile prepararsi alle prove concorsuali attraverso il corso e-blended, in presenza e on line, sulla legislazione scolastica, sulle discipline e sulla lingua straniera. Maggiori informazioni a questo link.
Per approfondimenti:
Concorso scuola. Pronti migliaia di ricorsi. L'appello del ministro Giannini ai sindacati: "Approfittiamo di questa straordinaria opportunità". "Carte bollate non sono una scelta vincente" (Il Sole 24 Ore del 10 marzo 2016)