Sui contenuti della procedura concorsuale, che arriva a cinque anni di distanza dell’ultima, niente più “temone” su argomento vasto: si punterà ad uno scritto che ricalcherà quello dell'attuale concorso a cattedra. È anche possibile che la prova venga trasformata in una verifica Computer based, anche questo sulla falsa riga della selezione per docenti: come è probabile che si pongano pure delle domande di Lingua straniera (livello B2) e di Informatica (solo inglese). Confermato il test preselettivo.
Assieme alla laurea, continueranno ad essere chiesti cinque anni di servizio come docente o educatore nelle istituzioni pubbliche: da indiscrezioni, sembra che l’accesso sarà aperto anche ai candidati con meno di 5 anni di servizio di ruolo. Questa eventualità, a lungo invocata dal sindacato, non sarebbe altro che una norma introdotta a seguito della sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, con la quale i giudici hanno ribadito che per partecipare al concorso può essere ritenuto valido non solo il periodo di precariato, perché equivalente a quello svolto dai colleghi a tempo indeterminato, ma non è necessario nemmeno essere già di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): già in occasione dell’ultimo concorso, con decine di migliaia di candidati, siamo riusciti ad ottenere la partecipazione anche per coloro che avevano svolto un servizio di pre-ruolo, nonché per tutti i docenti precari con abilitazione con cinque anni di servizio. Alcuni di loro, adesso sono dirigenti scolastici: ciò ci inorgoglisce e ci dà conforto nel perseguire questa strada legale. Il Miur è avvisato.
Dopo diversi annunci a vuoto, sembra che sia davvero la volta buona: entro un mese, il bando di concorso per nuovi presidi vedrà la luce. “Manca soltanto la pubblicazione che avverrà a fine giugno”, scrive la stampa specializzata. La tempistica, riporta Orizzonte Scuola, è stata indicata durante un recente incontro al Ministero dell’Istruzione, a cui hanno partecipato “i membri della commissione” responsabile della stesura del nuovo regolamento e del conseguente bando, alla presenza del “Sottosegretario Faraone che ha confermato le indiscrezioni”.
Per quanto riguarda la prova scritta, è ormai cosa certa che “si dirà addio al temone su argomento vasto, per dare spazio ad uno scritto che ricalcherà quello dell'attuale concorso a cattedra”. È anche possibile che la prova venga trasformata in una verifica Computer based, anche questo come per i docenti: come è probabile che si pongano pure delle domande di Lingua straniera (livello B2) e di Informatica (solo inglese). Confermato, infine, il test preselettivo, nel caso in cui, praticamente scontato, “il numero dei candidati sarà elevato”.
Tutto tace, invece, per quanto riguarda i requisiti di accesso relativi al servizio svolto come insegnante o come educatore nelle istituzioni statali. Assieme alla laurea, continueranno ad essere chiesti cinque anni di servizio: da indiscrezioni, sembra che l’accesso sarà aperto anche ai candidati con meno di 5 anni di servizio di ruolo. Questa eventualità, a lungo invocata dal sindacato, non sarebbe altro che una norma introdotta a seguito della sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, con la quale i giudici amministrativi hanno ribadito che per partecipare al concorso può essere ritenuto valido non solo il periodo di precariato, perché equivalente a quello svolto dai colleghi a tempo indeterminato, ma non è necessario nemmeno essere già di ruolo.
Quindi, per il Tar il servizio prestato da precario va considerato alla stregua di quello post-ruolo. Che poi è la stessa logica che viene adottata per i titoli accademici di accesso nei Paesi dell’Unione Europea. Ma c’è anche un’altra sentenza delTAR Lazio, la n. 9729 del 16 settembre 2014, che su ricorso Anief ha stabilito che il servizio pre-ruolo deve essere valutato come quello di ruolo, seguendo quanto statuito dalla Corte di Giustizia europea con la sentenza emessa nel procedimento C-177/10 pubblicata in data 8 settembre 2011.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “nel caso in cui un laureato è in possesso di abilitazione all’insegnamento ed ha già svolto cinque anni di servizio ha diritto a partecipare al concorso. Non lo continuiamo a dire solo noi, ma anche i giudici che hanno analizzato il caso e si sono espressi sulla materia. Il nostro sindacato, in occasione dell’ultimo concorso per dirigenti scolastici, bandito nel 2011 e a cui parteciparono decine di migliaia di candidati, attraverso i suoi ricorsi, è riuscito ad ottenere la partecipazione anche per coloro che avevano svolto un servizio di pre-ruolo, che è stato valutato come requisito d’accesso nonché per tutti i docenti precari con abilitazione con cinque anni di servizio. Alcuni di loro, adesso sono dirigenti scolastici: ciò ci inorgoglisce e ci dà conforto nel perseguire questa strada legale. Al Miur è bene che lo sappiano sin d’ora”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
Pertanto, qualora il Miur dovesse pubblicare il bando di concorso per dirigenti scolastici negando la possibilità di accesso ai docenti precari laureati e abilitati, già con cinque anni d’insegnamento, nonché a coloro già immessi in ruolo ma reputati in difetto di titoli di servizio, il giovane sindacato preannuncia che è fermamente intenzionato a condurre una dura battaglia in tribunale.
Per quel che riguarda la preparazione al concorso, infine, si comunica che Eurosofia, in collaborazione con Anief, ha creato un corso strutturato per acquisire le competenze, le conoscenze e le abilità gestionali, strutturali e di leadership per agevolarti nel cambiamento sostanziale della tua vita lavorativa. Per informazioni contattare la segreteria al numero 091.7098311 oppure 091.7098357 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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