La Corte dei Conti ha certificato 23 miliardi di “buco”, che l’Inps ha eredito dall’Inpdap per il mancato pagamento dei contributi del personale a tempo determinato. Pacifico (Anief): siamo pronti a diffidare l’istituto di previdenza e per il Governo sarà una bella gatta da pelare.
Le pensioni dei dipendenti pubblici in servizio sono a rischio: la Corte di Conti ha infatti certificato un “buco” di 23 miliardi di euro, che l’Inps ha ereditato dall’Inpdap per il mancato pagamento mensile dei contributi del personale a tempo determinato. Per questo motivo l’Anief ha deciso di chiedere la certificazione dei crediti in tribunale, forte della sentenza della Corte di giustizia europea del 13 novembre 2008. Per questi motivi il sindacato, che fa parte della Confedir, stamattina ha partecipato attivamente davanti a Palazzo Chigi alla manifestazione “Vogliono toglierci anche il bastone-pensione”.
È sempre più evidente, infatti, che lo Stato sta cercando di fare cassa sulle spalle dei pensionati. Ad iniziare dalla mancata indicizzazione dell’assegno mensile nei confronti dei dirigenti degli enti locali, delle regioni e dei dipendenti di tutta la pubblica amministrazione, cui viene negato il diritto a percepire una pensione corrispondente ai contributi versati nel corso della loro carriera lavorativa.
“Quanto sta realizzando lo Stato con i suoi lavoratori – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - è una vera e propria evasione. E ha dell’incredibile, perché l’amministrazione si rende artefice esattamente di quello che non permette di fare alle imprese private. Ora, però, il Governo si ritrova con una nuova gatta da pelare: dopo i risarcimenti milionari che dovrà sborsare per la mancata stabilizzazione e il recupero del 2,5% illegittimamente percepito dalle busta paga di centinaia di migliaia di dipendenti, dovrà anche per forza di cose trovare quei 23 miliardi di euro che l’istituto nazionale di previdenza ha impropriamente sottratto ai dipendenti del pubblico impiego”.
A sostegno dei dipendenti c’è anche l’esito della sentenza n. 116 della Consulta, attraverso cui è stato di recente dichiarato incostituzionale il prelievo forzoso sulla differenza delle pensioni stabilito dal comma 22-bis dell’articolo 18 della legge 111/2011. Nei prossimi giorni il sindacato metterà a disposizione dei precari della scuola un modello di diffida da inviare all’Inps e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, proprio per rivendicare il mancato pagamento dei contributi versati.