In riferimento alle richieste dei sindacati al Governo sul rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione, non manca la reazione a caldo di Marcello Pacifico (Anief/Cisal) che commenta: “a dirla tutta, ne serve una somma pari al doppio di quella richiesta per rispettare la normativa e la costituzione vigente. Quei soldi potrebbero essere assegnati dai giudici senza alcun bisogno di sedersi ai tavoli considerato che negli ultimi otto anni l'inflazione e' salita del 20% e la legge impone un anticipo della metà automatico sugli stipendi a partire dalla sentenza della Consulta”. Anief ha, pertanto, già avviato i ricorsi in tutta Italia.
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“Qui non si tratta di recuperare il pregresso salvato dalla Corte Costituzionale, ma di dare ai lavoratori quanto spettante per legge dopo la pronuncia del giudice”. Questi i commenti a caldo di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal. “E la legge è chiara: bisogna mensilmente adeguare gli stipendi dei 3 mln di dipendenti pubblici alla metà dell'aumento del costo della vita certificato dal Mef. Solo dopo questi pagamenti automatici previsti per legge e che ammontano a più di 6 miliardi di euro si può pensare di sedersi ai tavoli e chiedere quanto restante, cioè il doppio, visto che l'inflazione è salita di 20 punti in questi ultimi anni relativi al blocco e dal 2001 quando si firma un contratto anche con anni di ritardo si cerca di recuperare la differenza rispetto all'IVC nel rispetto degli artt 36 e 39 della Costituzione” conclude Marcello Pacifico.
Per questa ragione, indipendentemente dalle trattative e dai 300 mln messi in campo dalla legge di stabilità, il sindacato Anief ha deciso di intraprendere una nuova iniziativa legale per recuperare almeno quanto dovuto.
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