Il Governo, nell’intesa del 24 aprile con i sindacati rappresentativi, si è impegnato a reperire le risorse necessarie per far recuperare al personale scolastico la perdita del potere d’acquisto, mille euro in meno in dieci anni. L’aumento potrebbe avvenire con il rinnovo del Contratto se verrà riscritto il DEF. Per Anief le risorse promesse sono insufficienti e certamente lontane sia dall'aumento del costo della vita (+10 punti dal 2008) che dalla media degli standard europei (+ 8mila euro). Resta confermato lo sciopero del 17 maggio anche contro la regionalizzazione contro la quale, peraltro, tutti continuano a raccogliere le firme.
Per Orizzonte Scuola, nel corso del triennio di vigenza del Contratto (2019/21), l’Esecutivo si è assunto l’impegno di allineare progressivamente gli stipendi dei docenti e degli ATA italiani a quelli dei colleghi europei, ma dai calcoli al momento effettuati si parla di aumenti intorno ai 100 euro. Per Anief non basterebbero e per questo il sindacato ha confermato lo sciopero del 17 maggio.
Il commento del Presidente Anief
Marcello Pacifico (Anief): I cento euro di aumento si tradurrebbero nel recupero di mille euro annui di disavanzo rispetto alla perdita del poter d'acquisto degli stipendi registrato dall'ISTAT nell’ultimo decennio, quando un insegnante nel 2008 in media prendeva 29 mila euro e nel 2018 è sceso a 28 mila, ma od ogni modo tenendo conto dell'aumento di 10 punti dell'inflazione non recuperato dal Governo Gentiloni e dallo scaduto contratto per il 2016/2018. Quando parliamo di salario minimo di cittadinanza intendiamo proprio questo: ancorare gli stipendi al costo della vita come è avvenuto ed è stato siglato per i lavoratori nel privato. Poi abbiamo dimostrato come si potrebbe subito dare incrementi di almeno 200 euro al mese utilizzando da subito i 3 miliardi di risparmi della riforma Tremonti già destinati dalla legge alla carriera dei docenti.
La conferma dello sciopero del 17 maggio
La strategia del Governo, a ridosso delle elezioni, sui compensi del personale scolastico appare chiara: assegnare 100 euro di aumento medio di stipendio e chiudere la pratica. Se le cose stanno così, replica Anief, non capiamo come possano starci le altre OO.SS. Se soltanto ci avessero ammessi al tavolo lo avremmo spiegato e magari oggi avremmo 300 euro netti di aumento. A queste condizioni, Anief non ci sta perché se soltanto si utilizzassero i risparmi di spesa già destinati dalla legge alla carriera degli insegnanti si darebbe al personale della scuola il doppio dei soldi previsti dall'accordo. Per non parlare dell'adozione di un semplice atto ministeriale per sbloccare subito i passaggi verticali per il personale Ata e assumere tutti i facenti funzione Dsga. E che dire dell'assenza di una sola parola sulla parità di trattamento stipendiali da dare al personale precario? Lo sciopero è inevitabile.
Indennità di vacanza contrattuale insufficiente
Il sindacato ricorda che in questi giorni oltre un milione di dipendenti della scuola ha ricevuto lo stipendio di aprile, leggermente maggiorato rispetto a quello percepito negli ultimi tre mesi: ciò, grazie all’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale, dovuta al mancato rinnovo del Ccnl scaduto il 31 dicembre scorso. Stiamo parlando di un incremento di “3,90 euro netti mensili per un collaboratore Scolastico, e di 5 euro per un Assistente Amministrativo e i DSGA. Va un po’ meglio, ma è solo un modo di dire per gli insegnanti di scuola infanzia ed elementare, i cui aumenti in busta paga” saranno di “circa 5,15 euro netti, e per quelli delle scuole secondarie di I e II grado” con circa “5,60 euro mensili netti” in più. Il problema è che il tasso IPCA non è stato aggiornato rispetto al blocco registrato nell'ultimo decennio a partire dall'approvazione della legge 122/2010, ma soltanto aggiornato al tasso di inflazione programmato dal MEF per il 2019, ragion per cui rispetto allo 0,41% di aprile e allo 0,7% del prossimo luglio mancano almeno 5 punti percentuali.
Il giallo sul DEF
Per poter assegnare questi cento euro nel nuovo contratto, il Governo deve cambiare; comunque, il DEF ha ripercorso gli aumenti già previsti dalla Legge di Bilancio: nell’anno in corso dell’1,3%, a fronte dello 0,42% dal 1° aprile 2019 e dello 0,7 dal 1° luglio 2019 di indennità di vacanza contrattuale, aumentato della percentuale insignificante pari allo 0,35%. Più lo 0.30% per gli anni successivi. Con il Documento di Economia e Finanza sono stata solo confermate delle variazioni già programmate: non c’è, in pratica, alcun recupero dell’inflazione pregressa, mentre si applica l’indennità di vacanza contrattuale, anch’essa inadeguata. Anzi si prevedono tagli al settore dell'istruzione fino al 2045.
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