ROMA, 21 NOV - Un docente con figlio disabile che venga assunto in una sede lontana da casa ha diritto all' avvicinamento: lo dice l'Anief, che rende nota una sentenza del Tribunale del Lavoro di Civitavecchia che ha dato ragione a una insegnante, immessa in ruolo a seguito del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge Buona Scuola, a ottenere l'assegnazione della sede di servizio definitiva "alla sede più vicina al domicilio della figlia minore da assistere tra quelle risultanti disponibili nella fase B della mobilità per l'anno scolastico 2016/2017". Dal giudice, secondo quanto riferisce Anief, è stata rilevata l'assoluta gravità e urgenza della situazione, proprio considerando come "la permanenza della ricorrente presso una sede di lavoro molto distante dal domicilio della figlia pregiudicherebbe in modo irreparabile l'assistenza e la cura della bambina". "La sentenza - afferma il presidente Anief Marcello Pacifico - ha rilevato il contrasto tra il disposto normativo che tutela le persone disabili e il Contratto collettivo nazionale sulla mobilità del personale docente educativo e Ata in corso. È doveroso che una mamma possa assistere la propria figlia e, contemporaneamente, svolgere l'attività di docente con serenità: i diritti dei lavoratori e delle persone con disabilità, che gli stessi assistono, non possono, infatti, essere violati con una generica norma transitoria o pattizia". (ANSA).
Roma, 18 nov. - (AdnKronos) - "A meno di una settimana dal via libera della Cassazione sui risarcimenti pecuniari nei riguardi di chi ha svolto almeno due anni di supplenza, arriva la prima sentenza in tribunale che riconosce ai lavoratori precari il diritto a uno stipendio adeguato agli anni di servizio effettivamente prestati anche se con contratti a tempo determinato: a stabilirlo e' stata la Corte d'Appello di Torino, che ha dato il suo assenso al ricorso formulato da docente precario 'storico' che lamentava la condotta illecita del Miur: l'amministrazione, ha spiegato ai giudici il docente attraverso i legali del sindacato, ha stipulato un'interminabile serie di contratti a tempo determinato andando ben oltre i 36 mesi di servizio". Lo afferma in una nota l'Anief. "I giudici, esaminato il caso, non solo gli hanno dato ragione, ma gli hanno anche riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per abuso del lavoro precario, poiché in palese disparita' di trattamento rispetto al personale di ruolo. Al docente, in pratica, e' stato illegittimamente negato il diritto alle periodiche progressioni stipendiali, riconosciute solo ai docenti di ruolo, nonostante i tanti anni di servizio alle dipendenze del Miur", prosegue il sindacato. Esulta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, a nome dei tanti precari che ora potranno seguire l'esempio del docente piemontese: "Non c'e' alcun dubbio che il Ministero dell'Istruzione stia tutt'ora palesemente violando le imperative disposizioni comunitarie discriminando i lavoratori precari della scuola e abusando dei contratti a termine ben oltre il limite consentito. Procederemo a depositare nei prossimi mesi centinaia di ricorsi per restituire dignità ai lavoratori della scuola e per far ottenere loro le progressioni stipendiali mai riconosciute e un equo risarcimento dei danni, anche in relazione al diritto all'integrale ricostruzione di carriera per il periodo pre-ruolo". "Il contrasto con i principi comunitari in materia di lavoro a tempo determinato, cosi' come interpretati dalla Corte di Giustizia - continua Pacifico - e' evidente anche alla luce della recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha fatto chiarezza sul pieno diritto dei lavoratori precari al riconoscimento delle mancate progressioni stipendiali e all'immediata e integrale ricostruzioni di carriera del personale scolastico già di ruolo che ha prestato anni di servizio a tempo determinato". "Bisogna rivendicare il rispetto del proprio lavoro e della propria professionalità: aggiunge ancora Pacifico - un docente o un Ata con contratto a termine svolge la propria attività con le stesse mansioni e assumendosi le medesime responsabilita' del lavoratore a tempo indeterminato e a volte ha anche maggiore esperienza maturata in tanti anni di servizio". "Il riconoscimento del diritto alla medesima progressione stipendiale applicata ai lavoratori a tempo indeterminato e alla pari dignità con tempi certi per l'immissione in ruolo e' solo doveroso e il nostro sindacato dara', nuovamente, una risposta forte a questo governo che si finge 'cieco e sordo' davanti ai veri problemi dei lavoratori che da anni permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche", conclude Pacifico.
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IL PUNTO
I RICORSI
Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione
Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo
Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti