Anief farà ammettere alle prove successive migliaia di candidati che oggi hanno conseguito nella preselezione tra i 30 e i 34 punti, come prevede la normativa vigente, in particolare il Decreto Legislativo 297/94. Anziché almeno 35 punti come richiesto ingiustamente dal Miur.
Si è svolta oggi la prima delle due giornate dedicate dal Miur allo svolgimento delle prove preselettive per far accedere al concorso a cattedra per selezionare 11.542 docenti da assegnare a tutti i livelli scolastici. Il Ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che ha superato la prova, in media, solo un partecipante ogni tre. Molti candidati si sono lamentati perché molti dei 50 quesiti a cui hanno dovuto rispondere erano troppo generici, cervellotici e non certo indicati a selezionare dei futuri insegnanti. Con il risultato che migliaia di laureati, anche con il massimo dei voti e dopo aver conseguito master e dottorati, si sono ritrovati incredibilmente esclusi.
Secondo l’ufficio studi dell’Anief siamo di fronte ad una selezione iniziale impropria: il criterio adottato dal Ministero dell’Istruzione è stato, evidentemente, quello di sfoltire il più possibile il futuro lavoro delle commissioni insediate dagli Usr per valutare la preparazione e le capacità degli oltre 320mila aspiranti docenti. Ponendo loro (domani si replica) dei quesiti più adatti agli appassionati di cruciverba che a dei futuri professionisti dell’insegnamento.
Ma anche scegliendo di collocare la soglia minima per passare alle prove selettive a 35/50: una soglia che va ben oltre, in proporzione, ai 6/10 previsti dal Decreto Legislativo 297/94 che costituisce, sino a prova contraria, il principale riferimento normativo per selezionare i docenti nella scuola pubblica.
“L’Anief ha deciso di farsi portavoce di queste contraddizioni – spiega Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato –, in particolare del fatto che il Miur avrebbe dovuto ridurre la soglia minima di accesso a 30/50. Tutti coloro che hanno dunque conseguito tra 30 e 34 punti non si rassegnino, perché tramite la nostra assistenza potranno rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale e chiedere il rispetto delle norme vigenti. L’obiettivo, ovviamente, è quello di accedere direttamente alle prove disciplinari scritte, il cui calendario verrà pubblicato il prossimo 15 gennaio”.
“Il Miur si dovrà ricredere: alzare troppo l’asticella del punteggio minimo non è stata una scelta saggia. Il Ministero ha in questo modo inibito il diritto dei candidati a farsi valutare in modo equo il loro merito, sottoforma di conoscenze e competenze acquisite, utile per accedere alle prove successive”, ha concluso il presidente dell’Anief.