Si chiama Raffaella Mascolo e costituisce il caso su cui il 26 novembre scorso si era espressa la Corte europea condannando l’Italia per abuso di precariato. Il ricorso, patrocinato dai legali Anief De Michele e Galleano, accolto su tutta la linea: immissione in ruolo con acclusa ricostruzione di carriera.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): tutti i tribunali italiani si dovranno adeguare alla sentenza delle Corte europea, come ha fatto oggi il giudice di Napoli. Ma vinta questa battaglia l’Anief non si fermerà: oltre all’assunzione, i precari hanno diritto a percepire gli scatti di anzianità da precari, al pagamento delle mensilità estive, alla riconoscimento pieno del periodo pre-ruolo anche ai fini della mobilità.
Arrivano i primi effetti pratici della storica sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti a termine nel territorio italiano: a Napoli il giudice del lavoro Paolo Coppola, prendendo atto della pronuncia emessa dai giudici di Lussemburgo, in Rue du Fort Niedergrünewald lo scorso 26 novembre, attraverso la sentenza 521/2015 ha accolto il ricorso della docente precaria Raffaella Mascolo, patrocinato dai legali Anief De Michele e Galleano, procedendo alla sua immissione in ruolo con acclusa ricostruzione di carriera.
La sentenza sulla docente di Ischia arriva a distanza di cinque anni da quando l’Anief denunciò il danno prodotto ai precari italiani, costituendosi in Corte Costituzionale, cui seguirono migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro italiani, che si vanno a sommare alla miriade di denunce pervenute alla Commissione Europea, proprio per l’incompatibilità della normativa nazionale rispetto alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato.
L’Anief ha sempre sostenuto l’illegittimità dello Stato italiano nel rinnovare i contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti nella pubblica amministrazione: ciò è avvenuto senza ragioni oggettive e con il solo scopo di lucrare un risparmio di spesa in danno di un’intera generazione di lavoratori. Già nel 2011 arrivarono congrui risarcimenti danni a favore dei precari ricorrenti, con indennizzi fino a 30mila euro.
Con la Legge 106/2011, lo Stato cerca di mettere un argine e deroga espressamente all’esecuzione del diritto dell’Unione per via di ragioni oggettive, che nell’estate del 2012 sono state individuate dai giudici di Cassazione nella particolare condizione della scuola italiana: per il nostro Stato, i precari sarebbero addirittura “fortunati”, perché con il servizio accumulano in graduatoria punti per entrare di ruolo. Mentre gli organici non sarebbero prevedibili e il pareggio di bilancio imporrebbe risparmi. Ma l’Anief non si è mai arreso e i risultati della battaglia si sono avuti a partire dallo scorso anno, quando a marzo la Corte UE decise di accogliere i ricorsi prendendo tempo per esaminare la situazione. A luglio, poco prima dell’accoglimento, già l'avvocato generale, Maciej Szpunar, che si era espresso positivamente sulle motivazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “a questo punto tutti i tribunali italiani si dovranno adeguare alla sentenza delle Corte europea, come ha fatto oggi il giudice di Napoli. Ma vinta questa battaglia l’Anief non si fermerà: oltre all’assunzione, i precari hanno diritto a percepire gli scatti di anzianità da precari, al pagamento delle mensilità estive, alla riconoscimento pieno del periodo pre-ruolo anche ai fini della mobilità”.
“È evidente che anche il nuovo contratto di lavoro – conclude il sindacalista Anief-Confedir – dovrà contenere la validità del servizio svolto dai precari ai fini di tutto quanto stabilito nei tribunali, italiani e non. Il rispetto dalla dignità dei lavoratori, di ruolo e non di ruolo, non può continuare ad essere calpestato. Anche per questo, fino al 6 febbraio, il sindacato Anief chiede ai lavoratori della scuola di presentare le proprie liste di candidati in tutti gli ordini scolastici”.
Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e permettici di cambiare la scuola. #iocambiolascuola e tu? Entro la primavera si dovranno discutere i provvedimenti del Governo sulla scuola. C’è bisogno di un sindacato forte, giusto e vincente.
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