Per il 2012 servono 350 milioni di euro. L’amministrazione intende sottrarli al MOF, producendo una decurtazione consistente dei compensi previsti per le attività extra dei dipendenti. Inoltre, se il decreto di proroga del blocco del rinnovo contrattuale arriverà in G.U. le somme percepite per gli aumenti in busta paga non avranno alcun effetto sulle ricostruzioni di carriera.
Il Ministero dell'Istruzione ha comunicato ai sindacati l'ammontare della quota necessaria al pagamento degli scatti di anzianità del personale della scuola la cui progressione di carriera sarebbe “scattata” nel 2012: si tratta di circa 350 milioni di euro. Una cifra considerevole, che l’amministrazione ha già fatto intendere che potrebbe essere sottratta solo da un fondo: quello del Miglioramento dell'offerta formativa.
Si tratta di uno scenario già visto, lo scorso anno, che produrrà due effetti. Entrambi negativi. Il primo è che al personale impegnato in attività supplementari a quelle ordinarie – funzioni aggiuntive e strumentali, progetti, didattica di recupero, ecc. – verranno sottratti circa la metà dei fondi rimasti a disposizione per il miglioramento della gestione degli istituti scolastici. Dimezzando, in media, il compenso annuale dei docenti e Ata che passa per la contrattazione del Fondo d’Istituto.
Il secondo aspetto negativo è che questo sacrificio non comporterà alcun beneficio ai fini della progressione di carriera. Il personale della scuola che godrà dell’aumento in busta paga si dovrà accontentare di quell’una tantum. E basta. Nel decreto di proroga del blocco dei contratti sino alla fine del 2014, approvato dal Consiglio dei Ministri e in procinto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è infatti previsto che eventuali aumenti stipendiali attuati "a decorrere dall’anno 2011" non avranno effetti sulla ricostruzione di carriera.
"Si tratta di una prospettiva che il nostro sindacato ha annunciato da tempo - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -. Comprendiamo che è una realtà dura da accettare, ma con il prossimo approdo in Gazzetta del testo del decreto che proroga il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici, la conseguenza sarà quella che i soldi persi nel quadriennio 2011-2014 non saranno più recuperabili”.
L’Anief, come sempre, si batterà per contrastare questa ennesima beffa per i dipendenti della scuola. Il provvedimento approvato dal CdM, infatti, poggia su una proroga del blocco del contratto che non ha motivo di esistere: il sindacato, quindi, proseguirà l’iter dei ricorsi al tribunale del lavoro, al fine di ottenere dalla Consulta, probabilmente nel prossimo mese di novembre, la declaratoria di incostituzionalità. Il precedente sul blocco degli automatismi di carriera dei magistrati, la sentenza n. 223/12, fa ben sperare: i giudici hanno spiegato che i sacrifici stipendiali chiesti ai lavoratori dello Stato possono essere attuati, ma a condizione che siano “transeunti, consentanei allo scopo ed eccezionali”. Tutti caratteri che non appartengono al decreto di proroga del blocco degli stipendi della P.A.