Ricorso contro il blocco del contratto e delle progressioni stipendiali.
DESCRIZIONE: Ricorso per ottenere lo sblocco del contratto e il recupero, anche ai fini previdenziali, degli scatti di anzianità che l'art. 9 (commi 17, 21 e 23) della Legge 122/2010 blocca per il periodo 2011-2013.
REQUISITI: Docenti e ATA di ruolo
MODALITA' DI PREADESIONE: Inviare una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. inserendo come oggetto “PREADESIONE RICORSO SCATTI STIPENDIO” e per testo i propri dati anagrafici completi (COGNOME, NOME, LUOGO E DATA DI NASCITA, CODICE FISCALE, RECAPITI MAIL E TELEFONICI) e la propria sede di servizio statale (indirizzo COMPLETO – via, comune, provincia - della sede STATALE di attuale servizio).
ISTRUZIONI OPERATIVE: Anief invierà successivamente per e-mail le istruzioni operative per l'effettiva adesione al ricorso. L'invio della e-mail di preadesione non è in alcun modo vincolante all'effettiva partecipazione al ricorso.
La somma che la parte pubblica è disposta a mettere sul piatto prevede aumenti in busta paga di appena 10 euro: in pratica è appena lo 0,5%, rispetto al 9,6% dell’IPCA, l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il conferimento di quell'indennità avrebbe permesso di non far scendere gli stipendi statali sotto l’inflazione. Ecco perché l’unica strada rimane il ricorso al tribunale del lavoro, in modo da sbloccare i valori dell’indennità di vacanza contrattuale che per legge prevede il pagamento annuale del 50% dell’aumento del costo della vita.
Per aderire al ricorso per il recupero completo degli arretrati vai al LINK.
Il MIUR dovrà pagare alla ricorrente ANIEF, entrata in ruolo nel 2012, ma sfruttata dal MIUR come precaria sin dal 2006, tutti gli stipendi non corrisposti a causa della scadenza dei contratti a termine stipulati al 30 giugno di ogni anno e riconoscerle anche l’anzianità di servizio che avrebbe maturato come se fosse stata assunta a tempo indeterminato sin dal primo anno di precariato. Questo quanto ottenuto dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini presso il Giudice del Lavoro di Trani, con una sentenza esemplare che riconosce che il MIUR, in qualità di datore di lavoro, pur se è intervenuta l’immissione in ruolo della ricorrente, ha comunque “abusato del suo potere di stipulare contratti a tempo determinato”.
Secondo Giannini “nella scuola ci sarà una base molto importante di partenza”, ma è un bluff: il titolare del Miur sa bene che, grazie al decreto legislativo 150/09, poi avallato dagli altri sindacati, gli incrementi in busta paga possono avvenire solo sulla base delle performance professionali, in perfetto stile aziendale, come confermato dalla riforma, la Legge 107/15. Nel frattempo, in Italia le buste paga dei docenti sono cresciute ogni anno a partire dal 2005 solo del 4-5%, mentre nella media Ocde l’incremento è stato del il 15-22%. L’inflazione le ha superate di 4 punti.
Marcello Pacifico (presidente Anief):sindacati, come ha detto oggi il ministro, possono anche sedersi al tavolo dell’Aran ma sugli scatti non c’è nulla da trattare: i blocchi di aumento contrattuale non si possono superare con degli accordi. Quello che va fatto, invece, è impugnare il blocco stipendiale, come indicato di recente con la sentenza n. 178 della Consulta sull’inammissibilità del blocco del pubblico impiego. Ecco perché Anief ha fatto ricorso in tribunale: è l’unico modo per recuperare 8.500 euro a lavoratore.
Nuova vittoria dell'ANIEF in Corte d'Appello sul diritto dei docenti precari a percepire la medesima progressione stipendiale dei docenti di ruolo. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Denis Rosa danno di nuovo scacco matto al Ministero dell'Istruzione con la conferma della sentenza ottenuta in primo grado che riconosce il diritto di una docente precaria alle progressioni stipendiali negate dal MIUR in base agli anni di servizio effettivamente prestati. Il Ministero aveva appellato la sentenza già negativa che lo condannava e la Corte d'Appello di Venezia gli dà nuovamente torto evidenziando in sentenza la palese contraddittorietà delle tesi sostenute.
Le motivazioni della sentenza n. 178 della Consulta, rese pubbliche in queste ore, danno piena ragione a quanto sostenuto da sempre da Anief-Confedir: i conti dello Stato non possono in nessun caso prevaricare il diritto dei lavoratori esercitati attraverso la contrattazione sindacale finalizzata al rinnovo di contratto. E’ sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art.39 della Costituzione, proprio per questo, non è più tollerabile. Per il ministro della PA, Marianna Madia, il rinnovo potrebbe arrivare entro 150 giorni con la Legge di Stabilità 2016. A sperare sono circa 3,3 milioni di dipendenti impiegati nelle Pubbliche Amministrazioni con un costo teorico che potrebbe raggiungere i 5-7 miliardi di euro.
Nella scuola la situazione degli stipendi è a dir poco critica: in Italia le buste paga dei docenti sono cresciute ogni anno a partire dal 2005 solo del 4-5%, mentre nella media Ocde l’incremento è stato del di ben il 15-22%. Impietosi anche i dati Aran a livello di intera PA: tra il 2008 e il 2015, mentre i dipendenti statali si sono visti incrementare lo stipendio del 9,4%, i colleghi del comparto privato li hanno praticamente “doppiati”, incassando un aumento del 18,9% (con il settore Industria che ha raggiunto il 22,3% di incrementi).
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): purtroppo per il futuro c’è poco da essere ottimisti, perché con il nuovo contratto arriverà la riforma Brunetta, il decreto legislativo 150/09, che cancella l’anzianità di servizio e gli aumenti a pioggia per gli statali, dando spazio solo ad incentivi legali al merito. E rimane scrutinabile ancora il blocco decennale (2008/2018) dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale. Ecco perché i soldi previsti dal Governo Renzi sono molti di meno.