Anief invita i sindacati a fermarsi e a ricorrere in tribunale per sbloccare i contratti e adeguare gli stipendi almeno al costo dell’inflazione + 4%. Persi 3.600 euro lordi in media nell’ultimo triennio.
Mentre prendono avvio le trattative in ARAN per firmare il contratto entro il giugno 2012, ANIEF denuncia l’inadeguatezza della copertura finanziaria (120 mln) messa dal Governo e diffida i sindacati dallo scippare altre risorse al fondo delle scuole. Questo è già il metodo Brunetta che non paga perché riduce servizi alle famiglie. I soldi per gli aumenti di stipendio devono essere messi nelle finanziarie e non devono provenire da nuovi risparmi o tagli. Il sindacato autonomo dice no a un contratto che modifichi lo Stato giuridico quando gli stipendi di base non sono ancora adeguati all’aumento dei prezzi. In dieci anni si perderanno 12.000 euro.
Questa è la risposta del primo tra i sindacati non rappresentativi che si presenterà alle prossime elezioni RSU per ottenere la rappresentatività e contrastare le scelte sindacali che in questi anni hanno impoverito tutto il personale docente. Già perché i famosi scatti pagati per il 2010-2011 grazie al taglio di 50.000 posti di lavoro e alla riduzione di 1/3 del fondo del MOF e quelli per cui sono in corso le trattative per il 2012, grazie sempre a nuovi risparmi, sono sotto, comunque, di 4 punti percentuali rispetto all’aumento dell’inflazione registrato nell’ultimo triennio. Cosa vuol dire? Vuol dire che se si fosse firmato un contratto, e se non si fosse applicato il decreto legislativo 150/09 - sulla cui applicazione alcuni sindacati hanno firmato un’intesa già il 3 febbraio 2011 – (che prevede con il relativo atto di indirizzo la sostituzione del merito misurato con l’anzianità di servizio con il merito misurato con la prestazione individuale all’interno dell’unità aziendale secondo parametri nazionali, a condizione di risparmi da certificare per trovare le risorse), oggi, docenti e ata dovrebbero prendere in media 3.600 euro lordi di arretrati. Allora ci chiediamo, perché i sindacati non hanno ricorso in tribunale contro il blocco contrattuale, essendo loro prerogativa, tutelata dall’Europa, il diritto all’informazione e consultazione?
Per questa ragione, la stessa Confedir – cui l’Anief aderisce, ha deciso nell’ultima segreteria, per quanto di sua competenza, di dare mandato ai propri legali per impugnare la legge 122/2010 di fronte al tribunale del lavoro per giungere alla Consulta e alla Corte di giustizia europea.
Nel frattempo, Anief organizza per dirigenti, docenti e ata un ricorso collettivo gratuito alla CEDU per l’evidente differenza di trattamento tra alcuni dipendenti pubblici che continuano ad avere aumenti mensili del 5%, i privati che hanno registrato aumenti nell’ultimo anno del 2% e i restanti dipendenti pubblici tra cui il personale della scuola che dal 2010 non registra alcun aumento. Per informazioni consulta il seguente link o scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, infine, ricorda al ministro Giannini che per effetto della legge di stabilità 2014 (L.147/13) i contratti per il 2013 e 2014 possono essere firmati ai soli fini giuridici e non economici. Ma cambiare lo Stato giuridico quando gli stipendi sono sotto l’inflazione non ha senso tanto più se a fine carriera un docente italiano prende 600 euro in meno al mese di un collega che lavora negli altri Paesi OCDE. Prima di ogni trattativa, pertanto, il Governo come avviene nel Privato deve trovare le risorse da mettere in finanziaria per pagare gli aumenti di stipendio. In caso contrario, meglio non firmare niente e ricorrere in tribunale per ottenere giustizia.