Ancora conferme dai tribunali del lavoro sull'illegittimità dell'operato del MIUR nelle operazioni di mobilità 2016. Anief: la prossima mobilità dovrà rispettare la normativa europea e il merito.
Il Tribunale del Lavoro di Venezia rileva nuovamente gravi errori nell'attribuzione delle sedi in Fase C a causa dell'ormai famigerato algoritmo e condanna l'Amministrazione all'immediata correzione dei trasferimenti operati nel 2016, riportando a casa una docente Campana erroneamente assegnata in Veneto. Il Giudice del Lavoro di Pavia, invece, si occupa nuovamente della questione vincolo quinquennale sostegno e dà conferma che il CCNI sulla mobilità è illegittimo nella parte in cui non attribuisce rilevanza alcuna al servizio su posto di sostegno durante il periodo di precariato. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La prossima mobilità deve dare giusto riconoscimento al servizio svolto durante il precariato anche ai fini dell'assolvimento del vincolo su posto di sostegno e nel pieno rispetto della normativa comunitaria; già lo o schema di Decreto Legislativo recante “norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità” approvato il 14 gennaio in CdM e ora al vaglio delle commissioni parlamentari, ci ha dato ragione sul punto. La prossima mobilità sarà determinante e il nostro sindacato vigilerà e tutelerà il diritto di tutti i lavoratori al giusto riconoscimento della propria professionalità”.
I provvedimenti ottenuti dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Marco Di Pietro e Denis Rosa, infatti, danno piena soddisfazione alle tesi da sempre patrocinate dal nostro sindacato e confermano che il Ministero dell'Istruzione ha posto in essere delle operazioni di mobilità che non hanno rispettato il fondamentale principio del merito e della professionalità acquisita dai lavoratori valorizzata nel punteggio attribuito loro per i trasferimenti. Il Giudice del Lavoro di Venezia, infatti, conferma che l'unico principio da rispettare nella mobilità, in assenza di precedenze, è quello del merito e specifica come “la corretta modalità operativa nella predisposizione delle graduatorie e nell’assegnazione della sede a ciascun docente consista nello stilare preferenza per preferenza la graduatoria dei docenti sulla base del punteggio assegnato secondo il punteggio posseduto ed assegnato secondo le previsioni di cui all’allegato D al c.c.n.i. del 2016 senza tener conto dell’ordine con cui ciascun interessato abbia espresso la preferenza, a prescindere cioè che l’ambito territoriale esaminato sia collocato come prima o come terza o come altra successiva scelta/preferenza”.
Presso il Tribunale di Pavia, poi, gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Ida Mendicino e Giuseppe Campisi, ottengono nuovamente ragione in favore di una nostra iscritta con il pieno riconoscimento della pari dignità del lavoro svolto a tempo determinato su posto di sostegno ai fini del raggiungimento del quinquennio di servizio e ottenere il trasferimento su posto comune. Il Giudice, infatti, concorda sul fatto che è stata posta in essere dall'Amministrazione un'evidente “discriminazione non consentita dai principi costituzionali e dalla normativa europea, richiamata dalla Corte di Giustizia Europea”, che ha definitivamente chiarito che “per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato”.
“La prossima mobilità deve rispettare la normativa europea – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - e dare anche il giusto riconoscimento al servizio svolto durante il precariato ai fini dell'assolvimento del vincolo su posto di sostegno; già lo o schema di Decreto Legislativo recante “norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità” approvato il 14 gennaio in CdM e ora al vaglio delle commissioni parlamentari, ci ha dato ragione sul punto. La prossima mobilità sarà determinante e il nostro sindacato vigilerà e tutelerà il diritto di tutti i lavoratori al giusto riconoscimento della propria professionalità”. L'Anief, dunque, esprime piena soddisfazione per queste ulteriori vittorie in tribunale e ribadisce ai propri iscritti e al MIUR che proseguirà senza sosta e in tutte le sedi opportune la propria battaglia al fianco dei precari della scuola perché nessuna ingiustizia o discriminazione sia posta in essere a discapito di quanti hanno svolto con professionalità il proprio lavoro alle dipendenze del MIUR con contratti di lavoro a tempo determinato.