Servono modifiche nette e in una precisa direzione, sul piano dei congedi e dei trasferimenti, per le lavoratrici vittime di violenza. Occorre anche recepire la normativa europea che prevede misure concrete anti-molestie e anti-bullismo, a cominciare da una formazione obbligatoria per i dipendenti e per chi ricopre ruoli dirigenziali. Marcello Pacifico (Anief): Reputiamo di primaria importanza la tutela delle vittime di violenza e la ricerca per loro della migliore soluzione lavorativa
Attenzione massima al rinnovo del prossimo contratto. Da sindacato rappresentativo, Anief intende essere subito operativo e costruttivo, con proposte concrete e condivisibili.
Il gruppo di lavoro di Anief ha elaborato una piattaforma di proposte in vista del prossimo contratto che è stata illustrata nel recente Consiglio nazionale, tenutosi a Roma. Oltre a chiedere un pieno riconoscimento della professionalità e della centralità dei docenti nel sistema scuola, fra le istanze del giovane sindacato deve esserci una svolta ulteriore sul diritto al congedo specifico per le donne vittime di violenza. Aspetto recepito nelle disposizioni particolari della contrattazione nazionale, ma migliorabile.
Anief propone di innalzare il tetto massimo di 90 giorni di congedo fino a 120 giorni; specificando che tale periodo possa essere fruito indistintamente dalle lavoratrici con contratto a tempo determinato o indeterminato. In più, si ritiene indispensabile, in caso di contratto a termine con scadenza precedente alla durata del congedo, applicare alla lavoratrice la stessa normativa prevista per la cosiddetta “maternità fuori nomina”, con medesima retribuzione.
Alla luce della nuova “Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 settembre 2018 sulle misure per prevenire e contrastare il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nei luoghi pubblici e nella vita politica nell'UE”, Anief sostiene, al di là dell'istituzione di un pur apprezzabile Comitato Paritetico sul Mobbing, la necessità di recepirne le idee di fondo in modo più concreto prevedendo, nel prossimo contratto, l’introduzione di misure come procedure efficaci, trasparenti e riservate per gestire reclami, sanzioni disciplinari forti e dissuasive per i responsabili, formazione obbligatoria, ovviamente gratuita per i lavoratori e in orario di servizio, in materia di molestie sessuali, mobbing e bullismo per tutti i dipendenti e coloro che ricoprono ruoli dirigenziali.
“Come il nostro sindacato ha ribadito più volte – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è necessario prendere coscienza del fatto che l’integrità psicofisica, il rispetto della dignità e dell’autodeterminazione sono valori inviolabili, diritti fondamentali e universali da cui non si può prescindere. Anief ha sempre dato seguito alle raccomandazioni del Parlamento Europeo per prevenire e contrastare il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nei luoghi pubblici e nella vita politica nell'UE; ci impegniamo costantemente affinché i principi della nostra Carta Costituzionale, l'art. 37 in particolare, abbiano il giusto rilievo. Reputiamo dunque di primaria importanza la tutela delle vittime di violenza e la ricerca per loro della migliore soluzione lavorativa”.
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