Tantissime le autorità dalla parte della professoressa. Due presidi davanti alla prefettura e all’istituto dove insegna Rosaria Maria Dell’Aria. Il giovane sindacato presente con una delegazione. Il presidente Pacifico: no alla censura di Stato
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme alla delegazione Anief presente ieri al presidio
Centinaia di studenti e di docenti di Palermo ieri pomeriggio, come racconta La Repubblica, sono scesi in piazza per stringersi attorno a Rosaria Maria Dell’Aria, la professoressa di lettere sospesa per due settimane, con stipendio dimezzato, dall’ITI Vittorio Emanuele III, perché colpevole, secondo l’Ufficio scolastico provinciale, di non avere controllato l’elaborato di un gruppo di studenti preparato in occasione della Giornata della memoria: nel video, presentato poi in aula magna, i ragazzi hanno fatto un parallelismo tra le leggi razziali del ’38 e le misure del decreto sicurezza volute dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che hanno cancellato alcuni diritti acquisiti dai migranti, come il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Anche Anief con una sua delegazione era presente al sit-in davanti alla prefettura. «Le nostre scuole non sono caserme, la cultura non si arrende» hanno intonato i ragazzi; al loro fianco anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha appoggiato la mobilitazione. Il gruppo si è poi spostato in via Duca della Verdura, dove si è tenuto il secondo presidio, organizzato dai sindacati proprio davanti al Vittorio Emanuele III. Il caso è diventato politico. Interrogazioni parlamentari sono state presentate dal Pd ma anche dal M5s, alleato della Lega, per chiedere al governo chiarezza sulla sospensione della docente, ritenuta scandalosa e spropositata.
«Finché esisterà Anief saranno difese la costituzione – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato autonomo – la libertà di espressione e non esisterà la censura di Stato, contro cui ci battiamo a gran voce. A Rosaria Maria Dell’Aria va la nostra piena e convinta solidarietà. Il controllo politico sulla cultura e sulla scuola rievoca le pagine peggiori della storia italiana del secolo scorso.»
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