Lo ha detto Marcello Pacifico – presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –, nel giorno del convegno Confedir “Rinnovi contrattuali e previdenza”, svolto oggi pomeriggio a Roma. Il Governo intende restituire solo una piccola parte dei soldi non corrisposti, una ridicola una tantum, relativa al 2012/2013, con una incidenza che varia dal 40% al 10% degli aumenti bloccati indicizzati all’inflazione, dimenticando pure gli assegni superiori ai 3.000 euro. Dai calcoli del sindacato risulta che gli arretrati spettanti ai lavoratori arrivano a superare i 5mila euro. E la perdita a regime i 2mila euro annui.
“Il decreto del Consiglio dei Ministri sulle pensioni è illegittimo: l’unica strada per riavere i soldi è il ricorso”. Lo sostiene Marcello Pacifico - presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –, nel giorno del convegno Confedir “Rinnovi contrattuali e previdenza”, svolto oggi pomeriggio a Roma.
Nel corso del convegno, svolto oggi nella capitale, gli interventi si sono soffermati sul blocco stipendiale nel pubblico impiego, che riguarda oltre 3 milioni e 200 mila di dipendenti pubblici, e della riforma Monti-Fornero sulle pensioni, che porterà nel volgere di qualche decennio a degli assegni di quiescenza poco superiori all'attuale pensione sociale. Il discorso si è poi spostato sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015, solo parzialmente recepita dal Governo.
“La strada del ricorso è l’unica percorribile, al momento, per recuperare il 100 per cento della perequazione per assegni superiori a 1.500 euro. Perché il Governo - ha detto il sindacalista Anief-Confedir-Cisal - restituisce come una tantum, per il solo 2012/2013, dal 40 per cento al 10 per cento degli aumenti bloccati indicizzati all’inflazione, dimenticando pure gli assegni superiori a 3.000 euro e gli anni successivi”.
“Dal 2016, invece, si avranno sull’assegno di quiescenza appena 15 mensili e solo per la fascia più bassa rispetto ai 98 dovuti. La verità è che la rivalutazione delle pensioni doveva essere reale e retroattiva, come ha indicato la Corte Costituzionale, che ha di fatto annullato integralmente il blocco sulle indicizzazioni senza fare alcuna distinzione tra i diversi redditi. La via del ricorso – ha concluso Pacifico - è inevitabile”.
Il danno economico dei pensionati coinvolti è infatti notevole: dai calcoli del sindacato risulta che gli arretrati spettanti ai pensionati arrivano a superare i 5mila euro. E la perdita annuale, a regime, i 2mila euro. Anche coloro che percepiscono una fascia di reddito di 1.700 euro, ad esempio, si ritroveranno, anche dopo l’una tantum percepita, a perdere 2.959. E oltre 1.000 come differenza annuale a regime.
Alla luce di tutto ciò, Anief con Cisal, Confedir e Radamante, hanno deciso di avviare ricorsi in tribunale per ottenere le quote spettanti. Si parte da 3.000 euro di arretrati e 1.000 euro annui ulteriori a regime per assegni di 1.700 euro. La sentenza n. 70/2015 è subito esecutiva. Scarica il modello di diffida.
Per info o adesione al ricorso, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contatta il sindacato, la confederazione di appartenenza.
La tabella elaborata dall’Ufficio Studi Anief sul danno economico prodotto ai pensionati a seguito della decisione presa dal CdM il 18 maggio di attuare solo lo spirito della sentenza della Consulta 70/2015
Esempio di fascia |
Assegno percepito * |
Assegno spettante * |
Arretrati spettanti * 2012/14 |
Una Tantum Decreto |
Differenza a credito |
Anno 2015 |
Totali arretrati spettanti |
Aumento spettante anno 2016 |
Aumento concesso anno 2016 |
Differenza spettante mensile |
Differenza annuale a regime |
1 |
1.700 |
1.821 |
2.439 |
754 |
1.685 |
1.274 |
2.959 |
98 |
15 |
83 |
1.079 |
2 |
2.200 |
2.347 |
2.584 |
464 |
2.120 |
1.612 |
3.732 |
124 |
8 |
116 |
1.508 |
3 |
2.700 |
2.865 |
3.068 |
278 |
2.790 |
1.898 |
4.688 |
146 |
5 |
141 |
1.833 |
4 |
3.000 |
3.176 |
3.333 |
0 |
3.333 |
2.054 |
5.387 |
158 |
0 |
158 |
2.054 |
*Fonte: Corriere della Sera, 19 maggio 2015, p. 3
Per approfondimenti:
Trattamenti pensionistici e beneficiari: un'analisi di genere - ISTAT
Pensioni, potere d'acquisto in caduta libera (‘Corriere della Sera’ del 16 febbraio 2013)
Istat, al 41% dei pensionati meno di mille euro al mese (‘La Repubblica’ del 5 dicembre 2014)
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