Già dal 1 settembre 2011, secondo la stima di Italiaoggi, anche se i dati ancora non sono certi. Di sicuro l’81% del personale docente è donna, come il 65% del personale ATA. A rischio il divario generazionale tra docenti e discenti visto che l’età media del personale in servizio è quasi over-50.
Questo è solo il primo degli effetti negativi dell’ultimo emendamento, voluto dal Governo alla manovra correttiva, che ancora una volta colpisce, in particolare, la categoria del pubblico impiego: il personale della scuola, dove si concentra più alto il rischio di burnout. Sembrano lontani gli anni in cui si predicava la scelta di una via più solidale per la costruzione della famiglia e il pieno riconoscimento del ruolo della donna nella società civile. In questo modo si violano dei nuovi pilastri del nostro diritto del lavoro soltanto per coprire i mancati introiti dell’evasione fiscale. Contro la manovra correttiva, la nostra voce sarà forte e dura perché non si può chiedere soltanto ai docenti e agli ATA di pagare il costo di una crisi voluta dall’incapacità dei governanti.