La polemica arriva in Parlamento, con un gruppo di deputati che chiede lumi sulla consistenza dei fondi previsti dalla Legge di Bilancio 2017: la verità è che i 400 milioni a regime per il passaggio dall’organico di fatto all’organico di diritto serviranno a stabilizzare solo 13.300 nuovi docenti. Solo che, anche dopo il piano straordinario d’immissioni in ruolo della L. 107/15, oggi ci sono ancora 100mila cattedre libere, quasi la metà delle quali su sostegno, mentre per gli Ata sono 35mila. Inoltre, urgono modifiche normative per gestire la fase transitoria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se il Mef non paga, si blocca tutto; ma per lo Stato non finisce lì, perché deve comunque assegnare il risarcimento. Tanto è vero che con la Buona Scuola è stato istituito un fondo ad hoc, seppure inadeguato, proprio per sopperire alle mancate assunzioni, come stabilito anche dalla Consulta.
Sull’assunzione dei docenti su posti vacanti, il Governo gioca al ribasso. Perché oltre al turn over previsto per i pensionamenti, ci sono decine di migliaia di cattedre da sottrarre con estrema urgenza alle supplenze annuali e da assegnare al contingente delle immissioni in ruolo. A questo scopo, nella legge di Bilancio 2017, è stato previsto lo stanziamento di 400 milioni a regime per il passaggio dall’organico di fatto all’organico di diritto: il Miur afferma che con quella cifra si potrebbero stabilizzare 20-25 mila docenti, mentre il Mef parla di non oltre 10-12 mila posti. Del gap si sta parlando in questi giorni nelle commissioni parlamentari, nel corso delle audizioni tenute dalle parti sociali sugli otto decreti attuativi della Legge 107/15.
Nelle ultime ore, un gruppo di deputati del M5S ha rivendicato i numeri reali, ricordando che l’Esecutivo “nella relazione tecnica sulla Buona Scuola, dichiarò che con quella cifra si sarebbero potute trasformare 90 mila supplenze in posti a tempo indeterminato”, mentre ora si parla di poche migliaia di posti. “A che gioco sta giocando il governo? Ci dica subito se intenda o meno investire per intero i 400 milioni a regime. Per parte nostra chiediamo che la fase transitoria per la stabilizzazione dei precari avvenga già dal prossimo anno e che le supplenze possano essere trasformate in posti a tempo indeterminato”.
Anief-Cisal ricorda che, a un anno e mezzo dall’approvazione della Legge 107/15, ci sono ancora 100mila posti liberi per il personale docente, quasi la metà dei quali su sostegno, e per gli Ata sono 35mila. Il sindacato lo ha ricordato lunedì scorso in VII Commissione Cultura della Camera: con i prossimi pensionamenti i numeri sono destinati a salire. Inoltre, bisogna muoversi anche sul fronte della normativa sul reclutamento, la cosiddetta fase transitoria con cui convivere fino al 2024: poiché sono sempre più le classi di concorso prive di candidati, occorre permettere una deroga alle assunzioni dalle canoniche graduatorie di merito e le GaE. Altrimenti, ci ritroveremo con docenti vincitori di concorso che rischiano di non essere mai assunti, con precari storici abilitati destinati all’espulsione, anziché a quella stabilizzazione che ci impone l’Europa. Ancora, con il personale Ata, i laureati in Scienze della formazione primaria e gli educatori senza prospettive d’assunzione a tempo indeterminato.
Sul toto-numeri dei posti vacanti nella scuola, l’organizzazione sindacale ha le idee chiare: “Il calcolo è semplice – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – perché i 400 milioni previsti dalla Legge di Stabilità vanno divisi per 30mila euro lordi di stipendio annuale, che fanno circa 13.300 posti in organico di diritto. Non sono né 90mila mila, né altri. Il Miur dice che sono 24mila. Il Mef ne ha autorizzati solo 12mila. Questo gioco al ribasso non giova a nessuno, perché le cattedre libere sono oltre 100mila, di cui 50mila in deroga sul sostegno. Anche per gli Ata abbiamo oltre 35 mila posti che potremmo dare. Quindi, in totale, fanno 135mila assunzioni, mentre i fondi sono sufficienti per portarne a termine solo un decimo”.
Per Anief-Cisal è chiaro che se si vuole assumere su tutti i posti vacanti occorre un intervento finanziario straordinario. Ma non solo. “È fondamentale anche che le GeE vadano aggiornate ogni anno, perché – spiega Pacifico - se un docente precario ha fatto domanda nel 2014 ma non c’è più posto fino al 2045, non si può farlo stare lì ad attendere il nulla: il doppio canale di reclutamento deve scorrere dalle Graduatorie a esaurimento. Bisogna poi fare attenzione a tutelare chi è idoneo al concorso, che deve essere assunto: il limite del 10% degli idonei è un non senso. Lo stesso vale per i precari di terza fascia e per chi sta fuori graduatoria: erano 20 anni che non chiamavamo da messa a disposizione, proprio perché gli abilitati sono concentrati nelle province dove non ci sono posti. E dove servono, invece, non c’è nessuno”.
“L’unico modo per superare l’impasse – dice ancora il sindacalista - è assumere su tutti i posti, ma anche far incontrare domanda e offerta. E laddove non ci siano più candidati in GaE e graduatoria di merito, le immissioni in ruolo dovrebbero essere garantite dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto, tramite il doppio canale. Per capire se i posti sono vacanti e disponibili, basta scrivere al dirigente scolastico. Il problema è se i posti sono in organico di diritto o no. Quindi, se il Mef non paga si blocca tutto; ma per lo Stato non finisce lì, perché deve comunque assegnare il risarcimento. Infatti con la Buona Scuola è stato istituito un fondo ad hoc, seppure inadeguato, proprio per sopperire alle mancate assunzioni, come stabilito anche dalla Corte Costituzionale”.
Guarda il video con l’intervento delle delegazioni Anief e Cisal audite alla Camera sulle otto deleghe alla L.107/2015.
Scarica tutti gli emendamenti presentati da Anief-Cisal alle otto leggi delega della L.107/2015.
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