Tra gli emendamenti all’esame della Commissione Bilancio della Camera c’è anche la soluzione per i tanti insegnanti precari rimasti fuori dalle GaE. La loro “colpa” è solo quella di aver conseguito l’abilitazione attraverso TFA, PAS, diploma magistrale, SFP e corsi tenuti all’estero: titoli che sono però a tutti gli effetti equivalenti a quelli conseguiti dai colleghi inseriti nelle graduatorie pre-ruolo fino a poco tempo prima.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): continuare a lasciarli fuori significherebbe commettere una vera discriminazione. Spostando ulteriormente la dialettica del caso nelle aule dei tribunali, dove sono già stati attivati tantissimi contenziosi.
Inserire una fascia aggiuntiva alle GaE, le graduatorie provinciali dei docenti precari, per ospitarvi tutti gli abilitati sinora rimasti ingiustamente fuori: si tratta di almeno 100mila supplenti, tutti abilitati attraverso TFA, PAS, diploma magistrale, SFP e corsi tenuti all’estero. A chiederlo da tempo è l’Anief, che ora vede collocata la proposta all’interno di alcuni emendamenti alla Legge di Stabilità (3.7, 3.17) presentati alla Camera ed in questi giorni all’esame della V Commissione Bilancio. La modifica richiesta – contenuta nell'articolo 3, riguardante la copertura finanziaria per la realizzazione del piano di immissione in ruolo dei 150.000 docenti inseriti nelle Gae e l'alternanza scuola-lavoro – riguarda almeno 100mila aspiranti docenti, anche loro abilitati.
“Lo Stato non può averli formati e ora, sul più bello, quando si stanno concretizzando le immissioni in ruolo di 150mila nuovi docenti, abbandonarli al loro destino”, sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir. “L’ingiustizia di questa esclusione si deva al fatto che il loro percorso formativo è stato a tutti gli effetti uguale a quello attuato dai colleghi aspiranti docenti solo alcuni anni prima. Sono insegnanti a tutti gli effetti quelli formati nelle nostre università attraverso i corsi di Tirocinio Formativo Attivo, come quelli abilitati tramite i Percorsi Abilitanti Speciali. Poi ci sono gli idonei all’insegnamento, che hanno superato i concorsi pubblici. E poi tutti coloro che hanno conseguito il diploma magistrale prima del 2001”.
Il problema è particolarmente sentito tra tutto il personale della scuola. E non solo. Sempre nella bozza della Legge di Stabilità 2015 vi sono emendamenti (3.35, 3.19, 3.23, 3.24, 3.25, 3.22, 3.28) presentati da altri parlamentari, molti del Movimento 5 Stelle, con finalità analoghe: se approvati nella versione definitiva del testo di legge di bilancio, permetterebbe l'assunzione in ruolo andando anche a pescare i candidati direttamente dalla seconda fascia delle graduatorie d'istituto. In tal modo, gli abilitati oggi esclusi non verrebbero inseriti nelle GaE, ma il risultato della loro assunzione sarebbe comunque centrato.
“Lasciarli invece fuori dalle GaE – continua il sindacalista Anief-Confedir – significherebbe commettere una vera discriminazione. E spostare ulteriormente la dialettica del caso nelle aule dei tribunali, dove sono già stati attivati tantissimi contenziosi. I docenti abilitati negli ultimi anni e rimasti esclusi dalle graduatorie sanno bene che, stando così le cose come prevede la normativa attuale, potrebbero vedersi preclusa anche la possibilità di lavorare. Ancora di più perché dal 2016, come previsto dal piano governativo della ‘Buona Scuola’ (pag. 26), non saranno più previste assunzioni da graduatorie: il rischio è di vederli esclusi dall’insegnamento, dopo aver svolto corsi abilitanti onerosi e davvero impegnativi, per motivi puramente burocratici”.
Approfondimenti:
Leggi tutti gli emendamenti al seguente link
Scarica gli emendamenti agli articoli 3, 21 e 28
Leggi il comunicato Anief sui tagli al Miur
Legge di stabilità: in Parlamento, presentati diversi emendamenti su richiesta dell’Anief