Le ultime notizie che giungono dalle istituzioni su coloro che verranno immessi in ruolo indicano clamorosamente escluse alcune decine di migliaia di docenti regolarmente abilitati ma considerati di serie B perché non inseriti nelle GaE. Il sindacato su questo punto non transige e si sta spendendo sia sul fronte parlamentare che su quello della giustizia, forte della sentenza della Corte di Giustizia europea del 26 novembre scorso. Anche su questo punto, si parlerà sabato a Milano un convegno del Mida Precari.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è arrivato il momento di rispettare la Costituzione e il diritto comunitario nonché la professione di migliaia di italiani che ancora credono nell’alto valore dell’educazione e dell’insegnamento.
A pochi giorni dall’approvazione del primo decreto di riforma sulla scuola molti punti rimangono ancora oscuri o perlomeno da chiarire. Tranne uno: quello dell’assunzione di quasi 150mila docenti, operazione da compiere interamente nella prossima estate e tra l’altro già finanziata attraverso l’ultima Legge di Stabilità. Il problema è che dopo le timide aperture delle scorse settimane, le ultime notizie che giungono dalle istituzioni su coloro che verranno immessi in ruolo indicano esclusi alcune decine di migliaia di docenti regolarmente abilitati ma considerati di serie B perché non inseriti nelle GaE.
Si tratta di insegnanti, tutti in possesso di regolari titoli, equivalenti a quelli conseguiti dai colleghi inseriti nelle graduatorie pre-ruolo fino al 2011: il fatto che la loro abilitazione sia stata conseguita tramite TFA, PAS, SFP, Diploma magistrale, all’Estero, oppure abbiano operato nell’AFAM per più di 360 giorni, non vuol dire che valgano meno di quelle conseguite per altre vie.
Anche perché tra questi abilitati, considerati figli di un dio minore, ve ne sono più della metà, almeno 60mila, che hanno diritto anche all’assunzione, poiché rientranti nel 36 mesi di servizio svolti su posti vacanti. L’amministrazione statale non può averli formati nelle proprie Università, aver investito su di loro, ed ora far finta che non esistono considerandoli dei lavoratori invisibili.
Anief su questo punto non transige e si sta spendendo sia sul fronte parlamentare che su quello della giustizia: ha già provveduto a presentare un apposito emendamento al decreto mille proroghe e, qualora non venisse approvato, si prepara a presentarne un analogo emendamento al decreto legge in via di pubblicazione. Inoltre, il giovane sindacato è pronto a dare battaglia anche in tribunale: in particolare, avvalendosi della storica sentenza con cui la Corte di Giustizia europea lo scorso 26 novembre ha decretato inammissibile la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi di supplenze, anche non continuative, su posti disponibili. Coloro che volessero ricorrere con Anief possono ancora farlo rivolgendosi allo stesso sindacato.
“Continuare a tenere decine di migliaia di precari nelle sole graduatorie d’istituto – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – significherebbe davvero trattarli come ‘invisibili’. È invece arrivato il momento di rispettare la Costituzione e il diritto comunitario nonché la professione di migliaia di italiani che ancora credono nell’alto valore dell’educazione e dell’insegnamento. Sulla necessità di collocare i docenti abilitati in una graduatoria aggiuntiva a quelle ad esaurimento, ricordiamo quanto accaduto di recente a Verona, dove sono esauriti gli insegnanti di scuola materna per l’immissione in ruolo, pur in presenza di oltre 30mila docenti abilitati con il diploma magistrale prima del 2001 o ancora con i corsi a numero chiuso di Scienze della Formazione primaria che non possono essere assunti”.
Anche per parlare di questi argomenti, ‘Mida Precari’ ha organizzato un convegno a Milano, sabato 7 febbraio, presso l’Università Statale: si parlerà di stabilizzazione dei precari di ogni ordine e grado, di proposte valide e alternative per una vera e efficace ‘Buona Scuola’, dei possibili risvolti per il precariato dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea, di quale futuro per i precari della seconda e terza fascia d’Istituto.
Per approfondimenti:
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