L’Anief sezione dirigenti risponde ad un preciso obiettivo della qualità della scuola e alla convergenza sinergica di tutti gli operatori scolastici.
Il constatare che, purtroppo, nonostante le tanto proclamate “attenzioni” verso i dirigenti da parte dei Sindacati, firmatari di contratto, non ha portano alcun beneficio alla categoria, ha sollecitato ulteriormente l’Anief a farsi avanti e sostenere una battaglia legittima e doverosa.
Come già diramato nei precedenti comunicati si sollecita il Governo e il Ministero a restituire il mal tolto e precisamente quella parte di retribuzione di posizione che spetta di diritto oltre a quella parte di retribuzione di risultato che risponde ai principi di premialità nell’ottica della migliore qualità ed efficienza del sistema scolastico.
Alla luce di tali gravi inadempienze da parte dell’amministrazione, Anief-Dirigenti Scolastici – nata a fine 2015 su richiesta di tanti presidi col fine stesso di sostenerli e tutelarli, ha deciso di agire, avviando specifico.
Il ricorso al giudice del lavoro, che l’Anief-Dirigenti Scolastici – nata a fine 2015, su richiesta di tanti presidi col fine stesso di sostenerli e tutelarli, ha deciso di presentare, è finalizzato, appunto, ad ottenere quanto dovuto e a recuperare le somme sottratte indebitamente in passato, con la compiacenza dei Sindacati , osservatori “distratti” di tanto scempio.
Dov’erano i sindacati confederali quando è stata approntata la fantomatica “area V” senza innestare la dirigenza scolastica nel filone della dirigenza pubblica e assicurare un migliore qualità della scuola?
Non si comprende che le responsabilità di un dirigente scolastico sono di gran lingua superiori a quelle dei dirigenti pubblici che sovrintendono a poche unità di personale e senza i rischi e le emergenze che sovrastano nella fatica del quotidiano scolastico.
Se anche la CGIL vuole una scuola migliore, smetta di criticare e costruisca servizi e qualità, non difendendo posizioni di ostruzionismo che tanti docenti cigiellini mettono in atto solo per contrastare il dirigente e creare disagio e malcontento nella categoria dei docenti.
L’ANIEF - lancia l’ennesimo ricorso e stavolta ci prova anche con i dirigenti scolastici
Ma ben altro deve essere fatto per difendere la retribuzione dei dirigenti scolastici.
08/02/2016
Dirigenti scolastici: ancora nessuna certezza sui fondi per la retribuzione
Dopo aver bersagliato per anni la dirigenza scolastica e aver inondato le scuole di ricorsi di tutti contro tutti, oggi l’ANIEF scopre che anche con i guai dei dirigenti scolastici si può guadagnare bene e il 29 dicembre 2015 costituisce in fretta e in furia una “sezione dirigenti”, lanciando l’ennesimo ricorso contro i tagli alla loro retribuzione.
Scopiazzando malamente tutti i calcoli e i dati che da oltre due anni la FLC CGIL pubblica sul sito nazionale e diffonde nelle assemblee pubbliche e tra tutti gli iscritti al sindacato, oggi l’ANIEF pubblica la “sua” analisi della situazione retributiva e “scopre” lo scippo sulle retribuzioni dei dirigenti fatto dal MEF e dal MIUR dal 2010.
Invitiamo tutti i colleghi a non cadere nella trappola, regalando i loro soldi ai sedicenti esperti (forse sempre gli stessi che negli anni hanno cambiato la giacchetta ma non - a quanto pare - le abitudini!) per l’ennesimo ricorso sulla RIA dei dirigenti scolastici sulla quale in tanti hanno provato negli ultimi anni a lucrare.
Ricordiamo che contro il taglio delle retribuzioni dei dirigenti già da un anno – e precisamente dal 25 gennaio 2015 - è stato presentato un ricorso al TAR Lazio da tutte le organizzazioni sindacali dell’Area V e che la FLC CGIL, insieme a CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL, sta contrastando con forza il tentativo del MEF e del MIUR di colpire ulteriormente i diritti retributivi dei dirigenti scolastici.
Quello che ora serve non è perciò un altro inutile ricorso - che ha come unico obiettivo quello di assicurare un guadagno a chi lo propone - ma una mobilitazione generale dei dirigenti scolastici per ottenere la restituzione di tutti i fondi contrattuali indebitamente sottratti e per contrastare l’intenzione del MIUR e del MEF di introdurre una valutazione “premiale” che, riducendo ulteriormente la retribuzione di tutti a vantaggio di pochi e tagliando quella pensionabile, ridurrebbe l’autonomia e l’indipendenza dei dirigenti scolastici.