Dopo il sì del TAR Lazio al bonus formazione, Anief avvia il contenzioso al Giudice del lavoro per tutelare il personale educativo che non ha ancora presentato ricorso. Adesioni on line sul Portale Anief.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la formazione è un diritto-dovere di tutto il personale della scuola, non solo dei docenti di ruolo. Il bonus di 500 euro deve essere riconosciuto a tutti, ad iniziare dal personale educativo.
Le audizioni sul decreto legislativo sulla ‘istituzione del sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni’ della Legge 107/15 stanno confermando la linea dell’Anief: è necessario un sensibile aumento degli organici e l’introduzione di personale potenziato nell’infanzia. Così come sarebbe molto utile l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi con docenti della scuola dell’infanzia e della primaria assieme.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): procedere alle immissioni in ruolo non è nulla di sensazionale se si pensa che stiamo parlando degli insegnanti più presenti nelle GaE e nelle graduatorie dei vincitori di concorso, ma che sinora sono stati immessi in ruolo con il contagocce anche dalla riforma Renzi-Giannini.
La mancanza di prospettive d’assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d’istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d’essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall’anno prossimo nelle scuole italiane all’estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo. La questione riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016. Dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall’Europa. La mobilitazione, per certo, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei.
I provvedimenti vanno ora in Conferenza Unificata per l'apposito parere e alle competenti Commissioni parlamentari, dove andranno necessariamente migliorati. Via libera per inclusione scolastica, cultura umanistica, diritto allo studio, formazione iniziale e accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, istruzione professionale, scuole italiane all'estero, sistema integrato di istruzione dalla nascita fino a sei anni, valutazione e certificazione delle competenze ed Esami di Stato. Rimane fuori, rispetto ai nove decreti indicati nella Legge 107/15, solo il nuovo Testo Unico in materia di istruzione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un’ottima opportunità quella che si profila, perché i decreti delegati possono attuare nel mitigare o deviare gli effetti perversi della Legge 107/15. Da parte nostra, sono giunte precise indicazioni al Parlamento attraverso degli emendamenti al decreto Milleproroghe. È importante, però, che già le deleghe non contengano profili di incostituzionalità, come già accaduto con i decreti legislativi della Pubblica Amministrazione, e che si apra un dibattito adeguato nonostante i tempi siano decisamente ristretti. Altrimenti, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice.
Il Governo chiamato ad esprimersi su riordino dell’istruzione professionale, scuole all’estero e sostegno; inoltre, è quasi ultimata anche la delega 0-6 anni, che dovrà tener conto dei rilievi della Corte costituzionale sollevati a fine dicembre. Per i rimanenti cinque provvedimenti (formazione iniziale docenti, esami di Stato, cultura umanistica, testo unico, diritto allo studio) si va verso la proroga di due mesi. Intanto, il Ministro Fedeli ha chiesto consiglio a tutti gli operatori scolastici. Anief si presta a collaborare e propone i cambiamenti fondamentali, da attuare proprio sui primi quattro decreti delegati della Legge 107/2015.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): molte di queste modifiche le abbiamo presentate in questi giorni al Parlamento attraverso alcuni emendamenti al decreto Milleproroghe. È importante, però, che Palazzo Chigi ne tenga conto già nella stesura dei decreti delegati: questi, infatti, potrebbero sanare una parte rilevante delle storture presenti nella riforma Renzi-Giannini. Approvare delle deleghe in sintonia con dei profili di incostituzionalità sarebbe, infatti, controproducente per tutti: ciò significa che la lezione derivante dalla bocciatura della Consulta dei decreti legislativi della Pubblica Amministrazione non ha portato alcun cambiamento positivo.