La normativa sulla selezione di nuovo docenti impone che “a partire da un anno antecedente alla data di indizione del concorso, non essere componente dell'organo di direzione politica dell'amministrazione, non ricoprire cariche politiche e non essere rappresentanti sindacali, ivi comprese le Rappresentanze sindacali unitarie, o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali”. Mentre non si fa alcun riferimento all’incompatibilità dei presidi, visto che potrebbero un giorno ritrovare nella scuola da loro diretta quei docenti che valuteranno in sede di concorso a cattedre.
Marcello Pacifico (presidente Anief): si soprassiede sulle vere incompatibilità. Mentre si punta il dito contro coloro che svolgono attività sindacale a tutela dei lavoratori e verso chi è stato eletto democraticamente per andare a costituire le rappresentanze unitarie. E per tale motivo ne costituisce l’espressione più diretta. Reputiamo le esclusioni non motivate di sindacalisti e Rsu un’intromissione e un atto illegittimo: per questi motivi, di sicuro le impugneremo.
Oggi è il primo giorno di attivazione delle procedure telematiche – tramite "Istanze on line" – per presentare domanda di partecipazione come commissario o presidente del concorso a cattedre 2106. Il problema è che per fare gli esaminatori delle commissioni d’esame allestite dal Miur, al fine di selezionare 63.712 docenti da assumere nell’arco dei prossimi tre anni, non sono previsti solo compensi-miseria ma anche dei discutibilissimi criteri di accesso: non possono diventare commissari d’esame tutti i docenti che nell’ultimo anno sono stati sindacalisti o rappresentanti Rsu d’Istituto.
Secondo quanto indicato nel Decreto Ministeriale n. 96 del 23 febbraio scorso (art. 6 comma 2), sulla composizione delle commissioni, è previsto che “i presidenti e i componenti delle commissioni giudicatrici debbono, inoltre, possedere e mantenere i seguenti requisiti per non incorrere in cause di incompatibilità o inopportunità rispetto all'incarico: a partire da un anno antecedente alla data di indizione del concorso, non essere componente dell'organo di direzione politica dell'amministrazione, non ricoprire cariche politiche e non essere rappresentanti sindacali, ivi comprese le Rappresentanze sindacali unitarie, o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali”.
Nessun vincolo, invece, verrà adottato per i dirigenti scolastici, che potranno tranquillamente vestire gli abiti di aspiranti presidenti di commissione. Ma è per costoro, semmai, che sarebbe dovuto scattare l’eventuale vincolo di ammissione. Perché in base al comma 79 della riforma della scuola, la Legge 107/15, è al capo d’Istituto che si dà facoltà di attuare la chiamata diretta nell’ambito della novità degli albi territoriali al via con la mobilità del prossimo anno scolastico. Sempre ai dirigenti, la stessa Buona Scuola ha dato facoltà di “utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati”, purché siano affini.
E qui sta il punto: come si comporteranno questi dirigenti scolastici qualora avranno a che fare, nella propria scuola, con gli stessi docenti che hanno valutato in sede di concorso a cattedre? Tale esperienza concorsuale non potrebbe creare delle influenze nella scelta degli stessi docenti da assegnare o meno al proprio istituto? Se proprio si dovevano evidenziare delle incompatibilità, probabilmente era questa che andava evidenziata nel bando.
“Mentre si soprassiede su una palese, riguardante la presenza di dirigenti scolastici a capo delle commissioni – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, al Ministero dell’Istruzione hano decidono di puntare il dito contro coloro che svolgono attività sindacale a tutela del personale e verso chi è stato eletto democraticamente dai lavoratori, per andare a costituire le rappresentanze unitarie, e per tale motivo ne costituisce l’espressione più diretta. Reputiamo le esclusioni non motivate di sindacalisti e Rsu una decisione inopportuna: per questi motivi. E annunciamo che, qualora venissero rifiutate le loro candidature come commissari, le impugneremo. Perché si tratterebbe di esclusioni illegittime”.
Oggi, intanto, la rivista Orizzonte Scuola ha sintetizzato requisiti e modalità di accesso. “Le commissioni non potranno superare l'esame di più di 500 candidati. In caso di numero superiore, le commissioni saranno integrate. I presidenti dovranno essere dirigenti scolastici o tecnici e le commissioni dovranno essere composte da due docenti (con almeno cinque anni di ruolo). Per competenze specifiche (lingua straniera, ad esempio) si può ricorrere anche alla figura del commissario aggregato. Le domande dovranno essere presentate online, tramite apposita piattaforma del Ministero. La domanda va presentata per la regione sede di servizio o, per gli aspiranti collocati a riposo (in pensione da non più di tre anni e con un'età anagrafica non superiore ai 70 anni), per quella di residenza”.
Per approfondimenti:
Ecco le cifre del concorso-farsa. Se la spesa è a carico dei contribuenti (Corriere della Sera del 21 giugno 2012)
Freno sulle pensioni. Ora in cattedra i docenti nonni (La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 febbraio 2015)
Concorso per docenti/3: i costi e... i ricavi (Tuttoscuola del 29 febbraio 2016)
Concorso a cattedra. Costituzione commissioni esaminatrici: domande su Istanze on Line dal 3 al 19 marzo (Orizzonte Scuola del 29 febbraio 2016)
Concorso scuola docenti, le commissioni giudicatrici: guadagneranno 200 euro. Chi può presentare domanda, quali sono i titoli necessari (Orizzonte Scuola del 2 marzo 2016)