Eppure ci sarebbero 300mila precari pronti a subentrare: così l'Ue si fa sempre più lontana.
Secondo l'Anief, quella di continuare a mantenere un tetto agli organici della scuola italiana, anche a fronte di un consistente incremento del numero di alunni, rappresenta una scelta gravissima. Di cui l'amministrazione si dovrà presto assumere la responsabilità, prima di tutto davanti alle sicure proteste e alle richieste di chiarimenti di milioni di famiglie. I cui figli si ritroveranno in classi sempre più pollaio e meno di qualità.
A fronte di 30mila alunni in più, infatti, il Miur in queste ore ha confermato ai sindacati la ferma intenzione di mantenere i parametri contenuti nella legge 111 del 2011, che impongono un preciso tetto al numero di docenti. I quali, di conseguenza, rimarranno gli stessi dell'anno in corso: circa 600mila per le discipline comuni e 63mila per il sostegno.
"Quello che è grave - sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief - è che la scuola italiana avrebbe a disposizione, pronti a subentrare, 150mila docenti precari già abilitati all'insegnamento e vincitori di pubblici concorsi. E altrettanti inseriti nelle graduatorie d'istituto per le supplenze brevi. Ma invece di impiegarli che facciamo? Li lasciamo ancora ai "box", ammucchiando i nostri giovani in classi sempre più numerose e dimenticando la linea d'indirizzo dell'Ue, che vorrebbe meno abbandoni scolastici attraverso una scuola di maggiore qualità".