I tribunali hanno evidenziato l’illegittimità della mancata valutazione del servizio pre-ruolo oltre il quarto anno, sia per la mobilità d'ufficio, sia per le graduatorie interne d'istituto ed inoltre per il servizio svolto nelle paritarie ai fini della corretta attribuzione del punteggio, in aperto contrasto con il prescritto normativo. Ancora, il servizio prestato su posto di sostegno con contratti a tempo determinato, che non sarà ritenuto utile ai fini del raggiungimento del vincolo quinquennale per passare da posto di sostegno su cattedra comune.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): su questi tre punti occorre necessariamente ‘aggiustare il tiro’, sottoscrivendo un CCNI definitivo sulla mobilità non discriminatorio nei confronti di chi ha svolto lunghi periodi di precariato, supplenze sul sostegno e nelle scuole paritarie. Qualora non venissimo ascoltati, di sicuro impugneremo le norme approvate chiedendo giustizia al giudice. Per informazioni e adesioni ai ricorsi cliccare qui.
Alla vigilia dell’ennesimo incontro al Miur dei sindacati rappresentativi sulla chiamata diretta del prossimo anno scolastico, strettamente connessa al contratto sulla mobilità 2017/2018, Anief torna a ribadire la necessità di apporre modifiche alla bozza sottoscritta il 31 gennaio scorso: quel testo, infatti, lede i diritti dei docenti che hanno svolto un periodo di precariato superiore a 4 anni. Confermando la norma illegittima adottata per l’anno scolastico in corso, si vuole continuare a non considerare per intero nella mobilità d'ufficio e nelle graduatorie interne d'istituto. Come se le tante sentenze su questa grave discriminazione, verso una sostanziosa fetta del personale, non fossero mai state emesse.
Lo stesso trattamento ingiusto vale per la mancata equiparazione del servizio svolto nelle scuole paritarie, nonché per i periodi di supplenze sul sostegno che andranno considerati per coloro che chiederanno il passaggio su posto comune, visto che il servizio prestato su posto di sostegno con contratti a termine non sarà ritenuto utile ai fini del raggiungimento del vincolo quinquennale per passare da posto di sostegno sulla disciplina.
Anief, di recente, ha ottenuto diversi successi su questi punti. Dal Tribunale del Lavoro di Genova, che relativamente alla valutazione del servizio svolto nelle scuole paritarie ai fini dell'attribuzione del punteggio nelle operazioni di mobilità, ha ribadito la fondatezza delle tesi sostenute dal giovane sindacato rilevando come il legislatore ha già stabilito che “i servizi di insegnamento prestati dal 10 settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali” (art. 2 d.l. 255/2001, convertito in legge 333/2001)”. Concludendo per la declaratoria della “nullità della clausola medesima e l’affermazione del diritto della ricorrente all’attribuzione del punteggio aggiuntivo per ogni anno di servizio da lei prestato nelle scuole paritarie”.
Anche il Tribunale di Salerno ha ricordato che il mancato computo del servizio pre-ruolo sul sostegno è da ritenersi lesivo della normativa Direttiva 1999/70CE, “nella quale è rinvenibile il principio di non discriminazione dei lavoratori a seconda della durata del contratto di lavoro, e nella conforme giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea”. Il provvedimento, dunque, “ordina all’Amministrazione resistente di riconoscere alla ricorrente il diritto a partecipare alla mobilità straordinaria 2016/2017 su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia - materia, potenziamento e sostegno - ex comma 108, l.n. 107/2015, al pari degli altri docenti, riconoscendole il servizio pre-ruolo prestato sul sostegno, anche eventualmente ai fini del computo del superamento del vincolo quinquennale”.
Secondo Marcello Pacifico, “su questi tre punti occorre necessariamente ‘aggiustare il tiro’, sottoscrivendo un CCNI definitivo sulla mobilità non discriminatorio nei confronti di chi ha svolto lunghi periodi di precariato, supplenze sul sostegno e nelle scuole paritarie. Qualora non venissimo ascoltati, di sicuro impugneremo le norme approvate chiedendo giustizia al giudice nelle aule di tribunale”.
Anief rammenta che sulla mobilità ha attivato una serie di ricorsi, relativi alle discrepanze rispetto ai diritti dei lavoratori della scuola purtroppo confermate con il CCNI sulla mobilità 2017/18: per informazioni e adesioni cliccare qui.
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