Lo stipendio di gennaio del personale della scuola risulta leggermente più alto dei precedenti: circa un milione di docenti e Ata, come pure i dirigenti scolastici, hanno infatti ricevuto in queste ore un cedolino stipendiale comprendente la cosiddetta Indennità di vacanza contrattuale, ossia la misura sostitutiva della vecchia ‘Scala mobile’ che, spiega la stampa specializzata, “anticipa una parte degli aumenti retributivi attesi con il rinnovo contrattuale” del triennio 2022-2024, “con l’obiettivo di garantire un adeguamento economico provvisorio fino alla definizione del nuovo CCNL”.
A determinare l’erogazione di un anticipo sui benefici economici spettanti a tutto il personale scolastico era stata la Legge di bilancio per il 2024 (L. 213/2023); con quella del 2025 sono state approvate ulteriori modifiche, tra cui alcuni aggiornamenti riguardanti proprio il calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale. Il combinato delle due norme approvate a fine 2023 e 2024 prevede l’assegnazione di un importo dell’anticipo mensile pari a 6,7 volte l’Indennità di vacanza contrattuale, attualmente già corrisposta in via ordinaria, sempre in attesa della definizione del contratto per il triennio 2022-2024: nel cedolino tale somma è associata al codice “975/xxx – Anticipo rinnovo CCNL 2022-2024”, con “xxx” che rappresenta il codice specifico del profilo o dell’area professionale del dipendente. Inoltre, va ricordato che dal mese di aprile 2025, sarà introdotta anche l’Indennità di vacanza contrattuale relativa al successivo triennio 2025-2027, sempre come previsto dalla norma in vigore, sempre come intervento economico transitorio per il personale del settore pubblico, in attesa della definizione del nuovo contratto collettivo riguardante un ulteriore nuovo triennio.
Ma a quanto ammonta l’aumento trovato nella busta paga di gennaio dagli insegnanti e dal personale Ata della scuola? “Detto che si tratta di un importo pari a 6,7 volte il valore della vacanza contrattuale in godimento – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , si tratta di una cifra mensile compresa tra i 45,82 euro lordo dipendente per un collaboratore scolastico in fascia stipendiale 0-8 anni di anzianità e i 99,09 euro lordo dipendente per un docente della scuola secondaria superiore in fascia stipendiale massima, quindi pari a 35 anni. Il problema è che la percentuale di incremento dovuta al mancato rinnovo del Ccnl 2022-24 è di appena il 3,35%, mentre il Mef ci dice che l’inflazione dello stesso triennio è arrivata addirittura al 16,3%”.
“Ora – continua Pacifico - , poiché per legge deve invece essere applicata un’indennità di vacanza contrattuale pari alla metà del costo della vita, viene da sé che per arrivare a questa percentuale (l’8,15%) manca il 4,36%: una sottrazione indebita a un milione circa di lavoratori che va dai 59,53 euro ai 128,96 euro al mese. A cui si aggiungono tra i 3 mila e i 4 mila euro di arretrati. Questo significa che gli aumenti mensili da applicare per legge, sempre in attesa del rinnovo contrattuale, dovrebbero essere molto più alti degli attuali: 105,45 per il personale Ata a inizio carriera e ben 228,05 per quello docente con 36 anni di servizio. Ecco perché il nostro sindacato ha avviato dei ricorsi pilota in tribunale, con inclusa la richiesta di opposizione alla prescrizione, così da recuperare il maltolto e anche gli arretrati, in media pari a 3-4 mila euro complessivi, anch’essi previsti dalla legge, sempre in attesa della firma del contratto collettivo nazionale di lavoro”.
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