“Cancellare l’emendamento dell’art. 14, c. 2-ter, approvato dalla Camera all’interno del decreto Milleproroghe con l’intento di permettere finalmente ai docenti precari abilitati dal 2008 di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento, sarebbe un atto del tutto incoerente”. È questo il pensiero di Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief, a proposito delle voci insistenti sulla presentazione di un emendamento soppressivo, a firma del senatore Pittoni (Lega nord), Possa e Asciutti (PdL), Valditara (FLI), e di un possibile parere favorevole del Governo: secondo Pacifico “siamo di fronte a notizie che, se confermate, dimostrano come l’Italia ormai non sia più un Paese affidabile”.
Il Presidente del sindacato ricorda come la norma introdotta a Palazzo Chigi sia stata presentata e approvata di concerto con il ministro Profumo: “ma soprattutto – aggiunge il sindacalista – è stata avvallata da tutte le forze parlamentari, proprio perché frutto non di un desiderio degli onorevoli deputati firmatari degli analoghi emendamenti, ma dell’intero Parlamento che in questa XVI legislatura, con ben quattro ordini del giorno di Camera e Senato, ne ha chiesto, ripetutamente, al Governo l’approvazione. Governo che ha dato neanche un mese fa parere favorevole”.
L’Anief ritiene che ribaltare questo intendimento non farebbe altro che danneggiare oltre 23.000 precari abilitati in scienze della formazione primaria e strumento musicale, destinandoli a rimanere (ingiustamente!) nel limbo: “sarebbe quindi utile che i presunti senatori firmatari di questo emendamento soppressivo – sottolinea il Presidente dell’Anief – si confrontino con i loro colleghi di partito dell’altro ramo del Parlamento, soprattutto con i promotori degli emendamenti finora presentati alla Camera – come l’on. Pagano (PdL), l’on. Goisis (Lega nord), l’on. Granata (Fli) – che vanno in direzione opposta”.
L’Anief ricorda che l’approvazione dell’emendamento è già stata fatta propria dai giudici: diversi Tribunali del Lavoro, anche nel corso del 2011, hanno inserito i docenti esclusi dalle graduatorie nelle stesse, vista la violazione di un evidente parità di trattamento tra colleghi che hanno seguito gli stessi percorsi universitari e conseguito l’abilitazione, sebbene in anni diversi. E anche la Corte costituzionale, già nel lontano 2004, aveva ribadito come non può essere l’anno di conseguimento dell’abilitazione adottato come criterio per reclutare il migliore nella scuola.
Secondo il sindacato soltanto il Partito democratico sembra in questo momento rimanere coerente rispetto alle priorie idee sui docenti: “quel partito i cui esponenti di allora, nel dicembre 2006, trasformarono le graduatorie permanenti ad esaurimento con un piano di 150.000 immissioni in ruolo, con il voto contrario della Lega e del PdL. Speriamo soltanto – conclude Pacifico - che quelle dell’emendamento soppressivo siano soltanto voci o che vi sia stata un clamorosa svista: in caso contrario, ci dovremmo rassegnare al fatto che la parola e la memoria dell’uomo non contano più niente”.