Tra domani e dopodomani il testo di riforma passerà sotta la lente di diverse Commissioni di Palazzo Madama: ad iniziare da quella del Bilancio. Poi sarà la volta di Finanze, Lavoro, Sanità e Politiche europee. Seguiranno Affari costituzionali e Esteri, poi quelle dei Lavori pubblici, dell’Agricoltura e dell’Industria. Sarà cura della Commissione Istruzione raccogliere tutti i pareri e produrre una loro sintesi da esporre in Aula. Dove il voto finale è previsto negli stessi giorni in cui i sindacati hanno deciso di boicottare le valutazioni studentesche (escluse le classi terminali): si parte l’8 giugno.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): purtroppo l’arma dello sciopero è l’ultima ratio per evitare l’approvazione di decisioni e norme incomprensibili, che non porteranno alcuna ‘Buona Scuola’”. Ad iniziare dalla deriva aziendalistica che si vuole dare ai nostri istituti scolastici, affidati ad un dirigente scolastico sempre meno preside e sempre più manager, che distribuisce premi annuali al personale a lui più vicino, che decide quali docenti precari vanno assunti e quali di ruolo meritano di rimanere. Per non parlare delle assunzioni dimezzate, degli stipendi lasciati sotto l’inflazione, degli idonei ai concorsi ancora penalizzati, dei neo-assunti bloccati per tre anni e dei ‘Quota 96’ intrappolati.