Reso pubblico il testo: dopo il blocco degli stipendi e la riforma delle pensioni, l’aumento dell’orario di lavoro per i docenti, in deroga al contratto, è incostituzionale. I partiti che voteranno il testo del Governo potrebbero essere sfiduciati alle prossime elezioni politiche-regionali. Il c. 42, art. 3 è da cassare, insieme a molti altri. Il testo proviene da www.orizzontescuola.it.
Il Governo ritiene che sia una spesa rimodulabile:
- assegnare ai funzionari dell’Inps e non delle U.S.L./S.S.N. il compito di decidere quanto ore di sostegno devono avere i nostri alunni disabili (c. 33);
- convincere il personale inidoneo a dimostrare di essere guarito per non cambiare lavoro grazie a una nuova catartica visita medica (c. 32);
- autorizzare le scuole autonome a regalare nuovi punti per le GaE, grazie al lavoro in progetti che dovrebbero essere assegnati dalle graduatorie vigenti con fondi pubblici sottratti al fondo d’istituto (c. 35);
- fondere le direzioni scolastiche regionali in interregionali dopo l’abrogazione degli ambiti territoriali (c. 39);
- aumentare l’orario di cattedra di 1/3 per il personale docente (da 18 a 24 ore) a stipendio invariato e bloccato al netto dell’inflazione, irrecuperabile ai fini di progressione di carriera, e con una mole di lavoro che supera del 25% la media OCDE (l’insegnante italiano lavorerebbe 854 ore rispetto alle 704 dei colleghi dei Paesi più economicamente sviluppati nelle scuole medie e alle 658 nelle scuole superiori) mentre lo stipendio a fine carriera rimane più basso in media di almeno 8.000 euro annui, derogando al contratto bloccato (c. 42), in cambio di un aumento di ferie che non può essere interpretato come una monetizzazione del rapporto di lavoro (c. 44) ma un diritto costituzionalmente protetto;
- ridurre della metà l’attuale personale distaccato per l’attuazione dell’autonomia e per lo svolgimento di attività formativa anche in campo di disagio sociale (c. 46).
Anief ritiene che questi commi debbano essere cancellati dal Parlamento. In caso contrario, per alcuni di essi, sarà la Corte costituzionale a dichiararli illegittimi, specialmente sull’aumento dell’orario di lavoro a 24 ore. Piuttosto farebbe bene il Governo a ridurre seriamente il costo della politica.
Tra gli unici provvedimenti accettabili da notare quello previsto al c. 36, che riscrive l’attuale dimensionamento della rete scolastica riportando al solo anno 2012/2013 le disposizioni prescritte per le scuole superiori dalla legge 111 (c. 5 e c. 5bis art. 19), prendendo atto della cassazione dell’ex c. 4 per le scuole del primo ciclo di istruzione e rinviando a un accordo in conferenza stato-regioni che rimoduli la materia, così da avvalorare quanto sostenuto dall’Anief in questi mesi circa l’illegittimità dell’attuale rete scolastica e la validità delle relazioni sindacali avute con le RSU nelle scuole dimensionate. Infine, il c. 44 che rende merito alla dura azione dell’Anief che con diffide ha denunciato l’irregolarità e l’impossibilità di attuare nella scuole per i precari il divieto di monetizzazione delle ferie.
Anief, pertanto, invita i Parlamentari a studiare bene le norme che si accingono a votare perché, questa volta, il voto a una norma palesemente incostituzionale, a fine legislatura, difficilmente potrà essere dimenticato da 1.500.000 di elettori.