Lo svela l’Anief-Confedir, il sindacato che ha promosso diverse cause nelle aule di giustizia ottenendo risarcimenti milionari.
Il requisito per partecipare alle selezioni è di tre anni di servizio svolti negli ultimi dieci. Peccato che in alcuni comparti, come la scuola, i tagli agli organici, il dimensionamento e il blocco del turn over abbiano fatto scomparire i posti a disposizione. Prevista anche la stabilizzazione di 27.000 insegnanti di sostegno entro il 2015-2016, il pensionamento per il personale quota 96 e il ritiro della norma sul trasferimento del personale inidoneo o sovrannumerario nei ruoli ATA. Nel dl previsto anche un intervento sul concorso in Lombardia: ma è illegittimo, perchè apre la via ad una sanatoria per superare una sentenza del Consiglio di Stato.
Arrivano i concorsi riservati per i dipendenti pubblici precari che, in linea con le indicazioni Ue, hanno maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi dieci: è la risposta fornita dal Governo alle procedure d’infrazione attivate dalla Commissione UE nei confronti dell’Italia per la reiterata violazione delle direttive comunitarie.
Il testo della norma è già pronto da settimane: è incluso nel decreto legge che il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D'Alia, ha intenzione di portare all’attenzione del prossimo Consiglio dei Ministri. Entrando nel dettaglio, viene data la possibilità alle amministrazioni pubbliche di bandire concorsi con riserva di posti (massimo il 50%) per chi, alla data di pubblicazione del bando, abbia maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi dieci anni. Vale la pena ricordare, a tal proposito, che con ordinanza n. 207/13, la Corte Costituzionale appena due settimane fa ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana con la direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari precari della scuola con almeno tre anni di supplenze alle spalle.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir, si tratta di “un provvedimento inappropriato, che non risolverà la piaga del precariato. A meno che – sostiene il sindacalista - non si pensi di bandire 100 mila posti a concorso solo nella sola scuola, dove operano la maggior parte dei precari del pubblico impiego. Corrispondono a questa cifra, infatti, quelli che avrebbero diritto alla conversione del contratto e che non possono fare un nuovo concorso, avendo superato già diverse selezioni. Inoltre, rimarrebbe aperta la questione relativa al risarcimento dei danni finora subiti e al pagamento degli scatti di anzianità in base al principio di non discriminazione”.
Nel dl è prevista anche la stabilizzazione di 27 mila posti di sostegno. Se si pensa che la norma italiana prevede il rapporto uno a due tra alunni e insegnanti di sostegno, si comprende quanto urgente possa apparire al Governo questo provvedimento, da attuare entro il 2015-2016, rispetto al limite del 70% di organico di diritto sancito dalla legge 244/2007, relativamente all’a.s. 2005/06. Sono, infatti, solo 67 mila i docenti di ruolo attualmente in servizio nella scuola a fronte di 200 mila alunni con handicap certificato: un’altra denuncia dell’Anief-Confedir, che aveva plaudito già alla sentenza n. 80/2010 della Consulta sul ripristino della deroga per casi gravi e che sta organizzando nuovi ricorsi per l’attribuzione delle ore certificate e non assegnate.
Nel decreto D’Alia sono presenti importanti novità anche su altre due questioni che l’Anief-Confedir ha portato in tribunale: la prima riguarda i 3.500 docenti inidonei o sovrannumerari ITP, che sulla base degli articoli 13, 14 e 15 del D.L. 95/2012, convertito nella Legge 135/12, la cosiddetta spending review, sarebbero dovuti transitare nei ruoli del personale amministrativo e tecnico sempre della scuola pubblica. Contro il decreto attuativo, ancora non firmato, il sindacato ha annunciato da tempo la volontà di chiedere al Tar la disapplicazione per contrasto alla normativa comunitaria e ai principi costituzionali.
Un altro problema che il dl risolverebbe è quella della mancata considerazione, all’interno della legge Fornero, della peculiarità del personale scolastico in fatto pensionistico. Modificando l’articolo 24, comma 14, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, il decreto D’Alia “libererebbe” infatti qualche migliaia di docenti e Ata che al 31 agosto del 2012 avevano raggiunto la famigerata “Quota 96” (sommando l’età e gli anni di contributi riconosciuti). Su questo punto, inoltre, si è in attesa della sentenza della Consulta per metà novembre dopo gli interventi dell’Anief-Confedir presso la Corte dei Conti.
Per permettere un regolare avvio del nuovo anno scolastico, infine, il Governo ha intenzione di varare una serie di misure che conferiranno gli incarichi di dirigenza scolastica a soggetti non in quiescenza risultati idonei a seguito dell’espletamento di un concorso a dirigente scolastico indetto antecedentemente alla data del 1 gennaio 2011, ma che non hanno frequentato il corso di formazione o che pur avendolo frequentato non hanno comunque completato la procedura concorsuale; soggetti per i quali è pendente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un contenzioso con oggetto la partecipazione al concorso a posti di dirigente scolastico indetto con il decreto direttoriale 22 novembre 2004 e soggetti che hanno ottenuto l’annullamento degli atti del concorso bandito nella regione Lombardia ai sensi del DDG del 13 luglio 2011 e ai controinteressati nel relativo giudizio.
“Il provvedimento è precoce – commenta Pacifico - perché bisogna ancora attendere il risultato di tutti gli appelli in Consiglio di Stato in merito alle prove preselettive, il cui giudizio necessariamente porterebbe all’annullamento di tutte le procedure legate alle selezioni nelle prove scritte e orali e travolgerebbe le graduatorie degli idonei. In questa fase, sarebbe stato più opportuno chiedere un giudice celere del tribunale. E stanziare – conclude il rappresentante Anief-Confedir - le stesse risorse per pagare le indennità di reggenza ai vicari”.