Erano in procinto di andare in pensione nel 2012, ma sono rimasti bloccati dalla riforma Fornero-Monti: nel disegno di legge sono confluite le tante proposte e variazioni discusse e approvate dalle Commissioni competenti nei mesi scorsi. Tutti d’accordo sul via libera, ma sinora sono mancati i finanziamenti. Marcello Pacifico (Anief-Confedir) ricorda che i 400 milioni di euro annui necessari arriverebbero in larga parte proprio dagli stipendi inferiori, in media del 30%, del personale assunto al loro posto: altrimenti ci penserà la Corte dei Conti, anche a sancire il danno esistenziale prodotto.
Riprende domani alla Camera dei Deputati il sofferto percorso legislativo per trovare una soluzione all’incredibile caso dei 4mila dipendenti della scuola, ormai ultrasessantenni, in procinto di andare in pensione nel 2012, ma rimasti bloccati dalla riforma Fornero-Monti. E che potrebbero rimanere in questo stato ancora per 3-4 anni. Stavolta per il disegno di legge, che ha molte “anime” parlamentari e primo firmatario l’on. Cesare Damiano (PD), c’è molta speranza: vi confluiscono le proposte e i miglioramenti discussi e approvati dalle Commissioni competenti nei mesi scorsi.
Per l’occasione, Anief chiede ai parlamentari di estendere ai 4mila "Quota 96" la possibilità di accedere al pensionamento con i parametri anagrafici e di servizio pre-Fornero. Oppure, di “agganciarli” ai pre-pensionamenti previsti dalla riforma della Pubblica Amministrazione presentata ai sindacati dieci giorni fa dal ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, e approvata in CdM poche ore dopo: tale estensione, tuttavia, non dovrebbe comportare alcuna decurtazione per i dipendenti della scuola, visto che i requisiti per accedere alla pensione due anni fa erano stati già tutti acquisiti.
La Scuola, infatti, ha da sempre costituito un’eccezione nel panorama del comparto pubblico, spostando al 31 agosto dell’anno successivo le scadenze che per gli altri settori statali sono fissate al 31 dicembre. Non a caso, i 4mila "Quota 96" avevano iniziato l’anno scolastico 2011/12 presentando regolare domanda di pensionamento, salvo rimare “incastrati” dall’approvazione dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214.
“Ora, qualora dalla Ragioneria Generale dello Stato dovessero essere posti i soliti problemi di reperimento dei circa 400 milioni di euro annui necessari per sovvenzionare l’operazione, - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - ricordiamo che il personale a fine della carriera viene sostituito da neo-assunti la cui retribuzione è decisamente inferiore: sarebbero proprio gli stipendi inferiori, in media del 30%, a coprire in larga misura i maggiori esborsi dovuti al pagamento delle pensioni dei 4mila “Quota 96”.
“I 400 milioni di euro necessari devono essere trovati. Altrimenti - continua il sindacalista Anief-Confedir - ancora una volta potrebbero essere gli eventi giudiziari a far prevalere la giustizia, con le Corti dei Conti, a cui molti già si sono rivolti anche per il danno esistenziale subito”.