La cifra è stata comunicata, a seguito di un’analisi sugli organici, nel corso di un Convegno svolto a Torino sul precariato organizzato dal giovane sindacato sul vulnus tutto italiano della mancata stabilizzazione di supplenti che hanno svolto 36 mesi di servizio su posti vacanti, sul problema della ricostruzione di carriera, degli indennizzi, degli scatti per precari e neo-assunti: è una cifra reale, perché quasi l'80% dei contratti conferiti al 30 giugno negli ultimi quindici anni deve essere riconvertito al 31 agosto. Per le assunzioni vanno poi aggiunte quelle derivanti dai prossimi pensionamenti e dall’organico funzionale che l’Esecutivo si appresta a varare. E niente colpi di mano da parte del Governo: le immissioni in ruolo vanno fatte subito.
Nel corso del convegno, tra l'apertura del presidente AIGA sez. nord, avvocato Lerro, e la chiusura del presidente emerito della Cassazione, dott. De Luca, sotto la moderazione del presidente Anief e segretario Confedir, Marcello Pacifico, si sono alternati nelle relazioni il professor Menghini, gli avvocati Galleano, Miceli, De Michele, Meloni.
“Quasi l'80% dei contratti conferiti al 30 giugno negli ultimi quindici anni deve essere in realtà riconvertito al 31 agosto: pertanto, i posti a tutti gli effetti vacanti su cui poter assumere da subito personale docente sono oltre 90mila”. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario Confedir, nel corso del Convegno svolto a Torino sul precariato organizzato dal giovane sindacato autonomo. Durante l’evento, che è stato seguito in diretta streaming, tra l'apertura del presidente AIGA sez. nord, avvocato Lerro, e la chiusura del presidente emerito della Cassazione, dott. De Luca, sotto la moderazione del presidente Anief e segretario Confedir, Marcello Pacifico, si sono alternati nelle relazioni il professor Menghini, gli avvocati Galleano, Miceli, De Michele, Meloni.
Ai 90mila posti liberi, è stato spiegato durante il convegno dal presidente Anief, vanno aggiunti quelli derivanti dai prossimi pensionamenti e dall’organico funzionale che l’Esecutivo si appresta a varare. “Se poi si riuscirà a cancellare i 200mila tagli di posti della riforma Gelmini, la quota di personale precario, anche da seconda fascia d’Istituto, e vincitore di concorso da poter assumere potrebbe toccare tranquillamente le 350mila unità di personale, oggi in attesa dell’immissione in ruolo. E niente colpi di mano da parte del Governo: le immissioni in ruolo vanne fatte subito, nel corso della prossima estate”, ha tenuto a dire Pacifico.
I giuristi, non a caso, si sono soffermati sul vulnus tutto italiano della mancata stabilizzazione di supplenti che hanno svolto 36 mesi di servizio su posti vacanti, sul problema della ricostruzione di carriera, degli indennizzi, degli scatti per precari e neo-assunti: nel corso del convegno, sono state quindi commentate le otto sentenze dei tribunali del lavoro, la recente sentenza della Corte di Giustizia europea sul precariato dello Spettacolo a Lussemburgo e sulla ricostruzione di carriera per intero del periodo pre-ruolo del personale AEEG, le sentenze della Cassazione su precariato marittimo, sanità, Meridiana.
La discussione si è sviluppata sugli effetti della sentenza “Mascolo” della Corte di Giustizia di Lussemburgo del 26 novembre scorso, già commentata a caldo il 27 novembre in un convegno organizzato da Anief in Parlamento: sono stati affrontati i temi della stabilizzazione nella scuola e nel pubblico impiego con particolare attenzione al prossimo decreto legge del Governo, con particolare attenzione al carattere percettivo e sanzionatorio dell'accordo quadro recepito nella direttiva 70/99, alle ragioni oggettive intese come ragioni sostitutive, all'applicabilità del diritto dell'Unione rispetto alla normativa interna e alla consistenza dell'eventuale indennizzo da prevedere per gli anni di precariato.
Sono state quindi commentate le recenti sentenze dei tribunali di Trani, Napoli, Crotone, Siena, Fermo, tutte favorevoli ai ricorrenti, che hanno stabilizzato diversi precari della scuola, riconoscendo loro la ricostruzione di carriera per intero del pre-ruolo e il pagamento degli scatti di anzianità; scatti riconosciuti anche dai tribunali di Parma e di Roma, con risarcimenti variabili dalle 6 alle 20 mensilità. È indicativo, inoltre, che le sentenze riguardino casi verificati su posti vacanti assegnati anche al 30 giugno.
Nel corso delle relazioni esposte a Torino sono stati anche analizzati gli scenari rispetto alla pronuncia della Consulta calendarizzata il 23 giugno 2015 e il prossimo ricorso della Commissione UE contro l'Italia per l'ancora attiva procedura d'infrazione 2124/10 sulla mancata stabilizzazione del personale ATA. Oltre che sulla sentenza del 22 febbraio della CGUE contro il Ducato di Lussemburgo, dovuta alla mancata stabilizzazione del personale dello spettacolo.
Sono state ritenute importanti anche le riflessioni sul “giudicato”, per quelle sentenze negative espresse dai tribunali prima della pronuncia della Corte europea sul diritto dell'Unione che prevale sulle fonti nazionali ancorché costituzionali, considerando che è dovere del giudice nazionale conformarsi con l'interpretazione della giurisprudenza comunitaria, tema tanto più sensibile in un momento in cui sta per essere varata la responsabilità civile dei magistrati.
Ampio spazio è stato dato anche all'ultima ordinanza “Bertazzi”, del 14 settembre 2014, sempre emessa dalla Corte di Giustizia che risponde al Consiglio di Stato, dopo le altre due ordinanze similari: è stato chiarito, definitivamente, che il personale dell'Agenzia dell'elettricità, luce e gas assunto a seguito di stabilizzazione piuttosto che concorso ha diritto al riconoscimento per intero del pre-ruolo nella ricostruzione della carriera.
“Ragion per cui - ha chiosato Pacifico - gli attuali contratti collettivi firmati dai sindacati rappresentativi sono illegittimi perché ‘raffreddano’ la carriera, sia ai neoassunti dopo il 2011 con la cancellazione del primo gradino stipendiale sia a tutti i lavoratori cui viene negata la valutazione di un terzo del servizio svolto prima dell’immissione in ruolo”.
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