Il sindacato ANIEF aderisce alla manifestazione unitaria a Piazza Montecitorio prevista per il prossimo 7 luglio. Il voto finale alla Camera porrà il sigillo a quello che è un vero e proprio attentato alla scuola pubblica.
il sindacato ANIEF invita i propri iscritti e tutti i docenti e gli ATA precari e di ruolo che hanno a cuore il futuro della scuola pubblica ad unirsi alla protesta contro il progetto “La Buona Scuola” di Renzi: il 7 luglio alle ore 17:00 l’appuntamento in difesa della scuola pubblica è in Piazza Montecitorio.
Il paletto è inserito nella Relazione Tecnica al ddl n. 1934: “la possibilità di ridurre il numero degli alunni per classe dovrà, parimenti, nel rispetto del limite sulla dotazione organica prevista, comportare un aumento di tale limite nelle altre classi”. Tra gli addetti ai lavori si parla già di un'operazione da "abracadabra". Che non abbatterà quel 9 per cento di classi che oggi supera i parametri numerici massimi previsti dalla legge.
Marcello Pacifico (presidente Anief): siamo a dir poco perplessi, perché in Parlamento conoscono bene il problema, sia a livello di sicurezza sia di mancato profitto scolastico. È l’ennesima occasione persa, che danneggerà prima di tutto gli allievi disabili.
L'istituendo comitato di valutazione, come indicato nel comma 128 del ddl 1934, verrà eletto ogni tre anni: sarà composto da tre docenti; due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione; un componente esterno individuato dall'Usr. Il suo giudizio avrà il suo peso, tra le altre cose, sull'esito dell'anno di prova, sui fondi da assegnare al personale più meritevole e addirittura ai docenti da riabilitare.
Marcello Pacifico (presidente Anief): non possiamo accettare che uno studente di soli 14-15 anni possa essere chiamato a valutare i suoi professori. È come se un figlio fosse costretto a dare un giudizio su un padre sulla capacità di essere genitore. Oppure che un paziente di un ospedale fosse chiamato a formulare impressioni, con effetti importanti, sui medici che lo hanno operato. Mandando in soffitta il potere degli organi collegiali e delle Rsu d'istituto.
Oggi la VII commissione della Camera ha avviato la revisione del disegno di legge: è prevista una verifica lampo, senza alcun dialogo, e il via libera subito dopo il 7 luglio. Con sicuri effetti negativi su dipendenti e studenti: a settembre un docente ogni cinque arriverà nelle scuole, infatti, con almeno un mese di ritardo. La scarsa governabilità degli istituti sarà aggravata dal fatto che in quegli stessi giorni di inizio settembre 2015 saranno tornati in classe oltre 5mila vicari e collaboratori dei dirigenti scolastici. La loro assenza, che si somma al mancato avvio dell’organico funzionale, lascerà i presidi sempre più soli nel condurre tra i 4 e i 6 plessi: una norma introdotta con l’ultima Legge di Stabilità, che ha proibito, sempre da settembre, anche di nominare supplenti in caso di assenza del titolare per pochi giorni.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la mancanza del 20% dei docenti nelle scuole comporterà problemi seri, perché in quei giorni si insediano gli organi collegiali, si formano le classi, si avvia la contrattazione d’Istituto, si programmano le attività didattiche e progettuali centrali per ogni scuola. A completare il modello di gestione all’insegna dell’incoerenza, c’è anche la concreta possibilità che le 50mila assunzioni su organico potenziato possano avvenire ledendo le regole degli atti pubblici.
Su alcuni versanti, la riforma approvata dall’aula del Senato è addirittura peggiorativa della prima versione approvata alla Camera. Il fatto stesso che sia stato eliminato ogni riferimento temporale sull'ordine delle operazioni dal maxiemendamento per le assunzioni sull'organico di potenziamento, è più che significativo sulle possibilità di far arrivare tra i 5 e i 7 docenti aggiuntivi ad ogni istituto, ad anno scolastico abbondantemente iniziato. E poi, dal 2016, si comincerà con la chiamata diretta dei nuovi docenti e pure di una parte di quelli di ruolo: per tutti questi insegnanti (stiamo parlando di circa 100mila l’anno), il futuro professionale sarà messo in mano ai dirigenti scolastici che gestiranno discrezionalmente gli albi territoriali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): nella scuola il personale deve essere assunto, come in tutti i comparti pubblici, attraverso il posizionamento nelle graduatorie di merito e anzianità. Introdurre nuove regole, calpestando le basilari, è molto pericoloso. Inoltre, come si fa a dire a decine di migliaia di docenti già abilitati che il loro titolo serve a poco più di nulla e che per fare questa professione dovranno sottoporsi nel 2016 ad un concorso pubblico, alla pari dei nuovi laureati? Siamo proprio convinti di sapere come la pensa il tribunale civile di Roma.