Marcello Pacifico (Anief-Confedir): le buste paga degli insegnanti rimangono sotto il costo della vita, per una vera svolta servono soldi aggiuntivi attraverso la prossima Legge di Stabilità. Perché non si possono finanziare gli incrementi stipendiali continuando a saccheggiare quelli destinati all’offerta formativa. Sì, ma con riserve, sull’organico funzionale e al potenziamento dell’inglese. E la vera alternanza scuola-lavoro passa per l’elevazione dell’obbligo formativo a 18 anni.
“Plaudiamo alla decisione del Governo di assumere entro un anno 150mila docenti, di cui il 90% dalle graduatorie ad esaurimento che finalmente saranno quasi svuotate. Ma ricordiamo all’esecutivo che le immissioni in ruolo non possono più concretizzarsi ad invarianza finanziaria: in tal caso tutti i neo-assunti, infatti, continuerebbero ad essere trattati da precari, con lo stipendio fermo al minimo per diversi anni”. È questo il commento Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir rispetto ad una parte del progetto di riforma dell’istruzione italiana reso noto questa mattina dal Governo attraverso la pubblicazione delle linee guida “La Buona Scuola”.
Rispetto alla decisione del Governo in carica di voler rinnovare il processo di assegnazione degli scatti di anzianità, il sindacato ricorda che qualsiasi novità in tal senso non può prescindere dal legare lo stipendio base di tutti i docenti italiani al costo della vita. L’assegnazione di stipendi equi, adeguati all’inflazione, è del resto prevista da tutte le norme a tutela dei lavoratori, a partire dall’articolo 36 della Costituzione.
“Questa, invece, è una condizione – continua Pacifico – che non è stata assolutamente rispettata negli ultimi sette anni, considerando che le buste paga dei nostri insegnanti sono scese di quattro punti percentuali sotto l’inflazione, proletarizzando di fatto l’intera categoria. Non dimentichiamoci che in media ai nostri docenti il blocco degli stipendi ha comportato una perdita media di 10mila euro. Se, come sembra, si procederà ad un ulteriore blocco, i mancati pagamenti potrebbero arrivare a 15mila euro”.
Allo stesso modo, Anief ricorda all’Esecutivo che la carriera del nostro corpo docente non può continuare ad essere finanziata attraverso ulteriori tagli al settore e riduzioni corpose, anche di due terzi, dei fondi destinati al Miglioramento dell’offerta formativa. “Per questo capitolo di spesa servono soldi aggiuntivi attraverso la prossima Legge di Stabilità – commenta Pacifico – perché solo in questo modo si potrà parlare di stipendio dignitoso. Altrimenti si continuerà a togliere da una parte per ridare dall’altra”.
Per quanto riguarda l’organico funzionale, il sindacato è sostanzialmente d’accordo, ma mantiene delle riserve: l’utilizzo dei docenti permanenti, a livello di singola scuola e di rete, deve infatti essere utilizzato per tutte le attività curricolari e a sostegno della didattica. E non quasi esclusivamente per le sostituzioni, come temiamo possa avvenire.
Anief ritiene positiva anche la decisione di potenziare l’apprendimento dell’inglese. Anche in questo caso, però, “va ricordato che prima di tutto vanno ripristinati gli oltre 10mila insegnanti specializzati della scuola primaria cancellati dalla riforma Gelmini”, ricorda Pacifico.
“Allo stesso modo – continua il sindacalista – il Governo abbia il coraggio di introdurre una vera alternanza scuola-lavoro anche attraverso l’elevazione dell’obbligo formativo da 16 a 18 anni, così come aveva tentato di fare tre lustri fa l’ex ministro dell’Istruzione Berlinguer. Solo in questo modo, non perdendo gli studenti, si potrebbe avvicinare la scuola al mondo aziendale ed elevare le competenze dei discenti. E finalmente ridurre – conclude Pacifico – quel triste primato di 700mila Neet tra i 15 e i 23 anni che oggi in Italia non studiano e non lavorano”.