Non c’è solo l’esigenza di rivedere e rendere omogenei i tempi del procedimento disciplinare: il D.lgs. 75/2017 scava un solco ancora più profondo tra i poteri dello Stato-datore di lavoro e i lavoratori pubblici. A chi esercita il potere disciplinare non può essere consentito di derogare ai termini che regolano il procedimento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è tempo di dire basta alla vecchia immagine del dipendente pubblico come sinonimo di fannullone o assenteista. La necessità di colpire senza alcuna esitazione chi, tra i lavoratori pubblici, vìola i vincoli contrattuali e deontologici, non consente alla pubblica amministrazione di porsi al di sopra della legge e reputarsi esentata dal rispetto tassativo dei termini che essa stessa si è data.
Secondo il giovane sindacato, nel decreto legislativo della Legge 107/15 sulla ‘istituzione del sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni’ è necessario un sensibile aumento degli organici e l’introduzione di personale potenziato nell’infanzia. Tra le modifiche richieste, c’è anche quella di prevedere l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi in compresenza (con docenti della scuola dell’infanzia e della primaria assieme) e la riapertura delle GaE a tutto il personale docenti abilitato, nonché l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe importante anticipare l’obbligo scolastico, inserendo l’ultimo dei sei anni del Sistema integrato nel primo del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. Il fine risponde ai mutamenti culturali del nostro tempo, offrendo un servizio che valorizzi le potenzialità di bambini, i quali in questo modo vivono uno spazio relazionale e cognitivo più dinamici rispetto alle precedenti generazioni. La scelta, inoltre, pur mantenendo in 10 anni la durata del diritto-dovere alla formazione, allinea ai colleghi europei gli studenti italiani che conseguono il diploma in uscita dal sistema di istruzione e formazione secondaria.
La Legge di Bilancio prevede che solo 20-25mila cattedre si spostino dall’organico di fatto a quello di diritto e lo stanziamento di 300 milioni per finanziare le "deleghe" della Buona Scuola; altri 100 milioni sono stanziati per gli istituti paritari e una quota, ancora da definire, prevede il potenziamento degli Istituti tecnici superiori e la decontribuzione per le aziende che assumono i giovani diplomati; 5 milioni di euro serviranno, ancora, a rafforzare l'Orientamento nelle scuole e vi saranno Incentivi per studenti universitari meritevoli e non abbienti, così pure per i ricercatori. Intanto, dal sondaggio nazionale “Demos – Coop” la Legge 107 viene ancora una volta bocciata. Gli insegnanti, invece, “mantengono un prestigio sociale elevato”, soprattutto i maestri della primaria. Anche gli italiani hanno capito che i nostri docenti sono maltrattati, 'spediti' a mille chilometri da casa e sotto-pagati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ci sono 100mila posti che annualmente vengono dati ai docenti precari. Cosa dovremmo festeggiare se tra meno di 12 mesi ci ritroveremo ancora una volta con cattedre scoperte, dirigenti costretti a 'fare acrobazie' e gli alunni disabili privi del docente di sostegno? Anche con gli Ata siamo fermi a 10mila amministrativi, tecnici e ausiliari che non copriranno neppure il turn over. L’aspetto che lascia, però, più basiti è un altro: dove stanno i soldi per il rinnovo del contratto per il quale si sono aperte le trattative in estate e si sono spese tante belle parole da parte dei rappresentanti del Governo? Pure gli italiani hanno capito come stanno le cose: la gente è grata al lavoro degli insegnanti che percepiscono stipendi da fame in contesti inadeguati e privi di risorse. Con questa Legge di Stabilità, rimaniamo fedeli allo standard.
Al Miur si seguono, finalmente, le indicazioni del giovane sindacato: l'unica spesa con queste assunzioni aggiuntive sono i due mesi di luglio e agosto, i cui stipendi non vengono pagati ai supplenti licenziati a giugno e riassunti a settembre. Con un esborso minimo, quindi, si procede anche all’assorbimento in ruolo dalle graduatorie di "seconda fascia", dove ci sono insegnanti specializzati precari di lungo corso (dopo la laurea, ai fini del conseguimento dell’abilitazione, hanno superato tirocini formativi universitari).
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per portare a termine l’operazione, rimane indispensabile che si attuino alcuni passaggi. Dalla realizzazione di un monitoraggio nazionale sui posti oggi in organico di diritto, a partire dal sostegno, dove ci sono quasi 40mila cattedre vacanti, sino all’aggiornamento annuale delle graduatorie senza attendere il 2019 (per permettere gli spostamenti su province senza più candidati e non assumere i docenti non abilitati, mentre chi lo è rimane a casa). Vi è, poi, la necessità di assumere da graduatoria d’Istituto non limitando più la scelta a 20 istituti, individuati dai precari, ma permettendo loro di essere collocati su tutto l’ambito territoriale. Sarebbe bene, inoltre, fare tesoro dell’esperienza allucinante delle mancate stabilizzazioni dei vincitori del Concorso a cattedra con migliaia di candidati non assunti perché, nel frattempo, le cattedre sono sparite: bisogna accantonare subito i posti per i contratti a tempo indeterminato. È necessario, inoltre, far cadere il tetto del 10 per cento di idonei, ai quali va concessa la possibilità di essere immessi in ruolo su regioni diverse rispetto alla sede di svolgimento concorsuale seguendo, così, quanto è stato deciso col piano straordinario per la scuola dell’infanzia. Occorre, infine, avviare il terzo ciclo TFA.
Il sindacato ritiene fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in base alle quali “il sistema è regolare e non ci sono errori”: perché le sedi territoriali continuano ad essere tartassate dalle domande dei docenti, che chiedono spiegazioni sulla loro collocazione a centinaia di chilometri di distanza, mentre colleghi con punteggi minori sono stati trasferiti su ambiti territoriali decisamente più vicini. Nella stessa giornata, Orizzonte Scuola ha realizzato un approfondimento, con cui spiega che “certamente qualcosa non ha funzionato, ma guai ad ammetterlo”, riferendosi all’atteggiamento pilatesco del Miur.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se non si provvede in fretta ad ammettere la realtà, a Viale Trastevere arriveranno migliaia di tentativi di conciliazione che paralizzeranno amministrazione e istituzioni scolastiche. I docenti neoimmessi non possono far dipendere la propria vita da una variabile indefinita, introdotta arbitrariamente dal Miur, peraltro non prevista dal contratto. I neoassunti si sentono traditi due volte: quando hanno dovuto scegliere una provincia non loro e oggi, perché vengono trasferiti d’ufficio in un ambito territoriale lontanissimo, senza possibilità di tornare a casa, si dice loro, prima di tre anni.