In arrivo un disegno di legge che vuole stravolgere lo stato giuridico del personale, ad iniziare dalla quasi cancellazione degli scatti di anzianità: lo ha confermato oggi il Ministro Giannini, secondo cui “stiamo andando nella direzione auspicata dal mondo della scuola". Ma le cose non stanno così: dai 400 seminari organizzati dall’Anief è emersa la posizione largamente maggioritaria è contro questa ipotesi. E anche i sondaggi delle ultime ore dicono che il 90% del personale è contrario.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir):tutto sembra preludere all’approvazione di nuove norme che potrebbero affossare ancora di più gli stipendi. Come sindacato, riteniamo questa ipotesi irricevibile.
Il prossimo mese di febbraio diventa decisivo per il futuro della scuola italiana: oggi, a Gorizia, il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha detto che entro la fine del prossimo mese verrà presentato il disegno di legge sulla 'Buona scuola'. Giannini ha anche confermato la volontà di approvare un disegno di legge delle regole che governano la scuola e il personale che vi opera: “l'ipotesi più plausibile vorrebbe – ha commentato la stampa specializzata - che il Decreto Legge affronti le questioni più urgenti legate alla riforma, a partire dal piano di assunzioni, mentre il disegno di legge di cui hanno parlato Renzi e Giannini affronterà altre tematiche, come per esempio la rielaborazione del testo unico ormai vecchio e da aggiornare”.
Poche ore dopo, a Pordenone, a margine di un incontro sulla riforma, lo stesso titolare del dicastero dell’Istruzione pubblica ha aggiunto che "il tema del contratto degli insegnanti andrà parallelamente a quello della Buona Scuola". Giannini ha quindi detto che "per ridefinire le regole e dare dei criteri di merito e di premialità è necessario intervenire anche sul tema del contratto: in questo percorso – ha concluso il Ministro - stiamo andando nella direzione auspicata dal mondo della scuola".
L’Anief tiene a precisare che non è stata attuata all’interno di tutte le scuole italiane alcuna consultazione. L’auspicio di rivedere il contratto, azzerando quasi gli scatti automatici in busta paga, è semmai solo dell’amministrazione scolastica e di un Governo che, pur cambiando colore, rimane sempre attaccato ai bisogni di cassa invece che a quelli della funzionalità scolastica. Se, invece, si vuole prendere per attendibile il parere di una minima parte di lavoratori, allora si tenga in considerazione anche quanto emerso dai 400 seminari organizzati dall’Anief negli ultimi quattro mesi proprio sulla ‘Buona Scuola’, da cui sono scaturiti pareri tutt’altro che positivi verso il mancato adeguamento stipendiale per tutta la categoria.
La contrarietà della base verso questo progetto non si riscontra, peraltro, solo dai seminari del giovane sindacato. È tutto dire che oltre 360 tra i 400 partecipanti (il 91%) al sondaggio avviato in queste ore dalla rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’ si dice contrario alla formula prospettata dal Governo sugli aumenti stipendiali, da assegnare per il 20% attraverso gli scatti di anzianità e per l'80% con scatti di merito (con questi ultimi però riservato il 66% di docenti di ruolo in servizio presso ogni istituto).
Oltre al no secco all’abolizione degli scatti, i 10mila lavoratori del comparto scuola partecipanti agli incontri formativi tenuti dai relatori del giovane sindacato hanno espresso il loro parere positivo all’adeguamento dell’Italia alla normativa comunitaria, all’abolizione della trattenuta ENAM e TFR, al via libera alle regole flessibili per le pensioni, all’obbligo formativo fino al 18° anno di età, all’organico funzionale ma non sostitutivo all’insegnamento. Tra le richieste espresse dalla “base”, c’è stata anche quella di garantire al personale risorse aggiuntive, senza però attuare nuovi tagli come accaduto negli ultimi anni. E pure l’assegnazione di stipendi base finalmente ancorati all’inflazione, regole per contratti di apprendistato e lo stop alle discriminazione per i contratti a termine. La domanda è: il ddl che sta varando il Governo contiene tali indicazioni, contenute nella controriforma Anief, ad iniziare dalla necessità di adeguare lo stipendio di cui opera nella scuola?
“L’annuncio, da parte del Governo, di un imminente disegno di legge che andrà a rivedere lo stato giuridico del personale scolastico – commenta Marcello, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – sembra preludere all’approvazione di nuove norme che potrebbero far scomparire quasi del tutto i vecchi scatti di anzianità. Affossando ancora di più gli stipendi del personale. Come sindacato, riteniamo questa ipotesi irricevibile”.
“Anche perché l’Esecutivo vuole intervenire su temi centrali per il personale, come il merito e gli stipendi, oltre che su stato giuridico, supplenze, carriera e mobilità, con conseguenze su pensioni e tfr, senza aver svolto alcun confronto diretto con quel milione di professionisti che da diversi anni hanno la busta paga più povera dell’inflazione. Ma anche il contratto bloccato e le alte professionalità svilite, ad iniziare dai vicari dei presidi non più pagati e ora pure cancellati”.
“La verità è che il merito di un lavoratore della scuola deve essere misurato prima di tutto al costo dell’inflazione, che negli ultimi anni ha superato gli stipendi della scuola di oltre 4 punti. E con il blocco stipendiale deciso nel periodo 2008 - 2018 ha comportato una perdita media a dipendente di 10mila euro. E il futuro non promette nulla di buono, perché si va verso un forma di carriera aleatoria, con lo “scatto di competenza”, che il Governo vorrebbe assegnare solo al 66% del personale meritevole, che potrà essere revocato dopo un triennio. E non solo, perché il sempre più raro “salario accessorio”, già oggi riservato a pochi eletti, non troverà più la copertura di quel fondo d’istituto ormai – conclude Pacifico - più che dimezzato rispetto a soli tre anni fa”.
Per approfondimenti:
La Buona Scuola non è risolutiva, l’Anief presenta la contro-riforma che viene dal basso