Oggi il CdM approverà un decreto legge con cui si dà seguito all’accordo sindacale già valido per il personale ATA della regione autonoma, facendo sparire gli attuali aumenti stipendiali: il 70% passerà per il merito, in cambio di una sorta di prestazione occasionale resa per un triennio rispetto ai crediti didattici, formativi e professionali. Risulta confermata la sola attuale indennità di vacanza contrattuale, ferma ai valori del 2009: chi sarà valutato potrà concorrere per percepire i restanti 38 euro, mentre 7 euro andrebbero allo staff del dirigente. E non ci sono risorse aggiuntive. Ma mentre a Trento, queste si potranno recuperare del fondo d'istituto, a livello nazionale si va verso il gioco dei punti con un super nucleo di valutazione. Anief non ci sta e avverte gli altri sindacati: quando diventeremo rappresentativi, non firmeremo questo tipo di accordi a perdere.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): quella in arrivo in CdM è una riforma irricevibile che lede la nostra dignità di educatori. Così si mortifica la professione. Non è la scuola del merito, non è più scuola.
Con il decreto legge che il Governo si appresta ad approvare stadera in Consiglio dei Ministri, il personale della scuola può praticamente dire addio agli scatti di anzianità: dalle indiscrezioni dell'ultima ora sulla bozza di decreto - analizzata dalla rivista specializzata Orizzonte Scuola – giungono infatti preoccupanti notizie sul futuro delle risorse contrattuali destinate agli aumenti di stipendio che rappresentano l’unica forma di carriera del personale della scuola.
Se è vero, infatti, che il Governo conferma la linea assunta il 3 settembre scorso, con i 60 euro di aumento da dare ai docenti dal 2018 per chi si fosse messo in gioco, Anief ricorda che si tratta sempre di una cifra vicina al netto che tutti i docenti (non solo i cosiddetti “meritevoli”) dovrebbero acquisire in media di arretrati dal 2010 se si firmasse un contratto e si allineasse lo stipendio all'inflazione.
Invece, il Governo che fa? Decide di suddividere la cifra per un 30% come scatto di anzianità e un 70% come merito, in cambio di una sorta di prestazione occasionale resa per un triennio rispetto ai crediti didattici, formativi e professionali. E come se non bastasse, entrambe le quote dovrebbero cedere qualcosa per assegnare un 10% al collaboratore del dirigente da lui nominato. Il tutto con una flessibilità rispetto alla diminuzione del 30% e all'aumento del 10%, a discrezione dei sindacati nel prossimo contratto che dovrebbe recepire le norme.
Da qui le quote segnalate da Anief, ma anche un monito: CGIL/FLC, CISL, UIL, ANTES hanno già firmato a Trento un CCLP che cancella gli scatti per il personale ATA, mentre CISL, UIL, CONFSAL hanno firmato un'intesa che ha dato luogo a un atto di indirizzo del Governo sull'attuale via della cancellazione degli scatti. Ed ora si procede in quella direzione. Perché mentre a Trento le indennità che si potranno recuperare del fondo d'istituto, a livello nazionale si va verso il gioco dei punti con un super nucleo di valutazione. Allora sia chiaro: se come ci sembra comprendere, riceveremo la fiducia dei lavoratori della scuola in questi giorni di voto per le elezioni RSU, confermiamo che non la tradiremo firmando un accordo al ribasso di questo genere.
“Quello che si sta approvando in Consiglio dei Ministri è un accordo irricevibile – è il commento di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -, perché lede la nostra dignità di educatori: così si mortifica la professione. Non è la scuola del merito, non è più scuola. Prima di parlare di merito il Governo deve stanziare le risorse, provvedere al pagamento di 5mila euro di arretrati in questi lunghi cinque anni. E deve anche allineare annualmente, per il futuro, gli attuali stipendi al costo dell'inflazione senza ulteriori tagli. In caso contrario – conclude Pacifico – l’ultima parola spetterà ai tribunali della Repubblica”.
Per approfondimenti:
La lista delle scuole dove puoi votare Anief
Il volantino con il programma elettorale ANIEF
Buona Scuola – Assunzioni precari, Governo ci ripensi: meglio un decreto legge
(Riforma stipendi, bozza riforma: "immeritevoli" soggetti a verifiche. Non ci saranno risorse in più. Valutazione triennale(Orizzonte Scuola del 3 marzo 2015)