Nuove classi di concorso - Se il Miur le introdurrà attraverso un mero atto ministeriale, senza passare per il Parlamento, l’Anief annuncia una dura opposizione: siamo di fronte ad un colpo di mano privo di fondamento giuridico. Il giovane sindacato ricorrerà sicuramente al Tribunale amministrativo regionale.
Le indiscrezioni delle ultime ore provenienti dalla stampa specializzata confluiscono sulla ferma volontà del ministro Profumo di rinnovare le classi di concorso della scuola nei giorni precedenti alla sua uscita di scena da Viale Trastevere: quindi entro l’inizio del mese di febbraio.
Se tutto questo venisse confermato nei fatti, se la politica del risparmio dovesse continuare a prevalere su ogni logica, l’Anief annuncia sin d’ora il suo diniego ad un’operazione che per salvare dalla sovrannumerarietà qualche migliaio di docenti li autorizza, di fatto, ad insegnare materie per le quali non sono abilitati e di cui hanno solo qualche primaria conoscenza. Oltre all’evidente danno agli studenti, ciò farà perdere le supplenze di lunga durata ad altrettanti precari, quasi sempre conoscitori della disciplina e regolarmente abilitati all’insegnamento.
“Siamo di fronte ad un’operazione chiaramente illegittima – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief -: approvare la drastica riduzione delle classi di concorso attraverso un decreto del Ministero è una vera forzatura. La legge 133 del 2008 indica la necessità di far passare qualsiasi modifica delle classi di concorso necessariamente per le commissioni parlamentari. Cercare di aggirare quest’obbligo normativo, approfittando del particolare momento, a poche settimane dalle elezioni politiche di fine febbraio, non salverà di certo il Miur – conclude Pacifico - dalla presentazione al Tar di migliaia di ricorsi da parte dei tanti danneggiati da questo colpo di mano del ministro Profumo”.