Le Confederazioni sindacali hanno espresso oggi a Roma il loro parere sulla riforma del pubblico impiego. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, presente all’incontro, nell’ipotesi prospettata non c’è alcun cenno alla problematica dell’enorme mole di precariato, di cui metà nella scuola, che opera per ministeri ed enti locali. Non si fa accenno poi agli stipendi sempre più al di sotto del tasso di inflazione.
Non è giustificato, inoltre, un ulteriore taglio radicale dei rappresenti sindacali: disattende la direttiva UE 14/2002 e il decreto legislativo 25/2007 che tutelano il diritto alla consultazione e informazione dei lavoratori. Come non è motivato il ‘bavaglio’ ai giudici amministrativi: aumenterebbe i fenomeni criminali e correttivi. Il decremento di potere cautelare del Tar, rischia di intaccare l’attuale garanzia dell’imparzialità dell’amministrazione pubblica e viola le indicazioni UE. Pollice verso sul mancato rispetto delle norme comunitarie sui trasferimenti (obbligatori) da un settore all’altro.
Le contro-proposte: abolizione dello spoil system; introduzione di un organico funzionale nella scuola e funzione tutoriale o di coordinamento al personale docente over 60; una soluzione veloce per i Quota 96. Oltre che per sblocco del contratto con aumento immediato del 5% su tutti gli stipendi a partire dal 2010.
“La proposta di riforma della PA allontana ulteriormente l’Italia dall’Europa e dalla Costituzione. Prima di tutto perché non c’è alcun cenno alla problematica dell’enorme mole di precariato, di cui metà nella scuola, che opera per ministeri ed enti locali: è una ‘dimenticanza’ particolarmente grave alla luce dell’ulteriore precarizzazione del rapporto di lavoro derivante dal Job Acts. Poi perché lascia inalterato il gap stipendiale dei pubblici dipendenti rispetto al costo della vita. Inoltre, non è mettendo un ‘bavaglio’ ai giudici amministrativi che si risolve il problema degli appalti, ma con gare trasparenti e rispetto delle regole”. Lo ha detto a Roma questa mattina Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, nel corso dell’incontro tenuto dalle Confederazioni sindacali con il Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, durante il quale è stata illustrata la proposta del Governo in previsione del Consiglio dei ministri di domani.
Pacifico ha espresso tutte le sue perplessità sull’ipotesi di modifica del codice degli appalti pubblici e di inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie e sulla modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo: “una vera e propria riforma della dirigenza che sia legata al risultato in termini di gestione e governance – ha detto il sindacalista Anief-Confedir - non può prescindere da una seria lotta alla corruzione, che oggi come ieri investe la classe politica, e da una maggiore responsabilità proprio di chi si candida ed è scelto dai cittadini per guidare il Paese”.
“Inoltre – ha detto ancora Pacifico - l’introduzione di penalizzazioni nei confronti dei privati cittadini soccombenti in giudizio e non dello Stato, viola il principio della parità tra i convenuti alla base del nostro ordinamento. Bisogna scommettere sulla semplificazione e sulla pubblicità degli atti di ogni ente coinvolto nella gestione di denaro pubblico e in questo senso il progetto di Gazzetta amministrativa ha dimostrato partecipazione e condivisione nella registrazione dei contratti da parte dei diversi uffici pubblici”.
Sugli altri 44 punti di riforma della P.A., Anief-Confedir si è detta contraria alla riduzione del potere cautelare del Tar. Perchè “rischia di intaccare l’attuale garanzia dell’imparzialità della pubblica amministrazione”. Non è d’accordo, poi, sul mancato rispetto delle norme comunitarie sui trasferimenti (obbligatori) da un settore pubblico all’altro. “Abbiamo chiesto, invece, - continua Pacifico - l’abolizione dello spoil system, l’introduzione di un organico funzionale nella scuola e funzione tutoriale o di coordinamento al personale docente over 60. E anche una soluzione veloce per i Quota 96. Oltre che per sblocco del contratto con aumento immediato del 5% su tutti gli stipendi a partire dal 2010”.
La Confederazione ritiene che gli aumenti di stipendio che non possono essere legati all’andamento dell’economia, ovvero dei conti pubblici, la cui responsabilità non è del mercato ma del decisore politico, non certo dei lavoratori. L’articolo 36 della Costituzione parla chiaro: non può essere lesa la dignità professionale del cittadino che lavora per il benessere della Nazione. L’art. 39 pretende un contratto di lavoro. Quindi, al dipendente pubblico deve essere garantito almeno l’aumento dello stipendio in base al costo della vita.
“Ecco perché – continua il rappresentante Anief-Confedir - nell’ultimo punto affrontato e voluto dai sindacati, il rinnovo del contratto, abbiamo chiesto almeno l’aumento del 5% sugli stipendi così come riconosciuto ai magistrati dal dicembre 2012. L’inflazione in questi anni di blocco contrattuale è salita del 12%, nel privato si sono registrati aumenti del 18% e nel pubblico siamo fermi ai valori dell’8-9% del 2009-2010. Anche su questo punto il Governo sembra però non volerci sentire: non c’è infatti alcun accenno ad adeguare gli stipendi in base all’andamento dei conti pubblici”.
Pacifico si è infine soffermato sulla volontà governativa di forte riduzione dei distacchi sindacali, che diventano solo retribuiti, che se applicata violerebbe la direttiva europea n. 14 del 2002 e gli articoli 27 e 28 della Carta UE: “se è vero che non ci si può trincerare dietro il corporativismo, non bisogna però dimenticare che chi è distaccato lavora per rappresentare i lavoratori e permette l’utilizzo delle prerogative sindacali previste dalla legge. Così come pensato, infatti, il taglio del 50% senza tutela per le aree specifiche e le minoranze – ha concluso il sindacalista Anief-Confedir - impedirebbe l’esistenza della pluralità delle associazioni sindacali, sempre tutelata dalla Consulta e ucciderebbe la democrazia”.
I 7 punti proposti da Anief - Confedir
1.Pre-pensionamenti:
- riconoscere peculiarità quota 96 nella scuola
- introdurre funzione tutoriale per over 60 o organico funzionale
- precedere flessibilità con meccanismi premializzanti o dissuassivi
2. Trasferimenti e par-time
- rispetto della direttiva comunitaria
- ripensamento del sistema della ricongiunzione contributiva, troppo onerosa dopo la Fornero
3. Distacchi
- no a tagli lineari e tutela della pluralità sindacale
4. Dirigenza
- abolizione dello spoil system e responsabilità della politica, anticorruzione
5. Giustizia
- No a riduzione potere sospensiva TAR perché chi amministra non può essere favorito se sbaglia e non si può rimediare all’errore dopo due anni, e no a punizioni per i soli privati cittadini che perdono
6. Trasparenza
- si alla pubblicità degli atti, alla semplificazione
7. Contratti e aumenti
- aumenti immediati dal 2010-2011 del 5% come per i magistrati per raggiungere il costo della vita; no al legame economia-conti pubblici-salario dei dipendenti
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