PD - Rilancio, governo e rappresentanza delle autonomie scolastiche

Nei giorni 15 e 16 gennaio si è tenuto a Roma a Palazzo Rospigliosi, all’interno del Forum PD, il II seminario nazionale incentrato sul tema Rilancio, governo e rappresentanza delle autonomie scolastiche. I partecipanti, tra cui per l’ANIEF i proff. Salvo Siciliano, Antonietta De Luca e Daniela Pietrasanta, sono stati suddivisi in tre gruppi di lavoro, ciascuno dei quali ha approfondito un aspetto specifico dell’argomento: il governo interno, il governo territoriale, i supporti all’autonomia scolastica.

 
Se l’autonomia è un modo per organizzare le potenzialità presenti nella scuola, è anche vero che essa necessita per realizzarsi una riorganizzazione amministrativa e costituzionale, oggi ancora in fieri, la quale a sua volta deve rispecchiare nelle sue linee guida l’idea di un cambiamento e di una sostituzione del sistema complessivo della scuola che è alla base del concetto stesso di autonomia. Una rivoluzione, anche culturale, il cui processo è da lungo tempo formalmente iniziato pur non essendo stato, negli ultimi venti anni, mai implementato o semplicemente applicato.

 
Punti comuni della articolata discussione si possono ravvisare nella necessità di non contrapporre autonomia e partecipazione alla vita e al governo della scuola da parte del corpo docente, degli studenti, dei genitori e della comunità sociale. Il problema conseguente, anche alla luce delle recenti proposte di legge ancora allo studio (Aprea e De Torre), risiede nelle forme in cui si intende concretamente declinare e coordinare tale rapporto. L’efficienza organizzativa ed anche le modalità di partecipazione all’interno degli organi di indirizzo e tecnici (da stabilire mediante Statuto e regolamenti), secondo i partecipanti al Forum, non devono porsi però in conflitto con gli scopi formativi e di apprendimento che sono alla base dell’istituzione scolastica, quanto piuttosto farsi funzionali al diritto di ogni alunno al successo formativo, qualunque sia il percorso di studi prescelto e lo status sociale di appartenenza.

 
Nell'ambito della discussione sui supporti all'autonomia scolastica si rileva la necessità di rendere concretezza a una dimensione realizzata solo sul piano teorico mediante tutte le risorse possibili. In questa ottica la parola chiave è 'rete': creare relazioni con gli enti locali significa convogliare le risorse sulle scuole e permettere ai progetti pensati per valorizzare il rapporto tra la comunità scolastica e il territorio di prendere realmente corpo. Anche gli istituti sono chiamati a far rete per condividere le professionalità e risparmiare sugli sprechi e, per una minima percentuale, per assumere personale alle dipendenze del gruppo di scuole consociate. Contrarietà all'assunzione dei docenti da parte delle reti è stata espressa unanimemente, mentre il dibattito si è animato sul tema della formazione in itinere degli insegnanti e sul ruolo chiave della figura del dirigente scolastico che avrebbe bisogno di un percorso di aggiornamento ad hoc per incarnare con successo il leader di cui la scuola autonoma necessita. In fine si rileva il bisogno di creare una sinergia significativa tra il mondo della scuola e il mondo dell'università affinché la forbice tra la ricerca e la didattica si riduca al punto da esaltare le immense potenzialità del sistema istruzione

 
Le reti di scuole costituiscono ormai un punto di riferimento nel processo di attuazione dell’Autonomia.
Occorre tuttavia tener presente il fatto che con il medesimo sintagma “reti di scuole” si rimanda sovente ad ad entità di diversa natura:
  • le reti create dalla Scuola quale soggetto dell’Autonomia (associazioni di scopo a partecipazione volontaria e sovente temporanea);
  • le reti che svolgono compiti nell’ambito del processo di decentramento amministrativo;
  • le reti che tentano di dare risposta al problema della rappresentanza.
Queste due ultime presentano molti aspetti sostanziali che richiedono una loro istituzionalizzazione.

 
Su questo argomento si sono incentrati i maggiori dubbi da parte dei partecipanti, sul valutare quali funzioni effettivamente una scuola senza finanziamenti e senza formazione per le figure che devono gestire questa trasformazione, quale quella pensata dalla Gelmini, possa svolgere, in particolare nell’ipotesi in cui alle reti di scuole venga affidata la gestione del reclutamento del personale scolastico sulle cui modalità attuative restano molti dubbi e contrarietà.