Le tante testimonianze raccolte dal sindacato durante le assemblee organizzate dall’Anief negli istituti sulla riforma confermano la contrarietà della base nei confronti dei provvedimenti proposti dal Governo: servono solo a tutelare gli interessi dello Stato, a discapito di quelli del personale e dell’utenza scolastica.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il malcontento è palpabile e lo sciopero è inevitabile. Prima che le bozze governative del bilancio di fine anno e della riforma del settore si trasformino in legge dello Stato.
Prende il via domani la settimana di protesta organizzata dall’associazione sindacale Anief per dire no ai doppio progetto del Governo, attraverso la Legge di Stabilità e le linee guida di riforma contenute nella ‘Buona Scuola’, di quadrare i conti penalizzando ancora una volta i lavoratori impegnati nelle scuole, gli alunni e le loro famiglie. Attraverso tagli sparsi al settore, infatti, si finanziano le uniche operazioni – l’assunzione di 150mila docenti precari e il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro alle superiori – che necessitano di copertura economica. Il sindacato si è da subito schierato contro questa “partita di giro”, che potrà solo far arretrare il già modesto piazzamento della scuola pubblica italiana nel ranking dei sistemi d’istruzione internazionali.
È ampia la lista dei motivi che hanno portato l’Anief a decretare la mobilitazione del personale, docente, Ata, di ruolo e precario, che culminerà nello sciopero indetto per il giorno 31 ottobre. La protesta vuole costituire una risposta collettiva di tutti quei docenti e del personale scolastico che vogliono opporsi con fermezza alla Legge di Stabilità‘ bollinata’ dal Quirinale:quindi al blocco contrattuale fino al 2018, all'addio agli scatti di anzianità, al congelamento degli stipendi per tutta la carriera, al saccheggio del Fondo d'istituto, all'utilizzo delle ferie forzate, al taglio economico per la malattia dei lavoratori, alla trattenuta del 2,5% per il TFR, alla cancellazione del primo gradone stipendiale per i neo-assunti dal 2011, agli ulteriori tagli al personale ATA già ridotto di 47mila unità dalla riforma Gelmini.
La mobilitazione e lo sciopero intendono poi inviare un forte messaggio di opposizione alla sparizione delle supplenze di pochi giorni (per amministrativi e tecnici tutte quelle decretabili dai presidi), alla cancellazione della figura tradizionale dei vicari dei dirigenti scolastici, per via dell’abrogazione di esoneri e semiesoneri, all’addio delle posizioni di comando, distacco, fuori ruolo. Oltre che all'intenzione espressa, nella bozza di riforma, di far recuperare le ore d’insegnamento non svolte durante la sospensione didattica e di eliminare i precari dalle graduatorie d’istituto.
“Aderire alla nostra mobilitazione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ha lo scopo di opporsi a questi provvedimenti, diversi ancora in cantiere, alcuni già approvati. E significa dare forza ad un nuovo organismo sindacale, che non si è mai svenduto. Che non avrebbe mai firmato, come hanno invece fatto altri sindacati nel 1999, un accordo per sottrarre il 2,5% dal trattamento di fine rapporto. Un sindacato che non avrebbe mai sottoscritto, come hanno fatto altre sigle nel 2011, un’intesa per bloccare gli scatti di anzianità e per eliminare il primo gradone stipendiale dei neo assunti”.
“Mobilitarsi e fare sciopero con l’Anief significa voltare pagina – spiega ancora il dirigente Anief-Confedir - abbandonando il sindacalismo superato dai tempi, che ha perso terreno e credibilità. Per aderire ad modo nuovo di difendere i diritti dei lavoratori: quello di chi fa sindacato esplorando tutte le strade percorribili per non vedersi calpestati i propri diritti di lavoratori. Intraprendendo, quando è necessario, quello estremo del ricorso in tribunale”.
Nella prossima settimana, l’Anief intensificherà le assemblee nelle scuole, per continuare il confronto con docenti, personale Ata e cittadini sui punti critici della riforma. Ma anche sui tanti “nodi” presenti nella Legge di Stabilità al vaglio della Camera. "Se lo sciopero sarà condiviso - ricorda Pacifico – l’opposizione alle domande poste dal Governo su organizzazione dell’orario di lavoro, utilizzo del personale, reperimento dei fondi, ricostruzione di carriera e valutazione sarà ancora più chiara. Il nostro è un sindacato che crede in determinati principi: invalicabili, insindacabili, intoccabili. Gli stessi che ogni lavoratore deve tutelare. Anche arrivando a fare sciopero".
Per approfondimenti:
Il 31 ottobre sciopero Anief per tutto il personale precario e di ruolo