Nel giorno dello sciopero generale, i manifestanti dei due sindacati hanno ricevuto alcuni politici, tra cui il presidente della Commissione Istruzione e Cultura della Camera che ha parlato a nome di diversi parlamentari specificando che sull’autonomia differenziata non ci sono ancora testi definitivi su cui potersi esprimere: “Stiamo però operando perché non si realizzi un’intesa calata dall’alto, perché la questione deve essere affrontata in Parlamento, con tutte le parti interessate”. Poi la precisazione: “La Lega non detta le politiche della scuola. Per questo - ha continuato Gallo - abbiamo presentato un contro-dossier rispetto alla bozza. E lo stesso presidente del Consiglio ha detto che l’operazione va parlamentarizzata. Tutto il Paese ne deve discutere e non in un mese”. Marcello Pacifico (Anief): “La regionalizzazione porterà di più a chi già oggi ha di più e darà di meno a chi oggi ha meno. Ci batteremo in tutte le sedi, contro questa scellerata proposta che distruggerebbe la scuola italiana”.
Il Movimento 5 Stelle non cambia idea: continuerà ad osteggiare il progetto leghista di regionalizzazione, sul quale lo scorso 14 febbraio c’era stata già un’importante frenata in Consiglio dei Ministri. L’importante conferma della posizione ferma del primo partito di governo, alla quale il sindacato Anief dà pieno sostegno, è arrivata dall’on. Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione Istruzione e Cultura della Camera, che oggi, intervenendo nel corso della manifestazione organizzata da Unicobas e Anief sotto Montecitorio, nel giorno dello sciopero generale, ha precisato di parlare a nome “di molti commissari della Commissione Cultura e della Commissione Lavoro”, tenendo a ricordare che sulla regionalizzazione “è uscita una bozza di dossier di intesa tra le regioni ed il governo, a cui il M5S ha lavorato producendo un contro-dossier” proprio per evitare che una serie di tematiche possano andare a “minare l’unità dell’istituzione scolastica”.
“Faccio ad esempio il caso – ha detto l’on. Luigi Gallo - di un’organizzazione del personale differenziata, ma anche della proposta formativa e dei contratti. Questa non può essere una procedura da seguire: noi potremmo avere una sorta di buona scuola veneta o lombarda o dell’Emilia Romagna perché si organizza e sviluppa da sola. Ma ciò comporterebbe una disarticolazione del sistema unitario. Poi ci sono i criteri su come distribuire i fondi per le scuole private: oggi lo sono a livello nazionale. Ma se ci sono anche i diplomifici, dei soggetti che non rispettano le regole dello Stato. E questi fenomeni “vanno controllati ed indirizzati”, oltre che “ridotti al minimo”.
“Sulla regionalizzazione – ha continuato il deputato pentastellato - la nostra posizione è contraria, ma ad oggi vi assicuro che non c’è nessun testo che è stato elaborato e sviluppato dal governo, né che è stato sviluppato dal Parlamento. C’è solo un’intesa sottoscritta da Gentiloni con le regioni, tuttavia quell’intesa è superata perché le stesse regioni hanno detto che non andava bene”.
Quelli attuali, ha sottolineato l’on. Gallo, “sono solo documenti interlocutori: stiamo chiedendo che non si realizzi un’intesa calata dall’alto”, a seguito di un accordo “del governo con le regioni, ma deve essere affrontata in Parlamento, con tutte le parti interessate. Come già è stato fatto ieri in Commissione Cultura. Per ora, non è possibile dire sì o no, prendere posizione, su una cosa che non esiste: perché non c’è alcun progetto. Ecco perché abbiamo presentato un contro-dossier rispetto alla bozza. E lo stesso presidente del Consiglio ha detto che l’operazione va parlamentarizzata, portandola pubblicamente, con degli atti ufficiali, all’interno del Parlamento. Tutto il Paese ne deve discutere: non in un mese. Serve un confronto ampio. Quando avremo un testo definitivo, potremo dare un parere”.
Il deputato del M5S ha quindi precisato: “io non sono per la regionalizzazione”. Gli è stato quindi chiesto se la Lega detta la politica della scuola: “No, lo dicono i fatti”, ha assicurato il presidente della Commissione Cultura della Camera. “Tra le nostre politiche sul tema della scuola in Parlamento, anche nella commissione che presiedo, ci sono progetti di legge e interventi importanti, come la cancellazione delle classi pollaio, sul numero chiuso all’Università, sul numero di laureati: sono argomenti su cui il M5S sta lavorando. Per scuola, università e ricerca gli investimenti, anche sulle risorse, in questo primo anno gli aumenti sono stati minimi, ma c’è stata un’inversione di tendenza. Possono sembrare segnali minimi, non adeguati rispetto alle aspettative, ma vista la mole di interventi messi in commissione, anche dal punto di vista finanziario, abbiamo intenzione di incrementarli ancora di più. Pur con l’avversità diffusa tra tutte le altre forze politiche”, ha concluso l’on. Luigi Gallo.
Durante il presidio, sono scesi tra i manifestanti anche due esponenti di Fratelli d’Italia, l'on. Bucalo e l'on. Mollicone, i quali hanno assicurato la loro opposizione al progetto di regionalizzazione. Daniela Rosano, esponente nazionale Anief, ha ricordato ai due deputati che “occorre essere incisivi nell’azione di contrasto all’autonomia differenziata, perché i promotori sono a loro volta determinati. I documenti finora presentati parlano di uno stipendio base che potrà ricevere aumenti solo a seguito di un aumentato impegno lavorativo degli insegnanti e aumenteranno probabilmente le ore di lavoro. Non si sa se saranno garantiti gli scatti di anzianità. È possibile anche che vi sia un esodo verso queste regioni oppure che addirittura si introduca un divieto di mobilità”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che le proteste del sindacato non si fermeranno sino a quando non si farà chiarezza su un’autonomia che vuole replicare il modello di Trento. “Perché la regionalizzazione porterà di più a chi già oggi ha di più e darà di meno a chi oggi ha meno. Anief si batterà in tutte le sedi possibili contro questa scellerata proposta, perché distruggerebbe la scuola italiana che deve restare italiana e non passare alle regioni”.
L'Anief in piazza ha ricordato, anche, gli altri problemi per cui il giovane sindacato porta avanti la protesta, parlando dei docenti da stabilizzare di “un concorso che non è mai partito, del mancato inserimento nelle GaE degli abilitati e specializzati, della mancanza del doppio canale di reclutamento nonostante gli oltre 50 mila posti rimasti scoperti. “Chiediamo a tutti i nostri rappresentanti in parlamento – ha concluso la portavoce Anief Daniela Rosano - di tenere ben presente che i lavoratori della scuola non possono lavorare serenamente se devono costantemente sottoporsi all’avvicendamento dei contratti: una situazione che va avanti tutto l’anno. Come si può parlare di efficacia didattica, quando durante l’anno si alternano tantissimi supplenti?”.
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27 febbraio 2019 Ufficio Stampa Anief