Da un’analisi realistica dell’iter di pensionamento anticipato, dopo la bassa adesione del comparto alla proposta per via dell’eccessiva riduzione dell’assegno di quiescenza, ora emerge il problema che l’Inps potrebbe non fare in tempo a “lavorare” le richieste. All’orizzonte poi spunta la possibilità di non poter coprire con il turn over le cessazioni del servizio, mentre in assenza della riapertura delle GaE, nonostante un esercito di 150 mila docenti abilitati alla professione, anche quest’anno andranno deserte la maggior parte delle immissioni in ruolo: a sfumare potrebbero essere ben 75 mila contratti, affidati ancora una volta ai precari, mentre la maggior parte delle 50 mila maestre estromesse dalle GaE sarà licenziata, per colpa dell'incapacità di chi amministra il Miur. Anief, pertanto, conferma lo sciopero dell'8 marzo e i ricorsi in tribunale. Anche per confermare le immissioni in ruolo ottenute con riserva pure dopo il superamento dell'anno di prova. Marcello Pacifico (Anief): la disorganizzazione sta producendo troppe incertezza, così si pregiudica il servizio
Il governo ha investito tanto sulla quota 100. Ora, però, i risultati rischiano di essere molto al di sotto delle aspettative. Prima di tutto perché, almeno nella scuola, le domande presentate sono la metà della metà di quelle che si attendevano: appena 17 mila. Adesso si scopre che l’Inps potrebbe anche non fare in tempo a “lavorare” le richieste.
L’allarme è stato lanciato in queste ore da La Repubblica, secondo cui uno slittamento dei tempi per “insegnanti, amministrativi, tecnici e ausiliari” significherebbe “saltare l’unica finestra d’uscita a loro disposizione, quella del primo settembre prossimo. E, pur avendo i requisiti quest’anno, di fatto pensionarsi solo nel settembre del 2020. Intrappolati dalla burocrazia”.
I MOTIVI TECNICI
“Le motivazioni per questo allarme – scrive ancora il quotidiano - sono tutte tecniche. Figlie di una mai completata trasmigrazione delle storie contributive da Inpdap a Inps, quando i due istituti si sono fusi. Ecco dunque che chi ha potuto dare un’occhiata in questi giorni al fascicolo previdenziale sul sito Inps lo ha trovato incompleto. Non c’è traccia dei contributi versati negli anni ‘80-‘90 e precedenti. Un problema. Perché per recuperare i dati bisognerà ricorrere ai provveditorati o alle singole scuole. Senza, l’Inps non potrà accertare il possesso dei requisiti. E sarà costretta a respingere la domanda di pensionamento anticipato”.
Dal Miur hanno fatto sapere in modo “chiaro che fino al 10 maggio tutti gli sforzi saranno concentrati su quanti hanno fatto domanda di pensione con i requisiti ordinari entro dicembre. Poi inizierà l’esame delle posizioni di quota 100, da ultimare sette giorni dopo, entro il 17 maggio. Un termine imposto da Inps. Ma che il ministero non si impegna ad osservare, viste le criticità. Con il rischio concreto, quindi, di far posticipare di un anno, al 1° settembre 2020, l’uscita dal lavoro di diverse migliaia di lavoratori.
EMERGENZA PRECARIATO
Come se non bastasse, nella scuola ci sarà presto da fare anche i conti con l’emergenza precariato: “i 35 mila pensionamenti – scrive Tuttoscuola - lasceranno vacanti altrettanti posti o cattedre distribuite in vario modo sul territorio nazionale e nei diversi settori del sistema”.
“Come è già successo l’anno scorso, quando le graduatorie provinciali ad esaurimento (GAE) e quelle residue degli idonei dei concorsi non riuscirono a coprire oltre 32 mila sedi vacanti assegnate a docenti con contratto a tempo determinato, anche per l’anno prossimo potrebbero non esserci graduatorie per immettere in ruolo su quei nuovi 35 mila posti vacanti per pensionamento di altrettanti docenti di ruolo”.
IL PROBLEMA DEL MANCATO TURN OVER
Come da tempo rilevato da Anief, inoltre, “gli attuali concorsi in fase di svolgimento difficilmente, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del ministro Bussetti, arriveranno in tempo per nominare sui posti vacanti i relativi vincitori. Nel settore del sostegno, oltre a circa 20 mila posti di organico che risulteranno privi di titolare, sono previsti 10-12 mila posti in deroga (nomine fino a giugno) che andranno ad aggiungersi ai circa 66 mila in servizio quest’anno. Tra posti in deroga e spezzoni di cattedra, i contratti a termine (30 giugno) potrebbero riguardare non meno di 130 mila docenti supplenti, a cui si aggiungeranno quelli annuali nominati su posti vacanti (circa 50 mila unità). In conclusione, “i docenti con contratto a tempo determinato rappresenteranno circa il 20% del totale: uno su cinque”.
“Nonostante il grande sforzo organizzativo dell’Amministrazione, la scuola si prepara ad un altro anno scolastico di accentuata precarietà, a cui potrebbero aggiungersi (ma facciamo gli scongiuri) i consueti ritardi delle nomine del personale: un evento diventato assurdamente strutturale per il nostro sistema”. E meno male che “i pensionamenti di quota 100 sono stati soltanto 14 mila, anziché gli attesi 50 mila!”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“I dubbi che stanno emergendo sulla possibilità per gli uffici scolastici di esaminare per bene in una sola settimana le 17 domande di quota 100, sono leciti e la dicono lunga sulla disorganizzazione della procedura, che andrà a pregiudicare il servizio formativo prodotto dalle scuole”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Tra l’altro – continua il sindacalista – l’incertezza sul futuro di molti di questi lavoratori che hanno chiesto di andare in pensione, andrà a determinare l’impossibilità per l’amministrazione di permettere assunzioni sui quei posti solo potenzialmente liberi. Se poi le domande dovessero essere respinte, come accaduto lo scorso anno, per questi docenti, Ata e presidi, la pensione slitterebbe al 2020: così, per loro la beffa sarebbe completa”.
PER INFORMAZIONI SULLE PENSIONI
Per informazioni sulle pensioni, si consiglia di contattare la sede Cedan S.r.l.s. più vicina e visitare il sito internet della struttura per chiedere un'informazione o una consulenza: anche via e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure chiamare lo 091 7098356. Infine, è ancora possibile aderire al ricorso predisposto per Radamante, al fine di recuperare la liquidazione sottratta tra il 2011 e il 2012 al momento del suo versamento, cioè il 2,69% dell'importo previsto nel biennio.
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