Screening costanti sulla popolazione scolastica, dati aggiornati sugli istituti, revisione dei protocolli che riguardano, tra le altre cose, il tipo di mascherine in uso nelle scuole e la distanza tra gli studenti. E poi tamponi periodici anche salivali per i più piccoli e previsione da ora di organici adeguati, pensando soprattutto al prossimo anno scolastico. Il mondo della scuola si dice pronto a ripartire, plaude alla scelta del governo di riaprire le aule anche in zona rossa, ma vuole certezze e sicurezza. "Per mantenere le scuole in presenza servono fatti, non annunci", afferma Francesco Sinopoli che guida la Flc Cgil. E il governo sta pensando ai fatti come ad esempio screening sulla popolazione scolastica per monitorare la situazione e abbassare il più possibile il rischio. Il professor Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano, consiglia di riaprire gradualmente le scuole mettendo in campo i test salivari, "che sono poco invasivi e possono essere facilmente gestiti in ambiente scolastico da insegnanti già vaccinati" anche se ammette che la proposta non è "di semplice realizzazione". A spingere per il ritorno nelle aule concorre il fatto che la gran parte del personale scolastico ha ricevuto la prima dose di vaccino e i dati portati oggi dai rappresentanti del Cts alla cabina di regia a Palazzo Chigi dai quali emerge che sì il contagio è cresciuto nelle fasce d'età 0-9 e 10-10 ma non più di quanto non sia avvenuto in altre fasce d'età. La crescita dei casi insomma, non sarebbe attribuibile alla scuola in quanto sarebbe in linea con quella registrata negli ultimi mesi in tutto il Paese. Inoltre anche il rallentamento della curva ha favorito la decisione di aprire le scuole per i più piccoli. "Abbiamo deciso in cabina di regia di spendere questo piccolissimo tesoretto di cui disponiamo sulla scuola per la funzione sociale che la scuola ha nel nostro paese -ha spiegato il ministro Roberto Speranza- In un quadro che resta molto prudenziale ci possiamo consentire una scelta che vuole dare un segnale rilevante ad un pezzo strategico e decisivo della nostra società". Nel mondo della scuola c'è anche chi, come il sindacato Anief, è contrario al rientro in classe e si chiede il perchè da dopo Pasqua bisogna tornare in aula "in presenza di contagi elevati". Intanto oggi in 70 città italiane è andata in scena la protesta contro la Dad organizzata dal Comitato Priorità alla scuola e dai Cobas per chiedere il ritorno di tutti i ragazzi nei loro istituti. Una nuova iniziativa è già stata preannunciata per il prossimo 31 marzo. E oggi in due ordinanze il Tar del Lazio ha invitato il governo a riesaminare il Dpcm del 2 marzo scorso che ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole delle Regioni in zona rossa "alla luce della cospicua documentazione prodotta in giudizio da numerosi genitori di studenti ricorrenti". (ANSA).
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"Il decreto legge 'Sostegni' approvato dal Consiglio dei ministri porterà direttamente alla scuola 300 milioni di euro, ma nessuna norma per abolire il vincolo quinquennale che continua a costringere tanti insegnanti e Ata a lavorare lontano da casa pur in presenza di posti molti più vicini ai loro affetti". Lo evidenza l'Anief, che non si arrende e attraverso il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, annuncia che farà presentare ''una serie di emendamenti allo stesso decreto che ora dovrà passare per le commissioni e poi nelle aule parlamentari"
Aprire le scuole nelle zone rosse? "No! Non è giusto correre rischi tanto più che mancano i presupposti per poter parlare di riapertura, cioè spazi in più necessari per contenere la diffusione del virus attraverso il distanziamento". Non ha dubbi sul tema Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori, che conversando con l'Adnkronos ricorda: "In base alle norme covid ogni 35 mq non dovrebbero essere ospitati oltre 15 alunni e noi ne abbiamo invece 25-30, tra l'altro in meno di 35 mq". Secondo il sindacalista "va immediatamente definito un nuovo piano di edilizia scolastica. Il Ministro Bianchi aveva promesso che avrebbe provveduto ll'apertura dei tavoli. Lo invitiamo a procedere all'ascolto entro Pasqua. Altrimenti perderemo il terzo anno consecutivo"
Arrivano i fondi - 150 milioni - per le attività laboratoriali, ricreative, di consolidamento degli apprendimenti e per il recupero della socialità da svolgere nelle scuole al termine delle lezioni, all'interno di quel 'piano estate' a cui ha fatto cenno il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi nei giorni scorsi in Commissione Istruzione e Cultura e i cui contenuti saranno probabilmente resi noti subito dopo Pasqua. A prevedere il finanziamento è il Dl sostegni che mette anche 150 milioni per acquistare prodotti per l'igiene, per l'assistenza pedagogica e psicologica degli studenti e degli insegnanti. Il decreto dispone l'assenza "giustificata" del personale scolastico docente, amministrativo, tecnico e ausiliario per la somministrazione del vaccino. L'assenza insomma, non determinerà alcuna decurtazione dello stipendio, tema che era stato sollevato nei giorni scorsi da alcuni sindacati e da alcuni parlamentari. Per il completamento delle attività di sostegno della didattica digitale nelle Regioni del Mezzogiorno (compreso l'acquisto di dispositivi) sono stanziati nel Dl sostegni ulteriori 35 milioni, mentre per la ricerca e la didattica a distanza dell'Università sono in arrivo 78,5 milioni di euro. A creare alcune polemiche in queste ore sono invece le prove Invalsi che si stanno svolgendo dal 1 marzo in presenza: nell'ultimo anno delle scuole superiori, finora, ne sono state svolte 262.300, con una copertura del campione pari al 58%. "Pur di procedere nella somministrazione delle prove INVALSI in presenza nelle zone rosse, stanno avanzando delle interpretazioni fantasiose e pericolose che assimilano i test all'attività laboratoriale", osserva la Flc Cgil, secondo la quale "in questa particolare fase della pandemia, riteniamo che si tratti di una scelta essenzialmente pericolosa: non ci sembra responsabile, a fronte del ricorso forzato alla didattica a distanza per limitare i contagi, far rientrare gli studenti ed il personale scolastico per realizzare attività che non sono necessarie neanche per la partecipazione agli esami di Stato". Intanto sta riprendendo in queste ore da nord a sud la somministrazione dei vaccini al personale della scuola. Il sindacato Anief denuncia che "tra il personale scolastico permane molto scetticismo e rimane alta la percentuale di chi preferisce rinunciare al vaccino per non esporsi al pericolo delle conseguenze e degli effetti collaterali". Ma a Milano, come a Roma e Cosenza, sono state lunghe le file di coloro che hanno scelto di vaccinarsi "per tornare a vivere". (ANSA).
"Per far ripartire le scuole in sicurezza bisogna recuperare 15 mila plessi, rivedere il criterio del dimensionamento scolastico e della formazione delle classi, assegnare il personale in base alle esigenze del territorio, quindi procedere a una procedura massiva di stabilizzazione di tutto il personale precario e di giovani laureati senza più penalizzazioni nella ricostruzione di carriera o nella mobilità". A pronunciare queste parole è stato stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso del seminario sulla legislazione scolastica, organizzato per la provincia di Siracusa.