°Progetto sperimentale di apprendistato scuola - azienda
Il Ministero rende noto (8 settembre 2014) l’avvio del programma di formazione in alternanza scuola e lavoro, per studenti del quarto e quinto anno degli Istituti tecnici ad indirizzo Tecnologico. In attuazione di una intesa tra MIUR, Ministero del Lavoro, enti Regione, OO.SS. (comparto Elettrici) ed ENEL, 145 studenti di sette regioni italiane vengono assunti dal Gruppo Enel con un contratto di apprendistato di alta formazione che viene attivato in concomitanza con l’inizio del quarto anno dell’istituto tecnico. Al termine del quinto anno, con la conclusione del percorso scolastico e il conseguimento del diploma tecnico, tenuto conto della valutazione di merito del percorso effettuato in azienda, è programmata una seconda fase di apprendistato professionalizzante della durata di un anno. Gli istituti tecnici interessati alla sperimentazione sono: l’“Avogadro” di Torino, il “Pacinotti” di Mestre, il “Marconi” di Piacenza, il “Meucci” di Firenze, il “Marconi” di Civitavecchia, il “Gadda-Fermi” di Napoli, il “Giorgi” di Brindisi. Al riguardo, citando il Piano ‘La buona scuola’, il Ministro ha dichiarato: “Rafforzare le esperienze di lavoro durante il percorso scolastico sarà uno dei pilastri della nostra azione, partendo subito come dimostra questa iniziativa. Dobbiamo coinvolgere in questi percorsi gli studenti di tutte le superiori, ma, in particolare, chi sceglie l’istruzione tecnica e professionale. L’apprendistato scuola-azienda è una novità assoluta per il sistema italiano, in cui crediamo molto e che sarà valorizzata anche nell’ambito dell’Esame di Stato”. Riportiamo dal comunicato dell’Ufficio stampa del MIUR: “Il percorso si realizza con una flessibilità oraria di 280 ore dei percorsi scolastici , la progettazione congiunta tra insegnanti e formatori Enel dei contenuti, la presenza del tutor scolastico e di quello aziendale, con il compito di seguire costantemente gli studenti nel loro percorso di studio e lavoro. I ragazzi, durante il calendario scolastico, passeranno un giorno a settimana in azienda e continueranno il lavoro nel periodo estivo. Le conoscenze e competenze acquisite con l’esperienza lavorativa saranno valorizzate, anche con l’attribuzione di crediti, in relazione all’esame di Stato, e certificate ai fini della loro spendibilità nel mondo del lavoro. Il programma sperimentale mira a conseguire il diploma di istruzione tecnica avendo già maturato un’esperienza di lavoro, presupposto per una successiva qualifica professionale. Enel collocherà inizialmente gli studenti all’interno delle aree aziendali sia della distribuzione che della produzione di energia elettrica”. Nostro Commento. Apprezziamo la prontezza con la quale il MIUR attua la sperimentazione dell’apprendistato (per studenti degli ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, con periodi contruattualizzati di formazione in azienda), in attuazione dell’art. 8 bis del decreto legge 104/2013 convertito nella Legge 128/2013. Ugualmente apprezziamo che la previsione di legge proietta la sperimentazione nei bienni conclusivi di tutte le scuole secondarie di secondo grado (compresi i licei classici, i cui alunni ovviamente il tirocinio andranno a farlo nei musei, nelle biblioteche e in altri luoghi nei quali svolgere un lavoro consentaneo alla loro formazione e ai loro interessi). Ci sovviene – e neanche questo fatto ci sorprende negativamente, anzi ! – che gli studenti coinvolti nella sperimentazione che si sta avviando trascorreranno nei luoghi di lavoro le vacanze scolastiche estive, come avveniva degli studenti dei Paesi comunisti dell’ex Patto di Varsavia e dell’ex Iugoslavia. E’ giunto il momento di accettare senza riserve la valenza educativa del lavoro. Su ciò, ci sentiamo di concordare con la linea del Ministro che, lo scorso 3 settembre, a Bruxelles,presentando il Programma della Presidenza italiana del Consiglio dell’U.E, alla Commissione per la Cultura e l’Istruzione del Parlamento Europeo, ha dichiarato: “La nostra priorità è approfondire il futuro ruolo dell’istruzione nell’agenda della crescita, con particolare attenzione ai temi dell’occupazione giovanile, dell’innovazione tecnologica, della formazione tecnico--‐professionale sia secondaria che post--‐secondaria (universitaria e non), e del rapporto scuola--‐lavoro”.
°Aggiornamento graduatorie di istituto del personale A.T.A., per il triennio 2014/16.
Domande di aggiornamento potranno essere prodotte, in modalità cartacea, entro l’8 ottobre 2014.
La D.G. per il Personale scolastico ha trasmesso la nota n.8921, 8 settembre 2014, agli uffici scolastici territoriali, e ha pubblicato i decreti relativi all’aggiornamento delle graduatorie di istituto del personale A.T.A. Riportiamo parte della Nota: “… Le domande di aggiornamento potranno essere prodotte, in modalità cartacea, entro l’ 8 ottobre 2014. Si coglie l’occasione per chiarire che, nelle more dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto, potranno essere conferite supplenze fino all’avente titolo ai sensi dell’art. 40 della legge 449/97. Le suddette supplenze fino all’avente diritto potranno, inoltre, essere attribuite al personale AT.A. di ruolo ai sensi dell’art. 59 del CCNL comparto scuola”.
° Posizioni economiche ATA
Su latecnicadellascuola.it (05/09/2014) Reginaldo Palermo commenta così una nota ministeriale che riporta una del MEF aggiungendo qualche complicazione ad una vicenda già piuttosto intricata. “A partire dal settembre 2014 e fino al dicembre 2015 al personale ATA al quale era stata riconosciuta a suo tempo una nuova posizione economica non potrà essere pagato nulla.. Il blocco dovrebbe cessare al 31.12.2014 e quindi a partire dal gennaio 2015 tutto dovrebbe rientrare nella norma… Ma c’è un punto che non è del tutto chiaro: la nota ricorda che l’articolo 9, comma 21 del decreto legge 78/2010 da cui discende il “blocco” in questione stabilisce che “le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree eventualmente disposte negli anni 2011, 2012 e 2013 hanno effetto, per i predetti anni, ai fini esclusivamente giuridici”. Il dubbio è che questo possa significare che il personale mantiene il mansionario acquisito a seguito della procedura concorsuale ma senza poter usufruire dei connessi benefici economici…”.