° Nel documento: “La buona scuola. Facciamo crescere il Paese” (Quarta scheda)
Nel primo capitolo, una parte certamente non convincente (non diciamo non chiara, perché è probabile che siamo noi a non capire) è quella sulle supplenze brevi e sulle supplenze annuali: il Miur vuole abolire le supplenze annuali e contemporaneamente istituire contingenti (l’Organico dell’Autonomia) che, tra altro, provvederebbero alla maggior parte delle supplenze brevi. Cominciamo dal paragrafo 5: “Si potrebbe ottenere un risparmio attraverso l’utilizzo del personale neo assunto, anche sulle supplenze brevi e saltuarie che oggi hanno un costo complessivo di oltre 500 milioni di euro all’anno… “. Paragrafo 7: “Mettere fine alle supplenze, a tutte quelle di lunga durata e a gran parte di quelle brevi, che… non offrono agli studenti le possibilità di una didattica continuativa e moderna…”. Paragrafo 8: “Solo gli abilitati potranno iscriversi nelle nuove graduatorie di istituto ed essere chiamati a svolgere le poche supplenze in classe che non si dovesse riuscire ad eliminare del tutto con la nuova gestione interna alle scuole e agli organici funzionali”. Che cosa pensiamo dell’intento espresso nel paragrafo 5: le supplenze brevi (diciamo, fino a10 giorni) sono sporadiche e si presentano all’improvviso costringendo il d.s. a convocazioni di supplenti dalla graduatoria di circolo o di istituto che non sono istantanee, sicché una parte del periodo di assenza del docente titolare squaglia senza che le lezioni riprendano. Logica vorrebbe che, in questi casi, il d.s. ricorra all’Organico dell’Autonomia, stabile nella scuola che dirige o nella rete delle scuole alla quale fa riferimento. E pazienza, se non si ha a disposizione, per la supplenza, un professore competente nella medesima disciplina impartita dal titolare assente; il danno didattico è limitato. Che cosa pensiamo dell’intento espresso nel paragrafo 7. Quando l’assenza del titolare supera i dieci giorni, la questione si fa trubola, perché a scuola non si va per pettinare le bambole e perché ogni giorno di lezione perduto costa un gruzzolo non indifferente all’erario. In questi casi, il professore designato alla supplenza ha da essere scelto tra gli abilitati nella classe di concorso stessa del titolare della cattedra: bene il paragrafo 7, se c’è questo docente nel team dell’Organico dell’Autonomia; se non c’è, invece, il d.s. dovrebbe fare riscorso alle graduatorie di circolo e istituto. O fa così, o addio alla “continuità” tanto ripetutamente (e a sproposito) invocata nel documento-proposta, nel quale si fa il ragionamento diametralmente opposto a questo che stiamo argomentando (cfr., nel par.7, la locuzione “… mettere fine alle supplenze,a tutte quelle di lunga durata…”). Dunque, pollice verso al paragrafo 7 che bacchettiamo anche per la seconda frase “…quelle supplenze brevi, che… non offrono agli studenti le possibilità di una didattica continuativa e moderna”; non riusciamo a capire che continuità possa esserci, in una supplenza di dieci giorni se il titolare è prossimo al rientro, né comprendiamo che cosa ci sta a fare in questo contesto la parola “moderna” (la proposta didattica dei precari di II fascia è, per definizione, poco aggiornata ? L’hanno appresa sui geroglifici egizi ?). Paragrafo 8: Ok, anche se quel “poche supplenze brevi” ci sembra più un auspicio che una valutazione ponderata. In sostanza, tutta la questione supplenze è presentata in modo da necessitare di chiarimenti; soprattutto, occorrere precisare i casi nei quali il d.s. debba, per le supplenze oltre i 10 giorni di assenza del docente titolare, ricorrere a docenti iscritti nelle graduatorie di istituto perché nelle supplenze protratte l’insegnamento va impartito da abilitati di classi di concorso specifiche. Temiamo, purtroppo, che il MIUR intenda “brevi” non le supplenze per assenza fino a 10 gg.; infatti, in altra parte del documento, si legge: “Annualmente vengono stipulati in tutta Italia quasi 1 milione e 800 mila contratti di supplenze brevi, distribuiti in modo disomogeneo sul territorio e in modo diverso durante l’anno. Se per “supplenze brevi” intendiamo quelle fino a 30 giorni, si tratta, complessivamente, di circa 112.000 diversi supplenti all’anno, equivalenti economicamente a circa 20.000 supplenti annuali (ipotizzando che questi siano pagati per 12 mesi) – di cui circa 51.000 tra scuola dell’infanzia e primaria, 31.500 nella secondaria di primo grado e 35.700 nella scuola secondaria di secondo grado – ognuno dei quali può fare ovviamente anche svariati contratti brevissimi o brevi”.Dobbiamo infine segnalare, purtroppo, la presenza, nel documento-proposta, di questa frase zeppa di imprecisioni normative: “Una parte di supplenze brevi potrebbe risultare scoperta nonostante i nuovi docenti in più assunti come organico dell’autonomia…(abbiamo già spiegato che potrebbero risultare scoperte anche le supplenze lunghe); … In questi casi potrebbe non bastare … rimuovere ogni rigidità oraria assicurando che il dirigente scolastico, a fronte di un suo docente assente per dieci giorni, ad es. potrà organizzare differentemente le lezioni con il personale che ha a disposizione, prevedere un potenziamento di ore in altre discipline, ovvero fare attività di laboratorio o altre attività extra-curricolari, nonché organizzare l’orario scolastico in modo flessibile. È per questo che continuerà ad avere senso mantenere delle graduatorie di istituto, che saranno però ristrutturate rispetto alla situazione attuale”. Occorre precisare che, a normativa vigente, non è dato al d.s. facoltà di interferire sulla didattica, e meno ancora di “… prevedere un potenziamento di ore in altre discipline, ovvero fare attività di laboratorio o altre attività extra-curricolari, nonché organizzare l’orario scolastico in modo flessibile”. E’ il Collegio dei docenti (dove i convincimenti del d.s. valgono un voto, al pari dei convincimenti di ciascun professore) che delibera, nelle forme previste, queste misure quando occorra dare qualità all’offerta formativa, e mai a gritta a gritta estemporaneamente per minisupplenze, bensì a inizio a.s., in sede di programmazione. In questa frase del documento-proposta si evidenzia una caduta di concentrazione, in qualche consigliere del Principe, e francamente con si capisce come sia stato possibile. Non ha mai lavorato in una scuola ? Non conosce la normativa ? Non ci capacitiamo. Glissiamo, invece, perché “de minimis non curat…”, sulla locuzione un “suo” docente (sono gli alunni che potrebbero dire di avere un docente, non i dd.ss.): ma è un mero refuso, in un documento ponderoso ! O no ? A conclusione di questa ricognizione sull’argomento supplenze, riportiamo una frase di senso finalmente univoco: “Le graduatorie di istituto verranno mantenute ma: con una sola fascia; riservata a tutti (e solo) gli abilitati, che potrebbero essere chiamati nei (pochi) casi in cui, nonostante il piano assunzionale straordinario, e l’assegnazione alle scuole o reti di scuole di docenti su cattedra e di docenti dell’autonomia, non si riuscisse… a coprire tutte le supplenze con i docenti di ruolo. Significa che verranno abolite la I fascia (gli iscritti attualmente in GAE saranno assunti tutti) e la III fascia”. Senso univoco, purtroppo ! E sulla questione della III fascia si approfondirà la conflittualità tra “i polli di Renzo” perché oltre 60mila docenti che hanno lavorato (in massima parte, nelle paritarie) con il solo titolo di laurea hanno raggiunto l’abilitazione, in certo modo, ope legis (i PAS non hanno avuto accesso selettivo) e, invece, restano fuori i laureati che la chiamatina amica in cattedra non l’hanno avuta. (f.to Leonardo MAIORCA)
° Tuttoscuola offre on line un breve prontuario lessicale del documento “La buona Scuola”
Riporta termini e locuzioni che riassumono gli obiettivi, le proposte innovative e le ipotesi di cambiamenti strutturali della “visione” renziana della Scuola.
E’ uno strumento utile per familiarizzare con le novità e districarsi nella complessa proposta del Governo. Sono riportate ben 46 voci (con l’indicazione della pagina del documento nelle quali ne si trova la definizione) tra le quali: Alternanza scuola-lavoro obbligatoria;Apprendistato sperimentale; Banche-ore del servizio dei docenti; Bottega-scuola dei mestieri;CLIL nella Primaria;Connettività on line delle aree interne; Crediti didattici, formativi e professionali immessi nel portfolio del docente;Finanziamento Crowdfunding alle scuole; Data School nazionale a disposizione della ricerca nelle scuole; Docente catalizzatore delle iniziative tra scuole in rete; Docente mentor per la valorizzazione delle risorse umane; Social Impact Bonds per l’investimento in capitale umano; Impresa didattica di commercializzazione dei prodotti e servizi scolastici; Integrazione orizzontale nelle reti di scuole; Integrazione verticale tra i diversi ordini e gradi scolastici; Laboratori del territorio (Fab Lab, e living labs, incubatori) a disposizione delle scuole in siti esterni alle scuole; Opening Up Education che utilizzi le risorse interne alle scuole; Coding (la programmazione informatica); Cruscotto di visualizzazione dei punti di forza e debolezza della scuola; Quadro delle competenze necessarie ai docenti, ai vari livelli della carriera; School Bonus fiscale per le elargizioni alle scuole; School Guarantee per investimenti scuola-lavoro; Servizio civile di volontari per la Buona Scuola.