1) Il criterio di assegnazione degli “scatti di competenza”, nel Documento sulla Scuola (Settima scheda)
Per correlare “merito” e carriera retributiva, il documento prospetta il criterio dei “crediti”. In questa scheda ci soffermiamo su quelli professionali e su quelli formativi, il cui accertamento può essere fatto, dal nucleo di valutazione interno, in modo trasparente e obiettivo.
2) Alcuni dati sulla realtà della scuola nell’a.s. 2014-2015
Riportiamo dal focus pubblicato dal Servizio Statistico del MIUR; l’elaborazione tiene conto, per le scuole statali, anche delle procedure di nomina a.s. 2014/2015 effettuate al 28 agosto c.a.
Il criterio di assegnazione degli Scatti di competenza, nel Documento sulla Scuola (Settima scheda)
Nella scheda precedente abbiamo visto come la previsione di spesa per retribuire gli insegnanti non comporti, nella proposta Renzi, aggravio alcuno per l’erario, e pertanto non consegua l’obiettivo, a chiacchiere sbandierato, del giusto riconoscimento sociale dell’importanza della funzione docente. Per correlare “merito” e carriera retributiva, il documento-proposta prospetta un criterio che, accettabile per certi aspetti non lo è, a nostro parere, per ciò che attiene ai c.d. “crediti didattici” (di questi, ci occuperemo nella scheda ottava). Dal documento-proposta: “Gli scatti di competenza saranno legati all'impegno e alla qualità del lavoro… Tutte le attività svolte dai docenti, sia individuali sia collegiali, contribuiranno al riconoscimento di crediti didattici, formativi e professionali… I docenti acquisiranno: - crediti didattici con il lavoro che contribuirà al miglioramento della didattica; - crediti formativi potenziando la qualificazione professionale, attraverso la formazione; - crediti professionali partecipando al progetto di miglioramento della scuola. Detti crediti devono essere documentabili, valutabili, certificabili e trasparenti… Questi crediti e quelli acquisiti con la carriera e nel periodo di formazione costituiscono il portfolio… “Un registro nazionale dei docenti traccerà la mappa di competenze, spostamenti, avanzamenti... Entreranno nel portfolio del docente, elettronico e pubblico, che verrà vagliato ogni tre anni dal Nucleo di valutazione interno a ogni scuola (di cui farà parte anche un membro esterno e un docente «mentor», nominato dal Nucleo di valutazione tra i docenti distintisi negli anni precedenti e che si occuperà, tra l’altro, di seguire la valutazione dei colleghi)…. Il mentor segue per la scuola la valutazione, coordina le attività di formazione degli altri docenti, compresa la formazione tra pari, sovrintende alla formazione dei colleghi, accompagna il percorso dei tirocinanti e aiuta il preside nei compiti legati alla valorizzazione delle risorse umane nell’ambito della didattica”. Ciò su cui maggiormente ci interessa riflettere e se la configurazione degli scatti di competenza ipotizzata nel Documento sia una ipotesi “della realtà”, una ipotesi del “secondo tipo”, o una ipotesi “della impossibilità”, perché la documentabilità, la valutabilità, la certificabilità e la trasparenza presuppongono l’accertabilità. Quali sono gli apporti professionali dell’insegnante, accertabili ? In quali situazioni lo sono, con quali strumenti, a quale prezzo in termini di libertà dell’insegnante ? Qui ci soffermiamo sui crediti professionali e didattici che ci sembra siano ipotesi del secondo tipo. A)- Crediti professionali (“quelli assunti all’interno della scuola per promuovere e sostenerne l’organizzazione e il miglioramento, sia nella sua attività ordinaria sia nella attività progettuale”). Sono accertabili (e, quindi, documentabili e tutto il resto), in quanto presuppongono a monte della prestazione dell’insegnante una nomina da parte del d.s., e potrebbero rientrare nell’attività di valutazione che il Collegio dei docenti effettua nell’ultima seduta dell’a.s., valutando la qualità di attuazione del POF, e l’attività delle “funzioni strumentali”. L’accertamento è affidato al Nucleo interno di Valutazione, e va anche bene, considerato che questo organismo, a parte la componente esterna, è eletto dal, e in seno al, Collegio docenti. Non occorre inventarsi altri valutatori (i dd.ss; gli ispettori) perché moltiplicare i soggetti con funzioni di valutazione è controproducente: lungi dal produrre un più efficace controllo, rallentano le procedure, scoraggiano le attività, moltiplicano le opportunità di favoritismi (Absit iniuria verbo !). Bene il dott. Raffaele Cantone spiegò questo concetto, in altro contesto, con riferimento alla pluralità di controlli e valutazioni delle opere pubbliche - nel marzo scorso, insediandosi alla presidenza dell’Autorità Nazionale anticorruzione - ma possiamo applicarlo alla valutazione della funzione docente, nell’ottica della trasparenza e della efficienza. Sui crediti professionali, dunque, non resta ai valutatori che la mera funzione notarile. B)- Crediti formativi. Si conseguono con “la formazione in servizio a cui tutti sono tenuti, l’attività di ricerca e la produzione scientifica”. A condizione che il Nucleo di valutazione applicando una tabella unica nazionale non abbia margini di discrezionalità, riteniamo possano essere quantificati. Non ignoriamo le difficoltà incontrate dalle commissioni per l’abilitazione nazionale universitaria e per le chiamate in cattedra negli atenei, ma il MIUR potrebbe attingere proprio alle esperienze migliori e agli strumenti adottati. Quanto meno, non si partirebbe da zero, ad esempio, nella controversa questione del punteggio da attribuire alle pubblicazioni delle ricerche, dovendosene stabilire il valore scientifico rapportata alla tipologia (volume, monografia, semplice “contributo in volume” - capitolo o saggio -, prefazione, postfazione, breve introduzione, voce, traduzione, recensione, scheda in catalogo, contributo in rivista, e via catalogando). E’ utile che gli insegnanti segnalino le pubblicazioni ? Chi non ricorda di avere compilato, da ordinario in una scuola nuova, l’elenco delle proprie pubblicazioni, con orgoglio pari, alla delusione di constatare come non fosse servito ? Intanto, con riferimento al documento-proposta, manifestiamo soddisfazione perché elenca, tra le funzioni degli insegnanti, quella attività di “ricerca” che, prevista nel DPR 275/1999, è rimasta per lo più negletta dai collegi dei docenti ma che non potrà che essere attivata con impegno, anche in attuazione di ciò che già alcune scuole sperimentano per la produzione di testi per i propri alunni: si mira preferibilmente a e book con contenuti “liquidi” (che, oltre che sul PC, siano fruibili su iPad, Tablet e perfino Smartphone), scomponibili e adattabili dallo studente. Gli e book dovrebbero avere struttura aperta ai percorsi tematici nel web e alle biblioteche informatiche. Il Miur ha già capito che gli hardware mastodontici pagati un pozzo di soldi sono già obsoleti. Andiamo col ricordo alle videoteche assemblate negli anni Settanta e Ottanta facendo sborsare alle scuole 350mila lire per ciascuna cassetta da 120 minuti e 200mila lire per quelle da 90 minuti. E che video! Vi si vedeva il docente seduto in cattedra a telecamera ferma, tutt’al più indicando qualcosa, con una bacchetta, su una cartina o su un grafico illustrativo del suo discorso. Che sia avvenuto lo stesso spreco con le LIM ? Si sarebbe potuto non inseguire l’esponenziale evoluzione tecnologica ? Agli studenti nativi digitali è ora necessario pagare l’hardware? Difficile dirlo. Comunque, sui Crediti formativi, nulla quaestio,in quanto si acquisiscono in percorsi accreditati, documentati, valutati e certificati. Saranno proprio i docenti delle GaE a far valere una consistente quantità di crediti formativi perché nella Scuola entrano con curricula gonfi di master, abilitazioni, ecc….
° Alcuni dati sulla realtà della scuola nell’a.s. 2014-2015
Riportiamo dal focus pubblicato dal Servizio Statistico del MIUR; l’elaborazione tiene conto, per le scuole statali, anche delle procedure di nomina a.s. 2014/2015 effettuate al 28 agosto c.a.
- Le scuole sono 8.519, così distribuite: Piemonte 586; Lombardia 1.145; Veneto 607; Friuli Ven. G. 169; Liguria 189; Emilia Rom. 536; Toscana 483; Umbria 140; Marche 245; Lazio 739; Abruzzo 200; Molise 55; Campania 1.027; Puglia 685; Basilicata 141; Calabria 382; Sicilia 875; Sardegna 315. - Gli alunni nelle scuole statali, per l’a.s. 2014/2015 sono 7.881.632 (con disabilità, 210.909) in 368.341 classi. Gli alunni che frequentano i Licei sono 1.230.198 (di cui 162.379 al classico; 189.278 al linguistico; 428.767 allo scientifico; 136.763 allo scientifico Opzione scienze applic.; 3.228 allo scientifico Sezione sportiva; 121.965 al Liceo Scienze umane; 55.973 al Liceo Scienze umane Opzione economico sociale; 10.958 al Liceo musicale e coreutico; 110.568 all’artistico; 10.319 ai Licei Europei/Internazionali. Frequentano Istituti tecnici 832.835 alunni (366.660 nel Settore economico e 466.175 in quello tecnologico). Frequentano Istituti professionali 549.455 alunni (132.084 nel Settore industria e artigianato, e 417.371 Settore servizi). - Gli alunni con cittadinanza non italiana sono 739.468: Infanzia 114.601; Primaria 278.845; Secondaria I grado 163.503; Secondaria II grado 182.519. - Lo scorso anno hanno operato 13.625 Scuole paritarie, con 993.544 alunni (Infanzia 9.781, con 621.919 alunni; Primaria 1.493, con 186.356 alunni; Secondaria I grado 677, con 66.158 alunni ; Secondaria di II grado 1.674 con 119.111 alunni).