1) Progressioni in carriera nì, rinnovo dei contatti no. Questa sembra essere la politica del Governo per gli impiegati statali
Fermi da 5 anni i contratti, il danno – in valore reale – per gli statali è ingente
2) Oggi, alla Luiss GuidoCarli, le proposte di Confindustria per la riforma del sistema educativo.
E’ il momento clou della Giornata dell'Education organizzata in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Sono previsti interventi del ministro Giannini e del presidente di Confindustria Squinzi.
3) Per i “Quota 96”, continua l’alternanza di promesse e delusioni
Molti, fin qui, i parlamentari che hanno prospettato al MEF una soluzione. - Provaci ancora, Sam!
° Progressioni in carriera nì, rinnovo dei contatti no. Questa sembra essere la linea del Governo
Fermi da 5 anni i contratti, il danno – in valore reale – per gli statali è ingente; in valore nominale, negli ultimi tre anni, l’esborso erariale per gli emolumenti agli statali è stato contenuto di circa il 4,5 % tornando, grosso modo, ai livelli del 2007. Sulla possibilità dei rinnovi, il quotidiano La Repubblica è pessimista(“Ridotte al minimo le speranze per la riapertura della contrattazione” - 6 ottobre), e ancora di più il ministro della Funzione Pubblica, Madia, lo è sulla prospettiva di riapertura della parte economica dei contratti pubblici (“Soldi non ce ne sono”). Nel 2015 ce ne saranno ? La risposta l’avremo dalla imprenditoria privata, se tornerà ad essere competitiva sul piano internazionale nel contesto dei mutati equilibri intercontinentali (economici e storico-politici); e questa ripresa sembra improbabile, anche perché la UE soffre di miopia. Altrettanto improbabili sono svolte radicali nelle politiche di Governo (taglio alle spese per la politica e per gli armamenti, abbattimento delle rendite parassitarie e di quelle criminali), perché la classe dirigente italiana fa fatica a cambiarle non essendo rappresentativa di quella base sociale che le pretende. In questo crogiolo, gli statali della scuola potrebbero restare pestati, se la linea politica dei simpatici Renzi-Madia dovesse essere quella intravista da La repubblica: “Il rinnovo non scatterà nemmeno nel 2015, salva la possibilità di far invece ripartire gli scatti d’anzianità e le progressioni in carriera”, perché sappiamo già quale burla “La buona Scuola” ha ideato, per il personale scolastico, quanto a scatti d’anzianità e progressioni in carriera. Questi toscanacci, buontemponi !
° Oggi, alla Luiss GuidoCarli, le proposte di Confindustria per la riforma del sistema educativo.
E’ il momento clou della Giornata dell'Education organizzata in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Sono previsti interventi del ministro Giannini e del presidente di Confindustria Squinzi. Lo scopo ? “Innescare una “scossa educativa” per aumentare nel Paese la consapevolezza che la formazione è un fondamentale strumento di sviluppo economico e sociale, di occupazione per i lavoratori e di competitività per le imprese”.Anief segue con attenzione l’iniziativa sia perché conosce quale sia la valenza educativa del lavoro, sia per capire come le Imprese risponderanno alla palla lanciata da “La Buona Scuola”: si faranno avanti, per i “laboratori del territorio” o per finanziare servizi culturali in locali scolastici oltre l’orario delle attività curricolari? L’ANIEF auspica una forte sinergia tra la Scuola e le realtà sociali, economiche, culturali, produttive, professionali e dei servizi insediate nel territorio di riferimento delle singole scuole; chiariamo, però, che la collaborazione deve fermarsi al limite invalicabile del ruolo esclusivo dei docenti in materia di didattica. Ciò diciamo nell’interesse generale, perché fin troppo è stato dilapidato, dallo scrigno della nostra cultura, affidando funzioni che hanno ricaduta educativa, a “esperti” del tutto digiuni di competenza ed esperienza didattica, pescati nei comparti più svariati e inseriti come corpi estranei nella formazione iniziale dei docenti, nei corsi di aggiornamento in servizio e perfino, com’è dei test INVALSI, nella valutazione scolastica. La didattica è prerogativa e responsabilità professionale dei docenti presupponendo specifiche competenze disciplinari, pedagogiche e docimologiche. Di questa delicatissima professione sociale, Lucio Ficara ha scritto: “Insegnare significa principalmente sapere trasmettere le competenze specifiche, acquisite nel proprio corso di studi e permanentemente aggiornarle. Una figura in grado di rendere semplice e piacevole ciò che semplice non è. La buona scuola la fanno i bravi insegnanti che hanno costruito la loro figura professionale sulla specificità dei loro insegnamenti e sull’abilità comunicativa”(05 Ottobre 2014). Fissati i paletti, così, non si può però disconoscere la necessità di “rafforzare l’apprendimento basato su esperienze concrete di lavoro” perché, mentre la disoccupazione dilaga, le imprese non sempre trovano addetti con competenze adeguate. In “La Buona Scuola” c’è scritto che “percorsi di didattica in realtà lavorativeaziendali, così come pubbliche o del no profit, saranno resi sistemici per gli studenti di tutte le scuole secondarie di secondo grado”(in attuazione dell’art. 8 bis del decreto legge 104/2013, convertito nella Legge 128/2013). A nostro parere, lo stage è un’esperienza motivante, preziosa nell’educazione dei giovani anche a prescindere dall’esito occupazionale. Renzi sembra voler fare sul serio: “Va offerto al settore privato e no-profit un pacchetto di vantaggi graduali per investimenti in risorse umane o finanziarie destinato a singole scuola o reti di scuole”. Da ciò l’attesa che abbiamo per le proposte annunziate; occorre che Confindustria contribuisca fattivamente – “attraverso meccanismi di trasparenza ed equità che non comportino distorsioni” –, innanzitutto a sottoscrivere i contratti di apprendistato per i periodi di formazione in Azienda degli studenti del biennio conclusivo degli istituti di II grado. A parte l’apprendistato, è presto per pronunciarsi sulle quattro modalità che il Documento Renzi prospetta (occorre capire che cosa ne pensano gli economisti) di finanziamento alle scuole da privati: School Bonus fiscale per un credito d'imposta; School guarantee e Crowdfunding, da realizzare nella forma del co-finanziamento pubblico/privato; i Social Impact Bonds (forse, la formula più criticata). Occorrerà valutare con attenzione, e però quale che siano le forme, questa collaborazione potrà, in un certo contesto, essere decisiva per la decisione strategica (ripetutamente chiesta dal presidente Marcello Pacifico) di alzare l'obbligo scolastico, ora a 16 anni, e portarlo a 18 anni –, cosa, per il vero, della quale il Documento Renzi non parla ma che potrebbe trovare impulso nell’interesse dell’economia. Potrebbe; ma non ci sembra che le imprese (a parte le scuole paritarie) fremano per investire.
° Per i “Quota 96”, continua l’alternanza di promesse e delusioni
Molti, fin qui, i parlamentari che hanno prospettato al MEF una soluzione. - Provaci ancora, Sam !
Questa volta è il turno dell’on. Laura Puppato a presentare una interrogazione parlamentare: Ha intravisto una soluzione che sa di uovo di Colombo: Il Sistema Sec2010 – il nuovo sistema ufficiale europeo delle economie nazionali introduce, nel calcolo del rapporto deficit/PIL, un artificio contabile che autorizza i governi a fare maggiori spese; tra queste maggiori spese si deliberi, per prima cosa, di mettere rimedio all’ingiustizia perpetrata a danno di questi lavoratori della Scuola.