1) I Centri Provinciali di Istruzione degli Adulti: una tradizione vigorosa ma un presente incerto
dei 128 CPIA programmati, solo 56 sono avviati all’operatività.
2) Il Piano Scuola e il Jobs Act stanno ancora più affossando la “generazione senza diritti”
E’questa la valutazione degli studenti che aderiscono alla Rete della conoscenza, tra i più attivi nel manifestare contro il governo, in questo inizio dell’anno scolastico e dell’anno accademico
3) Meeting nazionale degli studenti "Tablet School 3", il prossimo 15 novembre
E’ organizzato dal Centro Studi Impara Digitale.
I Centri Provinciali di Istruzione degli Adulti: una tradizione vigorosa ma un presente incerto
Dei 128 CPIA programmati, solo 56 si stanno avviando all’operatività.
Nel campo dell’Educazione degli adulti, l’Italia vanta una solida tradizione avviata con i Centri di lettura (Cassa per il Mezzogiorno) e con le scuole serali; negli anni Settanta e Ottanta, pedagogisti di riconosciuto prestigio (quali, Mario Mencarelli, Reguzzoni SJ e Scaglioso ) hanno pensato e guidato nell’ottica della Continous education i corsi CSEP (Centri Sociali di Educazione Permanente) per discenti in età non scolare, ai quali dare o integrare la formazione di base per favorirne la integrazione socio-culturale. Contestualmente hanno bene operato i CRACIS (Corsi di Richiamo - Aggiornamento Culturale di Istruzione Secondaria) e poi (1973) i “Corsi delle 150 ore”. Per l’attivazione, nelle scuole, della Educazione degli adulti, la Legge n.270/1982 ha autorizzato l’utilizzo di docenti delle DOA; successivamente, la materia è stata regolata con la legge n.30 del 10 febbraio 2000, e le strategie di Continous education sono state finanziate anche coi Fondi strutturali europei per lo sviluppo e la coesione sociale (“Obiettivo Convergenza”, del FSE). L’istruzione per gli adulti attraversa, in atto, una fase di transizione, con il graduale superamento dei CTP e l’attivazione dei Centri Provinciali di Istruzione degli Adulti (aperti anche agli immigrati che devono imparare l’Italiano per avere il permesso di soggiorno). Il MIUR ha emanato (con C.M. dell’aprile scorso) le istruzioni per l’operatività dei 128 CPIA programmati, ma solo 56 se ne avviano ad essere operativi: nessuno in Sicilia, dove i migranti sbarcano. Leggiamo dichiarazioni critiche di esperti (ad es., Lorenzo Rocca dell’Università per Stranieri, di Perugia) secondo i quali la lingua italiana sarà insegnata a un livello che esclude, in partenza, gli analfabeti, stranieri o italiani che siano: «Nei Cpia è previsto un insegnamento di italiano che esclude chi ha problemi di alfabetizzazione… Anche i corsi più elementari sono studiati per chi già ha una base di conoscenza della lingua» (larepubblica.it - 24/10/2014). Un recente rapporto Ocse dice che il 5,6% degli italiani è al di sotto del “livello 1” di competenza linguistica; cioè 3 milioni di italiani non superano la capacità di lettura e/o di scrittura di parole singole. Le iniziative per la educazione degli adulti si pongono nell’alveo delle premesse internazionali poste, per impulso di E. Faure, B. Schwartz e T. Husén, negli anni Sessanta (Congresso di Montreal, Programma ONU di Teheran) e negli anni Settanta (Conferenza UNESCO di Tokyo e Symposium di Persepoli).
Il Piano Scuola e il Jobs Act stanno ancora più affossando la “generazione senza diritti”
E’ la valutazione degli studenti che aderiscono alla Rete della conoscenza, tra i più attivi nel manifestare contro il governo, in questo inizio dell’anno scolastico e dell’anno accademico. Il 10 e il 25 ottobre hanno animato la protesta nelle piazze rivendicando, contro il Piano Scuola, “scuole e università libere da interessi privati”, e protestando controla ulteriore precarizzazione sancita dal Jobs Act che ha smantella i pochi diritti rimasti dopo il lungo ciclo di politiche d'austerità. Il loro Portavoce nazionale, Riccardo Laterza, evidenzia le connessioni tra il Piano Scuola e il Jobs Act che giudica essere in continuità con le politiche dei Governi precedenti: “Lo smantellamento definitivo dell'articolo 18, a conclusione di un processo iniziato dalla Riforma Fornero di due anni fa, l'abolizione di altre norme di civiltà come il divieto di controllo a distanza dei lavoratori, l'introduzione del demansionamento, segnano un ritorno al passato che estende la precarietà, in forme diverse, a tutti i lavoratori, non agevolando affatto la nostra generazione. Per quanto ci riguarda, dunque, non abbiamo più nulla da difendere. Per questo, accanto alla solidarietà attiva per chi lotta in difesa dei propri diritti, non possiamo che organizzare un contrattacco per il lavoro di qualità, il reddito e il welfare universale, il diritto alla conoscenza contro la precarietà". Dichiarazione che lascia facilmente prevedere una contestazione studentesca autunnale più dura che negli ultimi anni, in quanto allineata su temi più generali di protesta politica.
Meeting nazionale degli studenti "Tablet School 3", il prossimo 15 novembre
E’ organizzato dal Centro Studi Impara Digitale per gli studenti e i docenti interessati a esperienze didattiche che utilizzano tecnologie digitali e che sentono il bisogno di potenziare e aggiornare le metodologie di insegnamento e di apprendimento. Durante la giornata di studio – a Milano, via Leone XIII, n.12, ci saranno molteplici esercitazioni per la programmazione di software funzionale alle lezioni scolastiche. INFO: http://studenti.imparadigitale.it.