1) L’educazione scolastica, culla della formazione alla democrazia
Sono quasi 600 le classi (12mila studenti di scuole secondarie) iscritte al percorso didattico “Articolo 9”, ciclo di lezioni sulla Costituzione italiana.
2) La consultazione su “La buona scuola”: un’ottima cosa, se Renzi ne farà uno strumento di democrazia
Non è sufficiente che il leader utilizzi gli esiti della consultazione per farsi un’opinione della volontà generale; occorre che ne prenda atto nella presa delle decisioni politiche.
° L’educazione scolastica, culla della formazione alla democrazia
Sono quasi 600 le classi (12mila studenti di scuole secondarie) iscritte al percorso didattico “Articolo 9”, ciclo di lezioni sulla Costituzione italiana. Oggi, alle ore 10 il percorso ha avvio con una lezione tenuta, presso il Senato della Repubblica, da Gustavo Zagrebelsky, sul tema L'importanza della cultura per la società, la politica e l'economia. Questa e le successive lezioni saranno trasmesse in streaming, disponibili in www.articolo9dellacostituzione.it insieme a materiali di approfondimento; è possibile seguirle anche in www.istruzione.it. Il tema con cui, quest'anno, gli alunni si dovranno confrontare è quello della Cittadinanza attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico-artistico. Alle scuole si proporrà un percorso di riflessione intorno alla complessa attuale situazione di crisi, non soltanto economica, e che guarda alle risorse storico-artistiche e culturali, come possibile strumento per affrontarla. Per maggiori informazioni, si veda: www.articolo9dellacostituzione.it, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
° La consultazione su “La buona scuola”: un’ottima cosa, se Renzi ne farà uno strumento di democrazia
Il leader utilizzerà gli esiti della consultazione per farsi un’opinione della volontà generale ma se non li utilizza nella presa delle decisioni politiche, quella consultazione non sarà stata democratica. Nei mesi recenti, il concetto di Intelligenza collettiva molto è stato dibattuto con riferimento al modello della Web-democrazia diretta. I primi a dirsene poco convinti sono stati i dirigenti del P.D., e hanno addotto una ragione incontestabile: ogni possibile forma di democrazia diretta comporta che il ruolo del governo sia ridimensionato a livello di mera esecuzione, in nulla autonoma, della Volontà del Corpo sociale (Jean Jacques Rousseau,Du contrat social, ou Principes du droit politique, 1762); ridimensionamento che è l’esatto opposto di ciò che Renzi sostiene insistendo sul fatto che l’Esecutivo debba assumersi la responsabilità si decidere tempestivamente. Una ragione incontestabile, dunque, e maledettamente dura se lo stesso Rousseau riconobbe impossibile la coincidenza capillare tra la Volontà generale e l’esercizio della sovranità. Ciò premesso, veniamo all’attualità della consultazione on line su La buona scuola. Visto che Renzi sospetta sia stata poco gradita a una parte dei lavoratori della Scuola, chiariamoche a noi è risultata gradita, e che il presidente Pacifico ha diretto non so più quante decine di seminari su La buona scuola, in tutta Italia. Ora però l’Anief pretende che Renzi prenda atto della valanga di critiche alle Linee Guida. Se potrà farlo (dipende da lui? Dipende dal MEF? Dipende dalla UE? Dipende dalla volontà di Dio ?), avrà conferito valore di strumento democratico alla consultazione; se invece metterà la testa nella sabbia, la consultazione on line sarà da considerare alla stregua di mera “chiacchiera” (e ricordiamoci come l’ottimo papa Francesco ha giudicato i chiacchieratori), alla stregua deitalk-show politici durante i quali il conduttore incastra le frasi (quali che siano) pronunciate dagli invitati, nella sequenza dei “servizi” a tesi preparati prima del dibattito; insomma: le frasi dei presenti, se sono consentanee con le tesi preordinate nei servizi, bene, se no è lo stesso, perché lo show non è fatto per costruire idee, e le conclusioni sono precostituite: Rien ne va plus, les jeux sont faits. Se è così anche della consultazione renziana, sarà stata una ipocrisia, non uno strumento democratico. In ordine a questa alternativa, segnaliamo che sereni non stiamo, per ciò che si legge in merito ai risultati della consultazione, e che abbiamo difficoltà a porci sul surreale piano delle trionfalistiche dichiarazioni, di Renzi e di Giannini, che campeggiano nel web. I decisori politici (e la casta, accampata nei paraggi) sostengono che la maggior parte del mondo della Scuola approva la linea di politica scolastica de “La buona scuola”. In sostanza, la Scuola gradirebbe: - lo snaturamento della funzione della Scuola (a cui la Costituzione assegna di rimuovere gli ostacoli per promuovere l’istruzione di tutti e ciascuno); - l’esautoramento degli organi collegiali di rappresentanza; - l’abbattimento della retribuzione dei docenti; - il blocco contrattuale; - la competizione in sostituzione della collegialità, a scuola, e altre idee gradevoli solo per i masochisti. Chi desidera conoscer il punto di vista dell’ANIEF sul documento “La buona scuola”, lo legga neinostri Aggiornamenti di settembre (giorni: 6, 8, 9, 11, 12, 16, 17, 18, 19, 22, 23, 24, 25, 26); qui vogliamo solo riflettere sul carattere contradditorio di ciò che reperiamo sul web. Vi leggiamo (e-news del 18 novembre) la valutazione di Renzi, secondo cui la maggior parte degli insegnanti, dirigenti, studenti e genitori è d’accordo con le sue Linee guida: "..Mi colpiscono due approcci diametralmente diversi. Il primo, minoritario, è tipico di quella parte dei professori che contestano l'introduzione di criteri di merito... Il secondo, largamente maggioritario, è quello di chi ci crede. Quello dei prof, dei presidi, ma anche dei genitori e dei ragazzi, che si fidano del nostro tentativo”. Convincimenti che il leader dichiara di aver maturato attraverso dibattiti, “alcuni, anche televisivi”. E’ però un dato incontrovertibile come in atto il web sia stracolmo di scritti in dissenso dal premier, e di rassegne stampa relative a documenti in dissenso approvati in Collegi dei docenti di tutta Italia. Anche questi sono nel web. Appunto, il web. Glissiamo, senza discuterne, sulla sovrapponibilità tra web e realtà ipotizzando che vi sia corrispondenza biunivoca, e nello stile adottato dal Renzi crozziano partiamo verso l’empireo cielo (ad argomentare su quel registro renziano, corriamo il rischio di essere visti come chi salta di palo in frasca ma in quale altro modo possiamo discuterne?). Se la Giannini e Renzi interpreteranno l’esito della consultazione come conferma alle Linee guida, quale livello di obiettività potremo riconoscere alle loro conclusioni, e quanto le sospetteremo, invece, d’essere dettate dal proposito di sostenere l’azione del Governo, visto che Renzi è incline a puntare sull’efficacia realizzante dell’ottimismo? La sua posa volontaristico-pragmaticistica ha fautori (a parte Berlusconi, che l’ha assunta frequentemente nell’azione di governo) anche “dotti”. Tra questi, il filosofo tedesco Hans Vaihinger, il quale ha sostenuto (un secolo addietro) che comportarsi «come se» il mondo corrispondesse alla visione che ne abbiamo può favorire la realizzazione dei fini in vista; la ragion d’essere di queste Fiktion consisterebbe nella loro efficacia nell’orientare la realtà, e non occorrerebbe sottoporle a verifiche perché non sarebbero ipotesi di lavoro formulate con riferimento a un criterio che le verifica/falsifica. Anche gli enunciati conformi al pensiero politically correct tendono a sottrarsi a qualunque criterio di verifica adducendo di avere l’imprimatur del consenso elettorale (anche questo concetto ci ricorda Berlusconi). In conclusione. Renzi è capace di fare della consultazione web su “La buona scuola” uno strumento democratico ? Faccia che le contestazioni abbiano una ricaduta sulle scelte di governo ! Non ne è capace ? Sarà catalogato nel pantheon dei suoi scialbi predecessori a Palazzo Chigi. Qui si parrà la tua nobilitate.
(Leonardo Maiorca)